aleablog

mercoledì 12 settembre 2012

Associazioni d'impresa: sostegno al patrimonio confidi nei dossier per cambiare passo

Quattro dossier per cambiare passo. Così il Sole 24 ore titola un pezzo sulle istanze portate dalla Associazioni d'impresa sul tavolo del ministro Passera. Tra i quattro punti, quello che prende maggiore spazio riguarda la patrimonializzazione dei confidi.
L'articolo citato riporta le dichiarazioni di Ambra Redaelli, vicepresidente di Confindustria Lombardia con delega al credito e delegata del comitato centrale Piccola industria ai Confidi:

«[...] il comparto dei Confidi iscritti all'elenco speciale ha evidenziato un marcato deterioramento delle garanzie rilasciate; le partite deteriorate sono aumentate del 37,4% a fronte di un incremento delle garanzie rilasciate del 23,2%». Insomma, se nel 2010 il rapporto tra le partite deteriorate e il totale delle garanzie si attestava al 4,7%, nel 2011 è passato al 6,3%. Diverse le cause di questo indebolimento. Innanzitutto la crescita dei fallimenti delle imprese e la conseguente insolvenza dei Confidi. «Alcune banche - aggiunge Redaelli - hanno utilizzato male i Confidi: invece di dare più credito odi darlo a miglior prezzo e condizioni, hanno usato questo strumento di garanzia per dividere il rischio di probabili sofferenze. Insomma li hanno utilizzati come risk transfert, invece che come risk sharing».
Altra causa di indebolimento sta nei costi crescenti che il processo di trasformazione dei Confidi ha portato: rientrare infatti nella categoria dei Confidi vigilati dalla Banca d'Italia provoca maggiori spese che si ripercuotono sul patrimonio. Patrimonio sempre meno alimentato da contributi pubblici alla luce della crisi. Guardando all'estero, poi, si scopre che il nostro Paese, nei Confidi, ha una quota di patrimonio pubblico molto bassa. Se il turco Kgf è costituito per il 67% da fondi statali, l'ungherese Garantiqa dal 64%, il francese Oseo dal 60%, l'italiano Eurofidi conta aiuti nazionali solo per il 18%. Anche i requisiti di Basilea hanno contribuito a indebolire il patrimonio. In base a questi, infatti, non tutti i contributi dati ai Confidi sono imputabili al patrimonio ma vengono considerati debito. Questo genera un problema all'adeguatezza patrimoniale dello strumento. Se il patrimonio deve essere proporzionato al credito garantito, infatti, fondi ricevuti non imputabili al patrimonio, aumentano l'esposizione dello strumento rendendo necessaria una maggiore patrimonializzazione. «Un problema risolvibile - spiega Redaelli - rendendo possibile la facoltà di computare strumenti ibridi di patrimonio derivanti dalla contribuzione pubblica, a patrimonio di primo pilastro. Ma non solo. Un grande beneficio potrebbe arrivare anche dalla possibilità di aprire sinergie con Cassa Depositi e Prestiti».
La richiesta è legittima, e pare formulata con una certa urgenza. Nel merito degli argomenti, e dei dati a supporto, si può discutere. La sostanza però è semplice: ai confidi servono risorse a titolo di capitale per sostenere il patrimonio, e ci si aspetta di riceverle dal settore pubblico, come fondi aggiuntivi o come riconfezionamento di fondi già esistenti in apporti a core tier 1 (cosa meno facile con Basilea III).
A proposito, il risk sharing implica sempre un risk transfer (la "t" è di troppo), il problema è quando si trasferisce non un rischio ma una perdita certa.
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63 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti attaccati alla mammella di uno stato che pretende sempre più tasse anche per mantenere in vita malati terminali!
E NOI PAGHIAMO!!!!!!!!!!!!!
Siamo alla solita tiritera: le spese aumentano per colpa di BI, le insolvenze pure, la colpa è tutta delle banche, ecc.
Le banche hanno usato male i confidi...addirittura i 107!
Questa poi...non vi conviene ripeterla perchè se se ne accorgesse BI vi darebbe proprio una bella strigliata di orecchie.
Per altro verso l'apodittica affermazione dimostra ancor di più che alcuni confidi non sanno fare il loro lavoro ed è, quindi, totalmente inutile mantenerli in vita!

Dave ha detto...

