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domenica 15 dicembre 2013

Legge di stabilità: la Commissione bilancio della Camera approva la separazione dei fondi per capitalizzare i confidi

[testo rettificato il 17/12, evidenziate in giallo le modifiche] Seguo con molto interesse i lavori alla Camera sulla Legge di Stabilità in tema di garanzie. In data 5 dicembre era passato un emendamento alla Commissione X (Attività produttive) che riorganizzava gli interventi per la capitalizzazione dei confidi. Il testo è passato venerdì 13 dicembre alla Commissione V Bilancio in sede referente che ha approvato questa versione modificata. Provo a riassumere:
  • da un unico Fondo gestito da Unioncamere e cofinanziato da risorse del Fondo centrale di garanzia per le Pmi (FCG) e dal Sistema camerale, si passa a due fondi per il rafforzamento dei confidi
    • un primo fondo "MiSE", riservato ai confidi iscritti all'elenco speciale o impegnati in aggregazioni finalizzate all'iscrizione, o aderenti a contratti di rete con altri confidi che insieme erogano almeno 150 milioni di garanzie; è finanziato da risorse FCG "nei limiti dell'importo di 225 milioni";  (quanti bei contratti di rete finalizzati all'aiuto saranno sottoscritti);
    • un secondo fondo "camerale", aperto anche ai confidi non iscritti all'elenco speciale; la Legge di stabilità assegna a tale scopo alle Camere di commercio 70 milioni all'anno per tre anni (2014-2016) "anche" con risorse attinte dal Fondo di perequazione alimentato con diritti camerali (di cui all'articolo 18, comma 9 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, così come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23).
La Commissione attività produttive con un ritocco all'art. 1, c. 32, aveva incrementato di 225 milioni (da 600 a 825 milioni) i fondi assegnati al FCG con apposita delibera del CIPE a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. Questo stanziamento aggiuntivo non c'è più nel testo approvato dalla Commissione bilancio [se è finito in altri emendamenti prego di segnalarmelo].
Già alla Commissione attività produttive l'emendamento aveva subito un rimaneggiamento in seconda stesura. La prima stesura (che trovate sempre qui in basso) prevedeva interventi per il rafforzamento patrimoniale dei confidi (indifferenziati tra vigilati e non) attraverso due canali tra loro indipendenti: le Camere (che avrebbero dovuto impiegare allo scopo almeno l'8% dei diritti camerali) e il FCG (che avrebbe destinato 85 milioni annui x 3 = 255 milioni); la parte FCG doveva essere distribuita ai singoli confidi entro il limite massimo dell'1% delle garanzie in essere da ultimo bilancio. Ravviso l'ispirazione delle associazioni dei confidi, che appunto insistevano su un fondo da 250 milioni alimentato da risorse FCG. Mi spiace per loro, ma gli avversari hanno raddoppiato la marcatura, e hanno riconquistato palla rilanciando l'azione.
Bene, prima di commentare le novità, è utile un ripassino del testo dell'art. 1, comma 33 approvato dal Senato (per i miei commenti andate qui e qui):
33. Al fine di favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, sono destinate in parti uguali una quota del diritto annuale di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per un ammontare complessivo di 100 milioni di euro per l'anno 2014, 150 milioni di euro per l'anno 2015 e 200 milioni di euro per l'anno 2016, per costituire un fondo presso Unioncamere con la finalità di patrimonializzare i confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia ovvero i confidi che realizzano operazioni di fusione finalizzate all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati dalla Banca d'Italia, nei successivi ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. Previa autorizzazione della Commissione europea, con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono adottate le disposizioni di attuazione del presente comma e definiti i requisiti di accesso per i confidi.
E passiamo all'emendamento approvato in sede referente; come ricordavo sopra, mi risulta che non è passato il ritocco del comma 32 finalizzato all'incremento dei fondi travasati verso FCG a valere sul Fondo di sviluppo e coesione;  non sarà quindi innalzato da 600 a 825 milioni lo stanziamento ulteriore (da deliberarsi dal CIPE) rispetto ai 200 milioni annui per 3 anni che il comma citato stanzia direttamente (senza passaggio dal CIPE) a compensazione delle risorse idealmente "sottratte" al FCG da quelle già prima stanziate per alimentare i nuovi fondi "prima casa" e "grandi progetti"; non so se è un caso, ma l'incremento di 225 milioni era uguale allo stanziamento per il Fondo "MiSE".

