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martedì 9 giugno 2015

Banca d'Italia: microcredito, chiusa la consultazione ed emanate le disposizioni sull'elenco degli operatori

Con grande tempestività, la Banca d'Italia ha diffuso oggi il resoconto della consultazione sulle Disposizioni per l’iscrizione e la gestione dell’elenco degli operatori di microcredito, e ha contestualmente emanato le stesse Disposizioni. Qui la pagina relativa al processo di consultazione.

Ricordo per prima cosa che l'elenco partirà sotto la diretta gestione della Banca d'Italia (non si prevede, per l'esiguità del numero di operatori, la creazione dell'organismo gestore prevista dalla riforma del Titolo V del TUB).
I confidi minori sono interessati indirettamente al tema in quanto intermediari soggetti regolamentazione leggera e per questo "cugini" degli operatori di microcredito (lo dicevo in questo post all'apertura della consultazione, in febbraio). L'altro motivo di interesse è legato alla nuova Sezione per il microcredito del Fondo centrale di garanzia, partita con grande risonanza mediatica, ma con zero operatori specializzati (qui l'ultimo della serie dei post sull'argomento).
Sono pervenute quattro risposte alla consultazione (non tantissime):
Come vedete, soltanto due sono espressione di operatori specializzati già attivi: la prima, del gruppo MAG, è molto critica; la terza, di PerMicro, è molto concisa.
Il gruppo MAG (su cui ho trovato questo dotto articolo) contesta  l'esclusione  (prevista nella normativa a monte delle disposizioni in oggetto) dalle operazioni di microcredito dei rifinanziamenti di debito esistente, che rappresentano più della metà della sua operatività attuale. Inoltre giudica troppo onerosi gli adempimenti informativi, e chiede pertanto di eliminare l'obbligo di inviare semestralmente informazioni sulla propria situazione patrimoniale, economica e finanziaria e sui finanziamenti erogati, ritenendosi sufficiente l’informativa assicurata dal bilancio d’esercizio annuale. La Banca d'Italia non accoglie la richiesta con la seguente motivazione:
 l’obbligo previsto nelle disposizioni poste in consultazione risponda a un’esigenza informativa minima per lo svolgimento dell’attività di controllo, in quanto i dati contenuti nel bilancio forniscono una rappresentazione “statica” della situazione aziendale, incentrata su aspetti principalmente contabili; le comunicazioni basilari richieste dalle disposizioni in consultazione, invece, sono utili per una ricostruzione “dinamica” e complessiva dell’attività svolta.

Più zelante è l'Ente nazionale per il microcredito, che richiede di introdurre uno schema segnaletico uniforme per la trasmissione di informazioni da parte degli operatori di microcredito: un separato provvedimento di vigilanza in tal senso (precisa la Banca d'Italia) è in fase di predisposizione. Inoltre, ha auspicato il potenziamento dei flussi informativi relativi alla concessione dei finanziamenti e alla prestazione dei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio. Anche qui la Banca d'Italia ha detto OK, e nelle Disposizioni è stato aggiunto l'obbligo di trasmissione di una relazione annuale relativa allo svolgimento dei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio prestati.

L'UFI pare invece attenta alla precisa perimetrazione dell'attività di microcredito, affinché non esorbiti nel campo d'azione degli intermediari iscritti al nuovo albo 106.

Interessanti le osservazioni relative al regime transitorio che interessa gli operatori già attivi (ad esempio come intermediari iscritti all'elenco generale ex art. 106 del vecchio TUB). Le nuove disposizioni saranno applicate a far tempo dall'iscrizione nel costituendo elenco ex art. 111 del nuovo TUB.

Non conosco da vicino il settore del microcredito. A giudicare dalla risposta a questa consultazione, mi pare al momento animato da pochissimi soggetti, tra cui i due che hanno risposto. Il gruppo MAG (su cui trovate qui dati e informazioni) comprende diverse cooperative a livello cittadino, ma fa volumi molto esigui, si parla di poche centinaia di migliaia di euro. PerMicro è una realtà più strutturata (intermediario 106 vecchio TUB), che aveva nell'attivo di bilancio 18 milioni di crediti a clientela a fine 2013. Ci saranno altri operatori, ma non si sono fatti sentire in questa occasione. Il comparto gode però di un'altissima attenzione a livello politico, sia centrale sia locale, come provano l'esistenza di un Ente nazionale dedicato allo studio e alla promozione del fenomeno, e la previsione di un'apposita categoria di intermediario nel nuovo TUB.
Speriamo che si sviluppi, perché se rimane su queste dimensioni (con la possibilità che alcuni operatori storici non si iscrivano all'elenco ex art. 111) avremmo armato un bazooka per sparare a un furgoncino.



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