Dovrebbe prevedersi nelle convenzioni "Confidi-Banche" una specifica sanzione in caso di dolo della Banca nel rapporto col Confidi.
Troppe volte le Banche hanno rifilato pacchi ai Confidi, rappresentando una realtà diversa (anche se di poco) da quella che è.

Mancano lealtà e trasparenza!

sapio ha detto...

Gli analisti del credito nei Confidi ci sono?

Henry Charriere ha detto...

aprire sinergie con la cassa depositi e prestiti? in che modo?
sapete se ci sono passi concreti oppure parliamo di fantapolitica?

Dave ha detto...

@Sapio
E secondo lei, il tutto si fonda esclusivamente sulla fredda analisi del credito?

sapio ha detto...

E su che altro si fonda? Le banche su che cosa fondano le loro decisioni?

Joinville ha detto...

Certo che non bisogna fondare tutto sulla fredda analisi del credito! Bisogna basarsi sulle informazioni qualitative, il radicamento territoriale, la storicità, la conoscenza diretta, questi sono i veri strumenti per valutare se dare garanzie!

E chi se ne frega se la CRIF sembra un albero di Natale e la CR lampeggia come uno stroboscopio, e dal bilancio sembra di dover coinvolgere la Caritas.

Chissà come mai le banche cattive fanno il pacco ai confidi. Bisognerebbe aprire un tavolo di regia politica.

Anonimo ha detto...

@Joinville: i buoni sentimenti fanno sempre bene. Il tavolo di regia politica sui pacchi ai confidi mi ricorda "Fate i buoni se potete" di San Filippo Neri.

Sapio ha detto...

@Joinville Non condivido la sua opinione ;-(

Dave ha detto...

A prescindere da tutto, è necessario che il punto di partenza siano le relazioni di fiducia (Confidi-Banca).

Se non ci sono relazioni di fiducia, viene a mancare il "muro maestro" di una nobile collaborazione.

sapio ha detto...

L'articolo mi pare lacunoso e di parte. Non cita l'esistenza in Italia del FCG di cui Eurofidi è grande utilizzatore. Dimentica che i contributi ai Confidi sono aiuti di Stato agli intermediari. Parla di sinergie con la CDP, alias la pretesa di mettere le mani sul risparmio postale. Gli aiuti devono andare direttamente alle imprese, senza interessate intermediazioni e devono generare investimenti che altrimenti non si farebbero (Giavazzi).

Joinville ha detto...

@sapio e @luca: non ditemi che mi avete preso sul serio per favore. Se nei confidi c'é gente che dice seriamente quello che ho detto io e lo scopre la Merkel ci fanno chiudere tutti.

Anonimo ha detto...

Ma che pacchi, ma che analisti, ma che.... mi sembrate tutti fuori dal mondo, vi siete accorti che è in corso una disperata crisi economico-finanziaria mai vista.
Ma le banche con tutti i loro strumenti e i loro analisti hanno forse meno sofferenze dei Confidi.
Caro Sapio & c. il mio Confidi (107) se trova qualcuno disposto a sostituirlo sulle garanzie restituisce subito i pochi contributi pubblici ricevuti e chiude o si mette a far altro volentieri. Sappiatemi dire se trovate qualcuno più bravo a fare le garanzie disponibile a sostituirci che noi togliamo le tende volentieri.

Anonimo ha detto...

Se hai rilasciato le garanzie devi pagarle prima di smontare le tende!

Anonimo ha detto...

Ma perchè il sistema bancario non è stato mai sorretto da risorse pubbliche? Ma fateci il piacere!

Anonimo ha detto...

Si , si, le sofferenze le paghiamo, ma le garanzie in bonis e le nuove richieste (che il FCG non vuole) troviamo qualcuno che ci sostituisce ? Se si ottimo , se no allora a qualcosina serviamo ancora.

sapio ha detto...

Che significa Fcg non vuole?

Anonimo ha detto...

Significa, che se conosci il regolamentoFcg, che se non rispetti tutti i parametri , e ti assicuro che sopratutto per piccoli e micro è cosa assai facile, il FCG non ti vuole. È questo sui parametri è un tema conosciuto e assai dibattuto, vedi altri post, Ma spesso queste imprese sono comunque affidabili solo che stanno attraversando delle crisi, d'altra parte è per ciò che abbisognano di garanzie.

Anonimo ha detto...

Se non trovi qualcuno che si addossa le tue garanzie significa che non servi piu' e che devi preoccuparti. Tub aiutaci tu...

