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mercoledì 11 aprile 2012

Sistema camerale: fondi per il patrimonio dei confidi 107

Il Sistema camerale continua la sua azione a sostegno dei Confidi. Dopo Confidi international (sezione co-finanziata del Fondo centrale), Unioncamere ha firmato un protocollo di intesa con AssoConfidi per il rafforzamento patrimoniale dei confidi. Ne ha riferito qui Il Sole 24 ore, una settimana fa.
L'accordo riguarda interventi diretti delle Camere di commercio nel capitale sociale dei confidi iscritti all'elenco speciale, ai sensi della norma inserita all'art. 39, c.7, del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 ("Salva Italia") sui soggetti diversi dalle Pmi ammessi al capitale dei confidi. Come riferisce l'articolo citato, l'accordo non dovrebbe esaurirsi qui. Assoconfidi e Unioncamere stanno approfondendo con ministero dell'Economia e Banca d'Italia la creazione di nuovi strumenti finanziari "ibridi", che consentano di intervenire sul patrimonio in via indiretta, senza incidere sull'assetto societario dell'intermediario. Inoltre, si punta ad armonizzare le procedure di sostegno delle Camere di commercio, visto che diversi Confidi con operatività regionale ricevono oggi contributi da una molteplicità di enti camerali con procedure differenti. Cito il passaggio relativo alle cifre del sostegno fornito dal sistema camerale negli ultimi anni:
L'alleanza Unioncamere-Assoconfidi arriva dopo un biennio in cui dal sistema camerale sono giunte risorse per 230 milioni, quasi il triplo rispetto al 2008, cioè allo scoppio della crisi. Nel 2010 sono stati versati ai Confidi 114 milioni, per 36 milioni destinati alla creazione di fondi di controgaranzia e cogaranzia, quindi in forma di contributi indiretti. Per i contributi diretti, invece, 37 milioni sono andati ad accrescere i fondi di garanzia, 24 milioni sono stati concessi per ridurre gli interessi pagati dalle imprese sui finanziamenti garantiti dagli stessi confidi. Circa 7 milioni sono stati investiti dalle camere di commercio per favorire processi di fusione ed aggregazione dei consorzi.
 Non sarà semplice attuare il protocollo sugli apporti al capitale. Come per Confidi International, sono le singole Camere di commercio a disporre dei fondi, e quindi competerà a loro selezionare i confidi eleggibili, assegnare gli importi, gestire l'eventuale contenzioso amministrativo dei confidi esclusi (a cominciare dai 106), che possono far valere eccezioni in punto di diritto degli appalti, della concorrenza e degli aiuti di Stato.
Inoltre, non è facile stimare la massa critica del possibile intervento nel capitale. Si dovranno adeguare statuti e governance.
Il punto più critico riguarda le esigenze drammaticamente differenziate dei confidi rispetto a questa forma di sostegno patrimoniale: per alcuni si tratta di un'utile integrazione di risorse, per altri di un urgente rabbocco di un capitale sottodimensionato. Non si potrà dare tutto ai confidi nella seconda situazione (non sarebbe equo).
Aspetto di conoscere i dettagli dell'accordo per farmi un'opinione più precisa.

PS 13/4: Su questa pagina del sito Fedart Fidi trovate il documento, le slide e il comunicato stampa relativo al protocollo Unioncamere-AssoConfidi. Non ho trovato dettagli tecnici da commentare.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

I fondi camerali, se fossero utilizzati a livello nazionale con una strategia omogenea diretta a sostenere i patrimoni dei Confidi vigilati da Bankit, darebbero senza dubbio un risultato finale ben più significativo.

Anonimo ha detto...

Penso che non ci sarà un centro di controllo nazionale degli apporti patrimoniali delle CCIAA ai confidi. Ogni sede disporrà delle proprie risorse per gli interventi che giudicherà prioritari.