Passiamo alla nuova stesura del comma 33, che riguarda il primo fondo "MiSE":

Sostituire il comma 33 con il seguente:
  «Il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa notifica alla Commissione europea e autorizzazione da parte della stessa, definisce con proprio decreto misure volte a favorire i processi di crescita dimensionale e di rafforzamento della solidità patrimoniale dei confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, ovvero di quelli che realizzano operazioni di fusione finalizzate all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati dalla Banca d'Italia e di quelli che stipulano contratti di rete finalizzati al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia operativa dei confidi aderenti i quali, nel loro complesso, erogano garanzie in misura pari ad almeno 150 milioni di euro. All'attuazione delle misure di cui al precedente periodo si provvede a valere sulle risorse del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nei limiti dell'importo di 225 milioni di euro. Le disponibilità di cui al secondo periodo  possono essere incrementate da eventuali risorse messe a disposizione da Regioni, da enti pubblici e dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura sulla base di Convenzioni stipulate con il Ministero dello sviluppo economico e con il Ministero dell'economia e delle finanze nonché da risorse derivanti dalla programmazione comunitaria per il periodo 2014-2020.».
Ed ecco infine il passaggio sul fondo aperto anche ai confidi minori:
Conseguentemente, dopo il comma 33, aggiungere il seguente: 
  «33-bis. Una somma pari a 70 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 è destinata dal sistema delle Camere di commercio al sostegno dell'accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso il rafforzamento dei Confidi, ivi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, anche utilizzando una quota della dotazione annuale del fondo di perequazione di cui all'articolo 18, comma 9 della legge 29 dicembre 1993, n. 580. I criteri e le modalità di attuazione e di monitoraggio degli effetti delle norme del presente comma sono definiti con il decreto di cui all'articolo 18, comma 4 della suddetta legge 29 dicembre 1993, n. 580. Tale misura non comporta effetti in aumento sulla determinazione della misura annuale del diritto camerale di cui all'articolo 18, comma 4, della legge n. 580 del 1993».
Ed ecco, per non annoiarvi, una sintesi finale seguita dai miei commenti in corsivo:
  • soldi che vanno e vengono; il precedente fondo unico  avrebbe avuto 100+150+200 = 450 milioni in tre anni, cofinanziati dalle Camere di commercio e dal FCG; i nuovi fondi "avranno" sempre sul triennio 2014-2016:
    • il primo fondo "MiSE" fino a 225 milioni (quanto già avrebbe conferito il FCG nella precedente configurazione); non dovrebbe più trattarsi di risorse aggiuntive rispetto a quelle stanziate al Senato, in quanto viene meno il maggior apporto dal Fondo di sviluppo e coesione pure di 225 milioni, che era stato introdotto dalla Commissione attività produttive;
    • il secondo fondo "camerale" 210 milioni, in parte coperti dal fondo di perequazione citato, ovvero da una quota di diritti camerali; confesso che non è chiaro se e quanto ci aggiunge lo Stato dalla fiscalità generale; forse zero euro;
  • processo di attuazione e impatto
    • il "fondo MiSE" è di competenza del MiSE e deve passare diverse strettoie; oltre al  decreto "di concerto" col MEF, necessita di notifica e autorizzazione della Commissione europea (finalmente capiremo se e come sono ammessi gli apporti al capitale come aiuti compatibili); inoltre, se sarà alimentato con risorse del Fondo di sviluppo e coesione, ci sarà da rispettare la priorità degli interventi nelle regioni meridionali (questa potrebbe essere un'ottima notizia per il 107 del Sud, ai quali si farebbero ponti d'oro per poter giustificare l'assegnazione di fondi ai più numerosi e corposi 107 del Centro-Nord); ci saranno poi da tradurre in criteri operativi gli obiettivi enunciati "di crescita dimensionale e di rafforzamento della solidità patrimoniale dei confidi"; qui non sarà facile selezionare le richieste e dimensionare le assegnazioni;