Anonimo ha detto...

Forse non trovo nessuno che si addossi le garanzie, ma ti assicuro che tutti i giorni trovo chi ci chiede la garanzie, e sono tanti e tanti, e forse questo significa qualcosa. Non credi? Se poi continui a parlare così significa che tu non conosci le Pmi. Ma per fortuna ci sono i più che continuano a non arrendersi e comunque a rispondere alle richieste delle imprese, e i confidi non sono obbligatori pertanto se non sono utili le imprese seno libere di non servirsene. Il tub non ci fa paura, forse ci preoccupa di più la crisi. Fino a che ci saranno imprese che chiedono le garanzie i confidi ci saranno se poi non serviranno più vorrà dire che seramo in un Paese migliore con imprese capitalizzate, banche diverse, clienti che pagano, fisco più sopportabile , giustizia veloce ecc. Ma sarà un altra epoca.

Dave ha detto...

Le regole del gioco vanno rispettate (una ratio ce l'hanno) e comunque per ora sono queste...
Se devono essere cambiate, non tocca a noi farlo, spetta a noi solo dare motivazioni e giustificazioni sull'opportunità delle modifiche.

Anonimo ha detto...

@Dave, A quali regole ti riferisci? Se parli del FCG quelle regole valgono per il fondo non per l'attività autonoma dei confidi, e comunque sono regole scritte prima della crisi e non Prevedono il sostegno di imprese in "crisi" (non decotte) esempio con perdite nell ultimo esercizio o contrazione del fatturato ( e sono ad oggi parecchie le imprese che causa crisi hanno ridotto il fatturato - queste le buttiamo a mare?-).

Dave ha detto...

Caro Anonimo, Lei scrive in un precedente post: "...il FCG non ti vuole...".

Cosa vuol dire?

* Mi riferisco alle disposizioni operative.

Anonimo ha detto...

@Dave- si mi riferisco alle regole operative, come dicevo prima se non rispetti determinati parametri la richiesta di garanzia non viene accolta ( Non ti vuole), e le considerazioni le ho fatte prima.

Anonimo ha detto...

Gentile Dave mi intrometto, le regole del Fondo Centrale non sono le regole universali per la concessione del credito, ci mancherebbe altro, se il fondo dice no le Banche e i Confidi, nel rispetto dell'processo e dell'analisi di merito creditizio, possono dire di si, e questo succede spesso per fortuna. Succede anche che ad una stessa impresa una banca dice no e un'altra banca dice si, sempre nel rispetto dell'analisi di merito.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo per me i confidi, come sono concepiti oggi, non hanno più ragione di esistere.
Il fatto che ci sia la fila di PMI a chiedere la garanzia non significa nulla, anzi....
A me piace la qualità, non la quantità (e le PMI le conosco bene).
Sai quante di queste dovrebbero chiudere o cambiare attività?
E allora che facciamo continuaiamo a illuderle (perchè magari fa comodo)?
Oppure abbiamo il coraggio di dire loro in faccia che non c'è più trippa per gatti?
Per quanto riguarda i confidi più volte si è dimostrato, anche in questo blog, che, tra l'altro, non c'è più una loro sostenibilità finanziaria.
Fatevi venire qualche idea perchè i soldi pubblici sono finiti!

Anonimo ha detto...

Io penso che ragionando così potresti suggerire anche di chiudere tutte le banche, e poi si comprende proprio che le pmi non le conosci. Hai mai sentito della difficolta di accedere al credito da parte delle imprese? Hai mai sentito della quantità di garanzie richieste alle imprese? Hai mai sentito parlare del problema della sottocapitalizzazione delle imprese italiane? Anche a me piacerebbe un sistema d'imprese che sia ben capitalizzato, che non abbia problemi di accesso al credito, che si possa finanziare anche in mercati diversi da quello bancario (borsa, secondario ecc..)ma vivo in Italia e il sistema d'impresa Italiano è questo, certo migliorabile, ma questo è, e in qualche modo va accompagnato non buttato a mare....non ,non conosci le imprese.

Anonimo ha detto...

