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sabato 9 giugno 2012

Fondo anti-crisi Molise: il Consiglio di Stato sospende l'annullamento del TAR. Bene, bravi, bis!

Come riferisce questa news, il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar Molise dello scorso 25 maggio  che per la seconda volta annullava le delibere della Giunta provinciale sul'affidamento a FinMolise del Fondo anti-crisi regionale varato nel 2009. Ne riferivo qui, e ci sono pure tornato sopra qua.

Rapido riepilogo: nel 2009 la Regione Molise lancia il Fondo anti-crisi, contestato da alcuni confidi. Uno di questi (il Confidi Rating di Larino) fa ricorso, due volte, al TAR di Campobasso. La Regione ottiene, entrambe le volte, la sospensione della sentenza del TAR dal Consiglio di Stato. Tali sospensioni non sono un giudizio di merito sui ricorsi del Confidi di Larino, ma consente di evitare il blocco del provvedimento contestato.
Nel frattempo sono passati tre anni.
Io mi sono già espresso. E voi, che cosa ne pensate?
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19 commenti:

Sapio ha detto...

Avvilente. Povere imprese molisane.

Giannino for president ha detto...

Bell'esempio di enti inutili e pasticcioni (tutti quanti, pubblici e pseudo-rappresentanze) e di spesa pubblica da tagliare.
Spero che Oscar Giannino entri presto in politica per farvi il contropelo. La smetterete finalmente di farvi le vostre guerricciole a spese nostre, con le imprese fuori al freddo.

Anonimo ha detto...

Non sapete nulla della situazione politica in Molise. Avete perso una buona occasione per stare zitti.
Tanto di cappello al Confidi di Larino. Ha avuto il coraggio di difendere le imprese dall'arroganza della casta che amministra la Regione.

Sapio ha detto...

Casta o non casta essa è legittimata dal voto. Se i cittadini si ritengono male amministrati la cambino: Con questo sistema le sole a soffrire sono le imprese che si vedono private dell'ossigeno in un momento in cui ne hanno bisogno.

Dario Boilini ha detto...

Sapio, avresti perfettamente ragione in situazioni normali ma.... le elezioni regionali del Molise sono state annullate dal Tar. Per inciso analoghi provvedimenti salteranno fuori prima o poi anche per Piemonte e Lombardia, se esiste un giudice a Berlino.
Se poi vogliamo dire che gli eletti sono i rappresentanti, in tutti i sensi, degli elettori allora sono perfettamente daccordo.
Non concorderò mai invece con chi si accanisce contro il ricorrente (che qualche buona ragione doveva avere per essersele viste riconoscere in primo grado) piuttosto che verso l'amministrazione che, sia che vinca sia che perda la battaglia legale, ha perso l'obiettivo concreto e politico di aiutare le imprese. Un maggior rispetto di principi di legalità e trasparenza avrebbero forse evitato questi tre anni di paralisi.

Anonimo ha detto...

Dario, quando un intervento tecnico urgente, il fondo anti-crisi, diventa un pezzo della partita a scacchi tra maggioranza e opposizione, e il suo fine passa in secondo piani, perdono tutti e la colpa è di tutti

Anonimo ha detto...

Posso concordare,e non conosco il Molise, ma oltre che essere eletti ( e ciò non legittima tutto) forse ci sono delle regole da rispettare e se non le rispetti ci dovrebbe essere un giudice (TAR) che le fa rispettare, questa si chiama giustizia. Non è corretto che nel nome della crisi o dell'emergenza si considerino uguali tutti, non è così, da una parte c'è chio non rispetta le regole e dall'altra chi chiede di farle rispettare in mezzo un tribunale che dovrà esprimersi. Abbiamo sempre detto che uno dei più gravi problemi del nostro tessuto economico è dato da una giustizia lenta ed incoerente e quindi partiamo da qui chiedendo agli enti pubblici di dare il buon esempio.
Ciao

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo, se c'è un'emergenza si affronta l'emergenza. Se c'è un bisogno si parte dal bisogno. Anche quando ci si deve mettere d'accordo con altri.
Se il livello del dibattito e dell'azione politica (e di conseguenza dell'azione amministrativa) sono scaduti a un livello in cui dei bisogni urgenti delle imprese o dei cittadini non frega (nei fatti) più a nessuno, l'alternativa non è il TAR o la ripetizione delle elezioni. L'alternativa è il commissariamento, come è accaduto nella sanità in diverse regioni.
Sulle regole: quali sono le regole negli appalti pubblici? Bella domanda. Il Confidi di Larino ha fatto ricorso sull'affidamento in house alla finanziaria regionale, ma se andiamo a leggere le news di tre anni fa, si nota che i confidi molisani contestavano del bando FinMolise l'apertura a confidi extra-regionali. Anche limitare l'accesso a un bando pubblico è contro le regole della concorrenza, no?
Tutti i sistemi di aiuto regionale ai confidi (anche quelli che funzionano) sono basati su compromessi e interpretazioni flessibili di alcune regole (appalti, aiuti di Stato in primis). L'alternativa non è il pieno rispetto delle regole, ma la paralisi, o la soppressione di queste forme di intervento pubblico, troppo problematiche da essere ingestibili. E' quello che sta accadendo.
Ci tengo a ribadire che non ho in questa vicenda una posizione di parte: da fuori noto che il sistema di relazioni tra pubblico e privato non è stato capace di far funzionare un intervento. Ho detto prima: la colpa è di tutti.
Come se all'Università di Trento smettessimo di insegnare Ragioneria, o Economia, perché gli aziendalisti litigano con gli economisti, o perché la Facoltà di economia litiga con il Rettorato. Magari alcuni hanno forzato le regole e hanno creato il problema. Ma a uno studente, a un'impresa che assume i nostri laureati, penso che non fregherebbe nulla chi ha ragione e chi ha torto al nostro interno. A quel punto se un professore dicesse: io ho ragione, non sono stato io a violare le regole quindi è tollerabile che quest'anno due miei corsi fondamentali tacciano, sarebbe una vergogna per il corpo accademico. Prima deve fare il possibile per far funzionare il servizio, poi (in separata sede) farà valere le sue ragioni con eventuali avversari o controparti. E le buone regole lo aiuteranno a far valere le sue ragioni.
E' una scelta di valore.