    • il "fondo camerale" sarà attuato col decreto previsto da TU sulle Camere di commercio col quale si fissa la misura del diritto annuale dovuto dalle imprese iscritte alle Camere di commercio; questo mi fa immaginare che anche i soldi verranno da lì, con la possibile redistribuzione tra Camere mediante impiego del fondo di perequazione; qui non cambierà molto rispetto agli interventi che le Camere già attuano a favore dei confidi (il comma 33 bis parla genericamente di "rafforzamento dei confidi"), immagino una ripartizione di risorse tra sedi e una governance molto decentrata delle assegnazioni.
  • condivido l'intento di separare e differenziare risorse, obiettivi e gestione dei due strumenti, mi sembra ragionevole, il fondo unico avrebbe avuto una governance impossibile;
  • rimane confermato rispetto al testo approvato dal Senato (lo stigmatizzava Fourquet sul Sole 24 ore) che il "fondo MiSE" sottrae risorse alla garanzia del FCG (non c'è l'apporto aggiuntivo da fondi CIPE), ma non è vero che li distribuisce a pioggia, il rischio è semmai il contrario, che vada appannaggio di un numero limitato di "big boys"; confido però nella professionalità e del senso del bene comune dei dirigenti di MiSE e MEF, che dovranno anche scoraggiare (nel rispetto della norma) le reti create soltanto per bussare alla porta del fondo MiSE
  • per quanto riguarda il "fondo Camere" è come i regali di Natale che faceva mia nonna Carmela ai numerosi figli in epoca non consumistica; la nonna riaggiustava giocattoli e vestiti e glieli faceva trovare impacchettati sotto il presepe, e anche Santa LuCCIAA [sic!] farà qualcosa di molto simile con i fondi che già oggi usa per gli stessi scopi.
In conclusione: rimane un'allocazione di 225 milioni dal FCG (purtroppo non aggiuntivi rispetto alla dotazione decisa nel ddl del Governo, ma integrabili con fondi regionali e comunitari), destinati a un progetto preciso di rafforzamento e ricapitalizzazione del sistema confidi vigilati. Un disegno tutto da scrivere, ma ora abbiamo il quaderno e le matite.
Tutto il resto è più o meno come era prima. I 106 (grazie ai molti amici, vecchi e nuovi), mantengono quello che avevano a livello di risorse camerali; starà alle singole Camere di commercio introdurre criteri più selettivi, se vorranno seguire l'esempio di alcune sedi. come Milano.
Il nuovo "fondo MiSE" per la ricapitalizzazione c'è, e se andrà in funzione potrà essere il centro di gravità di un programma straordinario di riorganizzazione dei confidi vigilati, che prenderà almeno atto delle situazioni di crisi nelle quali non ha senso mettere denari che bastino per qualche anno. Anche i confidi minori che insieme fanno almeno 150 milioni di garanzie, associati in contratti di rete, potranno presentare domanda come simil-vigilati al fondo MiSE. Avrei preferito che fossero lasciati fuori, non ha senso un aiuto alla capitalizzazione a gruppi di confidi che non condividono il patrimonio. Sarà già abbastanza complicato fissare dei criteri di ammissione dei confidi già iscritti e di quelli intenzionati ad iscriversi (sulla base di un progetto di fusione). Dover gestire anche assegnazioni che poi finiscono frazionate sui bilanci di diversi soggetti rende del tutto spurio questo tipo di intervento.
I confidi più piccoli tra i minori, o meno organizzati, si arrangeranno, come hanno sempre fatto, finché ce ne sarà e avranno voglia, rispetto dalle banche, aiuto dagli amici.
Separare i due campi è già un passo avanti, quanto meno per semplificare i problemi e non fare pastoni con la pretesa di affrontarli insieme.
Mi scuso per la versione non corretta diffusa domenica 15 dicembre, ma il sito web della Camera pubblica gli emendamenti in formato più dispersivo e meno facile da navigare rispetto a quello del Senato, e ho fatto fatica a risalire alle ultime modifiche approvate.
Se trovate altre inesattezze, prego di segnalarle.
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1 commento:

Bartolo Mililli - Amministratore delegato ConfeserFidi 107 ha detto...

Ricostruzione magistrale, grazie Luca! La Commissione Europea non sarà un problema, darà parere positivo: sono troppe le voci attualmente antieuropeiste, anche questo giocherà a favore. Dopo anni di austerità dovrà necessariamente favorire le iniziative di supporto e sviluppo. L'impianto che è stato forgiato dai vari emendamenti, come da Te sottolineato, sembra voler dare risposte finalmente più organizzate dando alle Regioni uno strumento "contenitore" di risorse a disposizione. Nella concessione materiale dell'aiuto, spero siano valorizzate le esperienze che da tempo perseguono quotidianamente "la sana e prudente gestione".
Colgo l'occasione per ringraziare chi si sta impegnando fattivamente, dentro e fuori le le sedi parlamentari. Bartolo Mililli