@Anonimo della trippa: mi sembra la tua una posizione sommaria; nel finanziamento dei Governi, delle imprese, delle famiglie, il ruolo del pubblico non è finito, anzi. ieri Bernanke ha annunciato 40 miliardi al mese di acquisti sul mercato dei titoli ipotecari, senza limiti di tempo. La BCE comincerà ad acquistare senza limiti (condizioni permettendo) titoli italiani e spagnoli. Le banche italiane hanno tamponato una crisi di liquidità e il balzo all'insù dei costi di provvista con i prestiti a tre anni all'1% sempre della BCE. Il fondo centrale è stato rifinanziato nel primo decreto del Governo Monti. Nelle regioni i fondi per aiuti alle imprese, tra cui quelli dati ai confidi, ci sono ancora, dove di più e dove di meno.
Non c'è soltanto la trippa, ma anche le scatolette di pollo, manzo, verdure e salmone. Come dieta non è granché, per quantità e qualità. E ogni tanto qualche gattone (o gattaccio) fa incetta a spese dei micetti.
E' vero che non hanno più senso modelli di intermediario basati soltanto sulla distribuzione di benefici a spese del pubblico. Però, non è vero che questo sia stato il modello applicato da tutti i confidi. Un sistema finanziario che galleggia puntellato dagli aiuti pubblici più o meno mascherati e giustificati è un'anomalia che prima o poi occorre superare.
OK, c'è da farsi venire qualche idea nuova. Ma è difficile che vengano buone idee dai luoghi comuni.

Anonimo ha detto...

Luca anche i tuoi mi sembrano dei luoghi comuni, ma molto comuni.
Posso essere anche un anonimo della trippa ma sai non a tutti piace.
Le tue citazioni sono giuste ma la realtà delle imprese (che ben conosco) è ben diversa da quella che si osserva da un ateneo.
Se poi a te piace il finanziamento pubblico tout court accomadati pure.
Ma quei soldi sono anche miei e se permetti anche io ho il diritto di dire la mia.
Ciao Nicola

Anonimo ha detto...

caro nicola puoi anche dire la tua.... c'è posto per tutti e il diritto di parola: ma occorre sempre distinguere le banalità....
però i tuoi sono luoghi più che comuni, qualunquisti.
chissà poi cosa vuol dire conoscere le imprese: ne conosci l'indirizzo? ne conosci la contabiilità ? il nero? il proprietario? o le dinamiche? mah....
poi i soldi non sono solo i tuoi: ci hai pensato? Piuttosto ricordatene quando vai a votare.
Rob

Anonimo ha detto...

Nicola, mi spiace che te la sia presa. Non potevo sapere che fossi tu.
Col corso di laboratorio abbiamo analizzato 60 aziende negli ultimi due anni. I confidi li seguo dalla stampa ma anche dall'interno. Cerco di seguire anche le megamanovre dei potenti della terra. Da queste fonti deduco che le interferenze e i puntelli dei governi e del pubblico in genere stanno aumentando, non scomparendo. Cambia la loro distribuzione. I confidi competono per una fetta più piccola di una torta che è diventata più grossa.
Detto questo, non consegue che i confidi meritino un assegno in bianco, cosa che non ho mai detto nemmeno nei tempi della gloria e dei serbatoi pieni. C'è da far funzionare al meglio questo motore imballato che è diventato il mercato del credito. I ruoli cambiano, ma per i confidi ci può essere ancora spazio.

Anonimo ha detto...

Appare evidente che la lobby bancaria dopo aver normalizzato la 'variabile impazzita' rappresentata dal sistema dei confidi, allettandoli e circuendoli, eleggendo molti degli amministratori e funzionari a ruolo di banchieri (virtuali) ora tenti un attacco massiccio a questo blog, colpevole evidentemente di essere ancora un luogo di libera e franca circolazione delle idee.

Anonimo ha detto...

Ullallà! La lobby bancaria all'attacco di aleablog! Conosco Nicola e garantisco per lui, non è al soldo delle banche, piuttosto è amareggiato dall'uso che dei fondi pubblici hanno fatto alcuni confidi.
Tornando alla lobby bancaria, è fatto evidente che le banche contano e fanno quanto possono per difendere le loro posizioni dalla crisi. Per difendere i loro spazi i confidi non possono far leva su una controlobby politica o sindacale, sono più deboli e così si autoconfinano in una riserva indiana, cultori di pittoresche tradizioni. Devono essere un movimento con una caratura culturale, non meno combattivo nel difendere il suo ruolo. Per quanto potenti, le banche oggi sono in crisi di identità. Un interlocutore con idee chiare e capacità di realizzarle sarebbe rispettato.

Gigi ha detto...

