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martedì 26 maggio 2015

Nella Relazione della Banca d'Italia la terza volta per i confidi

I confidi (soltanto quelli vigilati) fanno la loro terza apparizione nella Relazione annuale della Banca d'Italia pubblicata un'ora fa, a pag. 128. Potremmo definirlo, in gergo cinematografico, un cameo:


Nel 2014 le garanzie rilasciate dai confidi iscritti all’elenco speciale ammontavano a 13,9 miliardi, in calo rispetto al 2013 (-4,1 per cento); si è di conseguenza ridotto il ricorso dei confidi agli interventi di controgaranzia operati dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Le posizioni deteriorate sono aumentate; la loro incidenza ha raggiunto il 27,8 per cento del complesso delle esposizioni. Il peggioramento della qualità del credito si è riflesso in un aumento delle rettifiche di valore su crediti, incidendo sulla redditività del comparto che ha registrato una perdita pari a 86 milioni. La contrazione dell’attività dei confidi ha determinato una riduzione dei requisiti patrimoniali, che ha permesso un aumento del rapporto tra patrimonio e requisiti richiesti (total capital ratio) al 15,1 per cento (dal 14,4 del 2013).
Conciso, ma efficace (e purtroppo rispondente alla realtà). 
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2 commenti:

Unknown ha detto...

Era inevitabile che la crisi colpisse pesantemente, con le Imprese socie, anche il sistema dei Confidi che, comunque nel suo insieme, ha saputo porsi quale baluardo attivo, a sostegno delle Pmi anche a fronte di un forte credit crunch operato dal sistema bancario.
E poi .... c'è qualche Confidi - pochi invero - che hanno scelto di accettare la sfida del mercato, di utilizzare modelli autonomi di marketing e sviluppo: tra questi si evidenziano i primi, positivi elementi in controtendenza rispetto all'andamento generale.
Buona vita prof. Erzegovesi

Anonimo ha detto...

Concordo, il flash inserito nella Relazione della Banca d'Italia fa apparire un settore gravato di esposizioni deteriorate che non cresce. Unico segnale positivo, la capitalizzazione che nella media (di situazioni molto diverse) è sopra i requisiti minimi.
Se ci sono modelli autonomi che evidenziano elementi positivi, è una bella novità. Penso che la Banca d'Italia abbia visto tante situazioni nelle visite ispettive e fatto i suoi confronti. Il settore deve fare un grosso lavoro di riprogettazione delle strategie, partendo dalle esperienze più vitali, e convincere i policy maker, la Vigilanza e e banche che i confidi hanno un modello che può funzionare bene nel mercato di oggi. é un lavoro anche culturale (di questi tempi la mutualità nel credito è sotto il fuoco incrociato di chi la giudica superata).
Buona vita anche a lei, caro DIrettore