Anonimo ha detto...

Mi spiace ma non sono proprio d'accordo, le regole sono fatte per essere rispettate e dare certezza.Se vogliamo continuare così, magari ognivolta invocando le emergenze, va a finire che da noi restano solo i più furbi e non i più bravi, va a finire che con la scusa dell'emergenza facciamo gestire i mondiali di nuoto dalla protezione civile, va a finire che con una scusa o l'altra giustifichiamo tutto anche l'evasione fiscale, va a finire che possiamo scordarci uno Stato liberale e laico, ma sopratutto va a finire che investitori esteri scelgano altri Paesi.
Non centrano Confidi o Regione, comunque dobbiamo garantire legalità.

Anonimo ha detto...

Nel caso specifico Regione e Confidi c'entrano, un principio generale deve sempre essere applicato nel caso concreto. Non ho parlato né di nuoto né di fisco: ho parlato di una materia che conosco discretamente (i programmi di aiuto ai confidi) nella quale il confine tra il legale e l'illegale è veramente mobile e variamente interpretato dalle diverse Regioni, dai diversi TAR, dal consiglio di Stato, dall'antitrust.
E non mi faccia dire stupidaggini che non ho detto. Non ho detto, quando rispondiamo alle urgenze possiamo fare quello che ci pare.
Ho detto: se ci sono delle urgenze, la priorità è dare una risposta tempestiva ed efficace. Tempestiva, efficace e nel rispetto delle regole (che non è sempre un esercizio matematico, specialmente nelle materie di cui ci stiamo occupando).
La legalità non è un fine, o un contenuto, dell'azione politica, è una condizione.
Se l'azione politica è guidata dai bisogni reali, dalla ricerca del bene comune, allora è più facile trovare soluzioni efficaci e "compliant". Che ottengono un consenso ampio e magari bipartisan.
Se invece è terreno di contesa su interessi particolari, tanto il richiamo ai bisogni e al bene comune, quanto il richiamo alla legalità, diventano un pretesto. Usato strumentalmente, dall'uno e dall'altro contendente. Perché alla fine tutti hanno dalla loro qualche argomento dell'uno e dell'altro tipo.

Anonimo ha detto...

Mi inserisco da osservatore esterno. OK ma allora il problema è ancora più grave! Ma che Paese è un Paese dove si prendono provvedimenti normativo o amministrativi"nei quale il confine tra il legale e l'illegale è veramente mobile e variamente interpretato dalle diverse Regioni, dai diversi TAR, dal consiglio di Stato, dall'antitrust." E' un Paese da abbandonare! spero non sia proprio così e di sbagliarmi di grosso.

Anonimo ha detto...

BRAVO. IL FINE NON PUO' GIUSTIFICARE I MEZZI

Anonimo ha detto...

@Anonimo delle 16:47, che paese è? E' l'Italia!
C'è molto da fare per cambiare in meglio le cose.
Che gli incentivi (non solo quelli ai confidi) siano gestiti in modo così multiforme e spesso conflittuale, o inefficiente è un fatto. Forse è anche il sintomo (uno dei tanti) dell'esorbitanza dell'azione pubblica.
L'unico rimedio è semplificare, potare.

Anonimo ha detto...

@Anonimo delle 17:16: che cosa vuol dire, nel merito specifico, che il fine giustifica i mezzi? Chi l'ha affermato?
Io ho detto che la tensione giusta a un fine di interesse comune aiuta a trovare i mezzi giusti (e come corollario anche legittimi), e a mettersi d'accordo anche in presenza di interessi particolari distinti.

Anonimo ha detto...

Non ci dovrebbe essere nulla da mettersi d'accordo, i mezzi dovrebbero essere conosciuti in precedenza ed essere universali, anche se si tratta dell'Italia. Forse il Caos nelle incentivazioni è dovuto dall'Italica abitudine di trovare un accordo".

Anonimo ha detto...

Gli accordi si trovano prima di fissare le regole. A gioco iniziato non si possono cambiare i regolamenti.

Anonimo ha detto...

Signori anonimi vari, abbiate la compiacenza di declinare i vostri principi generali ed astratti nel caso specifico. E magari, se evocate dei fatti dei quali siete informati, perché non aggiungete qualche informazione concreta?

Anonimo ha detto...

Gentile Professore, ripeto, non conosco le vicende Molisane, e non mi riferisco a fatti specifici, riflettevo escusivamente su assunti riportati nei suoi commenti dove si può interpretare che l'emergenza o il fine possano in quanche modo portare a modificare le regole. Poi nello specifico se in Molise la Regione abbia rispettato le regole, se il Confidi ritenga di no e quale sarà il pronunciamento del Tribunale sono cose specifiche, ma che in qualche modo devono far riflettere sul fatto generale che la certezza del diritto non è un semplice corollarioe e che il metodo concertativo è buono se applicato in premessa cioè quando si determinano strategie e regole di applicazione, ma poi in fase attuativa tutti devono rispettare quanto è stato stabilito.

Gigi ha detto...

Molise? Qu'est-ce que c'est?