@anonimo delle 1.33: Le cose che appaiono evidenti a te, dovresti evidenziarle, argomentarle e farcele vedere senza darne per scontata l'evidenza: io non vedo nessun attacco al blog in sè. E comunque, finché c'è libertà di parola in questo paese, il blog (chiamiamolo così) sa difendersi molto bene.
Un conto è attaccare il blog un conto è evidenziare le incongruenze e le mancanze del sistema confidi.
Non mescoliamo le cose.
Nel merito, far passare gli amministratori dei confidi per dei deficienti facilmente circuibili mi sembra un po' troppo, anche per me che attribuisco proprio a loro la responsabilità ultima dell'immobilità del sistema.
Le banche hanno le loro colpe (molte) ma i confidi non ne hanno di meno. Se poi attaccare le banche, di questi tempi, è così facile è per i pregiudizi alimentati da un giornalismo superficiale e l'ignoranza economica-finanziaria che evidentemente dilaga.
Se continua così mi aspetto che qualcuno proponga la discriminazione sociale e poi le camere a gas per i banchieri (il che mi sembra eccessivo e poco civile, sinceramente. pur considerando la gravità delle loro colpe).

Anonimo ha detto...

Argomentare l'ovvio è inutile. Chi non lo percepisce probabilmente è ottenebrato da interessi di parte.

In mancanza di critiche è allora assodato che la lobby bancaria ha 'normalizzato' i confidi. Bene su di un punto ci siamo.

Affermare che alcuni / molti personaggi del mondo confidi siano stati "circuiti" dandogli la sensazione (solo quella) di essere seduti al tavolo buono della finanza non significa indicarli come deficenti (non ti sei fatto sfuggire l'occasione di tacciarli per tali pur nascondendoti dietro l'interpretazione di pensieri altrui, vero?) ma semplicemente prendere atto che sono persone spesso culturalmente non attrezzate che hanno perso la rotta.

E sono persone che hanno il diritto di non essere culturalmente attrezzate: arrivano a gestire strutture nate spontaneamente e non regolamentate (bei tempi?) con l'intento mutualistico di rappresentazione e sostegno delle esigenze di una classe di micro e piccoli imprenditori nei confronti di un sistema bancario nei confronti del quale lo squilibrio di potere contrattuale è assolutamente evidente (per chi lo vuole vedere) e si ritrovano impelagati in organizzazioni complesse, "promosse" apparentemente, gravate di oneri ed adempimenti illogici rispetto alla loro essenza, trasformate in soggetti che si devono muovere con le logiche ed i modelli della controparte e non con i propri.

E il tutto avviene nel tempo, senza scossoni, con piccole mutazioni continue che confondono chi è dentro il meccanismo è non ha la possibilità di osservarlo dall'esterno.

Il risultato sono scatole spesso inutili rispetto alla mission originale, funzionali alla attività della controparte più che a quella della parte.

Quanti confidi hanno attivato servizi per il monitoraggio sulla applicazione di tassi usurai (che nelle situazioni di difficoltà aziendale sono quasi la norma)?
Quanti si preoccupano di monitorare le segnalazioni in centrale rischi, crif e simili a tutela di potenziali errori / abusi?
Quanti hanno in convenzione clausole che invalidano la garanzia in presenza di accertati comportamenti bancari scorretti ai sensi di legge e regolamenti(tassi, commissioni, valute)?
Quanti fanno monitoraggio sulle condizioni effettivamente applicate ai soci e se queste sono in linea con le convenzioni?

Quanti in sostanza tutelano l'impresa "consumatore" del servizio bancario e non si limitano a fornire il servizio garanzia divenuto onerosamente obbligatorio per qualunque richiesta?

Nella miopia dei confidi, che probabilmente verranno superati su alcune tematiche proprie da strutture più vicine al modello di associazioni di consumatori piuttosto che di imprese, questo blog è invaso da scrittori "acculturati", loro si, ma di cultura e mestiere bancario, che sostengono qui tutte le colpe dei confidi per poi, forse, essere coloro che predispongono o attuano strategie bancarie in cui usano i confidi a proprio esclusivo vantaggio.

Ed avendo una visione di parte agli "acculturati" sfugge l'ovvio: che le banche non fanno più il loro mestiere, non prestano.
Il dubbio è che non lo facciano perchè hanno forti problemi economico / finanziari propri o perchè è più facile incassare le commissioni per prestazioni divenute obbligatorie per cittadini ed imprese visto che lo stato stà dichiarando obsoleta la carta moneta e stà regalando agli intermediari finanziari un mercato enorme, in continua espansione e con rilevanti barriere all'entrata.

Poi ci si nasconde dietro l'analisi del rischio: ma è troppo facile analizzare e dire no a praticamente tutto!

In altri settori, in presenza di una domanda così forte ed insoddisfatta, altri player entrerebbero nel mercato e ne trarrebbero profitto.
Perchè in quello del credito no?

Gigi ha detto...

Forse perché:
1) i soldi bisogna averli per prestarli (le garanzie no!!! almeno fino a poco tempo fa);
2) i soldi dei depositanti se e quando ci sono non possono essere prestati random nella mera speranza che qualcuno li restituisca.

La domanda di credito non è domanda di noccioline... una analogia di tal fatta evidentemente deriva dal diritto (costituzionalmente riconosciuto?) di non essere "culturalmente attrezzati".

Anonimo ha detto...

@Anonimo appassionato: grazie del lungo commento delle 10:50. Probabilmente sono questioni sulla quali hai a lungo riflettuto. Raccolgo la domanda con cui hai chiuso:
In altri settori, in presenza di una domanda così forte ed insoddisfatta, altri player entrerebbero nel mercato e ne trarrebbero profitto.
Perchè in quello del credito no?

Già, perché no? Che cosa impedisce a vecchi e nuovi soggetti di proporsi con la mission di tutelare l'impresa-consumatrice di servizi bancari? Non è un'attività sovversiva ... Alle banche meno avvedute può immediatamente dare fastidio, ma a lungo andare conviene anche alle banche avere clienti che sanno quello che fanno.

PS: Avevo frainteso, la testa di ponte della lobby bancaria è Gigi, non Nicola.

Stanislao Moulinsky (aka Gigi) ha detto...

Ebbene sì, maledetto Carter hai vinto anche stavolta.
E ora non mi resta che confessare: Sì, lo ammetto, sono Stanislao Moulinsky e in effetti dietro a Passera, Monti, Ghizzoni, Profumo, Draghi ci sono io... e Luca mi ha smascherato...
Accidenti!!!!

Anonimo ha detto...

Tutto e' bene quel che finisce bene.... E l' ultimo chiuda la porta....
Rob

Dave ha detto...

@gentili Anonimi del 14 settembre (ore 10:01 e 10:13)
Certo!! Le disposizioni operative non regolano la concessione del credito...tuttavia regolano l'utilizzo del Fondo di Garanzia.
Qundi, se si concede credito a imprese prive dei parametri per l'ammissione all'intervento pubblico, sappiamo da subito che non godranno della relativa agevolazione.
Non vedo quale sia il problema!!!

Anonimo ha detto...

@Dave, infatti nessun problema.
Semplicemente in assenza dei parametri non può godere dell'intervento publico, ma può richiedere ed ottenere la garanzia di un Confidi. E che il non rispetto dei parametri non significa automaticamente un negativo merito credititzio. Tutto qua.

Dave ha detto...

@Anonimo
E chi è mai arrivato a quella conclusione!?!
Un confidi può sicuramente garantire un'impresa non ammessa all'intervento del Fondo e peraltro capita sovente nella pratica.

Anonimo ha detto...

Se ti ricordi eravamo partiti parlando dell'esigenza delle imprese ad avere garanzie per avere credito anche quando il "FCG non ti vuole". Tutto qua

Dave ha detto...

Certo.
E se il "FCG non ti vuole", il Confidi valuterà se garantire o meno un'operazione, considerato che non otterrà la controgaranzia.

Anonimo ha detto...

Così come avviene per più dell'80% delle operazioni dei confidi.

Dave ha detto...

Non è sempre vero!!
Dipende dalla linea strategica adottata dal Confidi!

Pantalone ha detto...

Dipende soprattutto dal capitale libero del Confidi cari miei e da nient'altro. Questo vuol dire oggi che qualsiasi confidi non può scegliere un bel niente. Niente patrimonio, niente garanzie se non controgarantite da FCG.
Insomma ora che "Pantalone" non paga più, come faranno i confidi che hanno già esposizioni molto più importanti di quanto il loro patrimonio possa garantire ad effettuare nuove operazioni?
Eh no, cari i miei Dave e Anonimo, i Confidi sono al capolinea. Hanno accantonato poco e quindi per i prossimi anni, se non saltano prima (e molti salteranno se è vero che accantonano poco più del 3% di quello che garantiscono con le sofferenze medie del sistema che ormai raggiungono il 7%), potranno garantire solo ció che il FCG potrà contro garantire.

Dave ha detto...

@Pantalone

Non bisogna generalizzare!!

Anonimo ha detto...

@ Pantalone, giusto non generalizzare: il confidi 107 per cui io lavoro al 30/06/2012 presenta un Total Capital Ratio del 25,57% e un TIER I del 24,41% (dati da basi PUMA) con uso alquanto marginale, oserei dire insignificante, del Fondo Centrale. Non siamo tutti uguali, per fortuna.

Anonimo ha detto...

Integro quanto sopra: concludendo il nostro capitale libero è pertanto quattro quinti del parimonio di vigilanza, cioè possiamo sviluppare ancora quattro volte il volume delle garanzie in essere, e sono già parecchie.

Sapio ha detto...

E neanche questo è bene. Avete capitale inutilizzato cioà male allocato. Comunque BdI ha già approvato il vs Icap? Dove possiamo leggere il bilancio?

Anonimo ha detto...

Si,si Icap stata approvata nel mese di marzo, Il capitale è "inutilizzato" perchè da sempre abbiamo una buona gestione del rischio e pertanto le sofferenze e le perdite sono contenute non perchè non si faccia credito, è vero potremmo fare di più, ma di questi tempi bisogna stare accorti.
Infine io sono un semplice dipendente e non sono autorizzato a svelare l'identità del mio confidi pertanto,mi spiace, per l'utima cosa non posso esserti di aiuto.

Frodo ha detto...

Cosa intendete per Icaap approvato da bankit, forse lo SREP ?
Indici così elevati ?... ricordo una considerazione sul rapporto della CCIAA 2012 sui Confidi: "...appare chiaro come la massiccia presenza di garanzie
segregate all’interno degli stock di garanzie in essere dei confidi operi delle distorsioni
nel calcolo degli indici di solvibilità."

Anonimo ha detto...

A parte L.108 antiusura, non abbiamo garanzie segregate

Sapio ha detto...

In marzo si invia l'Icaap in BdI che dovrebbe rispondere (approvazione)con lo Srep. Comunque è solo l'ispezione che spazza via l'illusione di non aver imbarcato perdite da detrarre dal patrimonio. Guardate il patrimonio sui bilanci prima e dopo l'ispezione. Li è la verità .

Anonimo ha detto...

Giusto Sapio, ma ti assicuro che la società per cui lavoro non è gestita da incapaci o incoscenti e pertanto ritengo che non abbiamo nulla da preoccuparci dall'ispezione BdI, almeno per quanto riguarda gli accantonamenti.

P.S. questo pomeriggio non sono al lavoro, solo per questo mi permetto di scrivere sul blog.

Anonimo ha detto...

Tom: lo SREP non è l'approvazione dell'ICAAP. BdI non approva gli ICAAP."Sulla base della normativa prudenziale, il processo di revisione e
valutazione prudenziale (SREP) è finalizzato ad accertare che gli
intermediari si dotino di presidi di natura patrimoniale e organizzativa
appropriati rispetto ai rischi assunti, assicurando il complessivo equilibrio
gestionale.
Lo SREP è costituito da un insieme di attività che consentono di esprimere
un giudizio sulla situazione attuale e prospettica degli intermediari e che
determinano, in presenza di carenze significative e/o anomalie, l’adozione
di coerenti misure correttive.
Lo SREP si articola in due fasi:
- una periodica: “ciclo di valutazione”;
- una eventuale: “correzione/follow-up”." Circ.269

Gigi ha detto...

Meglio del capitale "inutilizzato" che del capitale completamente ed "efficientemente" utilizzato secondo modelli matematicamente (o statisticamente, il che non è sempre la stessa cosa) perfetti ma spesso non rappresentativi della realtà. Talebianamente possiamo dire che questi modelli incorporano e inducono arroganza epistemica e sono prodromici a crisi come quella che stiamo vivendo. Se anche le banche (soprattutto le anglosassoni) avessero fatto un uso meno "efficiente" del capitale la crisi sarebbe stata assorbita ad un livello più basso di quello del debito pubblico e forse ne saremo già fuori. I responsabili di quel confidi sono stati lungimiranti se lo hanno fatto ragionando di prudenza e buongoverno, fortunati se inconsapevolmente o pigramente hanno erogato meno garanzie di quanto teoricamente possibile. In un caso o nell'altro forse sarà uno dei pochi confidi che potrà farcela con le proprie forze.
Un consiglio: tenetevi stretto il vostro capitale "libero" e non fidatevi dei modelli sofisticati che vi dicono che in base alla ponderazione degli asset (delle garanzie, non proprio asset) potete erogare di più. E' il vostro modo di essere "antifragili". Mettete la prudenza prima dell'efficienza. Se non credete a me leggetevi Taleb.(L'antifragilità è, secondo Taleb, la capacità dei sistemi di beneficiare e crescere grazie agli eventi casuali, agli errori e alla volatilità.)

Anonimo ha detto...

Complimenti, mi piace questa piega che ha preso il dibattito, mi sembra che in maniera "laica" si riconosce che non tutti i confidi sono uguali e che pertanto dire che un intero sistema, quello dei confidi, sia finito non è cosa giusta.
Come in tutti i sistemi, ci sono e ci saranno parti di esso, società, che non sono più adeguate e che sono pertanto destinate ad uscirne chiudendo le attività, altre parti invece che hanno ancora i fondamentali e i progetti adeguati e che quindi potranno continuare a stare in quel sistema.
Certo non bisogna adagiarsi,bisogna continuare a progredire a ricercare a crescere, ma ciò vale in tutti i sistemi.
L'ottica è che bisogna comprendere e far comprendere che i sistema dei confidi non è un sistema "comunista"dove tutti sono compagni - uguali, ma che ognuno ha dei valori diversi e quelli mette sul mercato, io sono convinto che il tempo mi darà ragione, certo solo chi ha buoni fondamentali può permettersi il lusso di attendere il tempo, ma così è anche nella vita.

MazzettaeScalpello Snc ha detto...

Attenti che il blog viene letto anche da qualche impresuccia. Che si domanda consapevole di averne bisogno (della garanzia ): avere credito per avere credito quanto mi costa la garanzia ? Quanto mi costa presa li anziche' la' ? Ma sopratutto perche' devo pagare di piu' con qualcuno che me la fa prendere sia li che la'? E' piu' onesta la Banca che mi dice basta la' o il Confidi -li - che mi porta in Banca che vuole anche la' perche' li non basta ? E' poco chiaro ? Pazienza , anche a noi PMI.

Anonimo ha detto...

Dottor Pansini, ben ritrovato! Se non capite, leggete i commenti a questo post:
http://alea-smefin.blogspot.it/2012/08/fondo-centrale-pubblicato-il-decreto.html
Nel merito: l'attività di mediazione creditizia mirante a portare in banca imprese con scoring idoneo per la garanzia del Fondo centrale è del tutto lecita. Intuisco che lei sia interessato a sviluppare questa attività, che tra l'altro consente di percepire una commissione di mediazione che assorbe una parte consistente dell'aiuto pubblico incorporato nella garanzia pubblica a prezzo politico.
E' altrettanto lecita l'attività di erogazione di garanzie svolta dai confidi, con e senza la controgaranzia del Fondo centrale, rivolta ad imprese con scoring idoneo e non idoneo. Se poi il maggior costo del confidi corrisponda a un maggior valore, non è scontato, né in senso affermativo, né in senso negativo.
E' poco chiaro? Pazienza, anche a me che ci ragiono da anni.
PS: Dottore: se vuol partecipare alla discussione, è sempre il benvenuto. Però le do consiglio: veda di cambiare lo spunto di riflessione che lei propone, mantenendo la sua identità, piuttosto che cambiare identità, e ripetere sempre la stessa cosa.

Studente ha detto...

Da quello che so, mi dicono che i Confidi accantonano poco rispetto alle banche, anche i 107.
Visto che ci sono molti addetti si lavori, chiedo se è vero, ma mi sembrerebbe strano.
Se posso approfittare chiederei anche un'altra cosa: Fatta 100 la garanzia, quanto capitale impegna un confidi? E il confidi accantona una percentuale identica per ogni impresa o distingue e versa di più per l'impresa che giudica rischiosa?
Grazie

Sapio ha detto...

Per norma BdItalia i Confidi assorbono il 6% dell'attivo ponderato, quindi meno delle banche che assorbono l'8%. Quanto all'accantonamento in conto economico le situazioni sono varie.