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mercoledì 25 aprile 2012

Regione Veneto: freddezza di banche e confidi sul fondo "anti-suicidi"

Come riferisce il Corriere del Veneto, l'Assessore Maria Luisa (Isi) Coppola è uscita amareggiata da un incontro con le banche e i confidi presenti in Veneto. Amarezza per l'accoglienza fredda e cavillosa della proposta di ampliare lo scopo del Fondo di rotazione regionale in soccorso delle imprese in tensione di liquidità (ne abbiamo parlato in questo post).
Cito dall'articolo:

E’ il sempiterno scontro tra la politica e le banche, un classico di questa Grande Crisi, con la prima ad accusare le seconde di non volare abbastanza alto per sfuggire al pantano della crisi, e le seconde a rinfacciare alla prima di non saperne nulla degli ingranaggi che regolano l’orologio complesso dell’economia e dei mercati. La Coppola, comunque, va giù dura, nella consapevolezza che senza le banche, chiamate ad anticipare per metà i crediti insoluti alle aziende tanto ricche (sulla carta) da fallire, non si va molto lontani: «L’atteggiamento dimostrato è come disallineato nei modi e nei tempi rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Sarebbe stato auspicabile non dico entusiasmo ma almeno la volontà di ragionare fuori dagli schemi e invece la sensazione è che abbiano interpretato l’iniziativa come una buona occasione per chiedere ulteriori garanzie di allentamento dei criteri di concessione del credito e porre una serie di cavilli e tecnicismi per rendere poco fluida l’erogazione delle risorse, chiedendo anche tempo per la messa a regime dello strumento. Il nemmeno troppo nascosto riferimento allo scarso rendimento (per le banche) del rischio di questa forma di investimento è stata l’amara ciliegina sulla torta».
Intanto da Palazzo Balbi, dov’è stato attivato il numero verde dedicato alle imprese che vogliono sfruttare il piano (è l’ 800 177750 ), gli uffici fanno notare sibillini che dal 2008 ad oggi sono stati erogati ai confidi «ben 59,5 milioni di contributi, risorse che oggi sembrano non aver quasi valore, rispetto alla richiesta da parte della Regione di collaborazione, semplificazione nell’accesso alle garanzie». La Coppola, ad ogni modo, sembra decisa a convincere gli istituti che siedono in Veneto Sviluppo a «fare la loro parte». Con le buone o con le cattive.
Direi piuttosto che sono le sempiterne beghe tra interlocutori che rifiutano di affrontare i termini reali del problema sulla base di evidenze rigorose.

PS 26/4: trovate altri due articoli sulle iniziative della Regione Veneto sul Sole 24 ore o su Linkiesta.
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16 commenti:

Anonimo ha detto...

In Veneto si dice: Il lievro ghe dise recion al cunicio" (La lepre canzona per le sue grandi orecchie il coniglio). E' difficile credere sulla purezza della Regione e al contrario che le Banche e i Confidi siano così insensibili, forse c'è qualcos'altro che andrebbe compreso.

Gigi ha detto...

Il braccio finanziario della Regione non è proprio ben visto dai Confidi e dalle associazioni in genere, per il tipico campanilismo e le fette di potere da spartire. I confidi vorrebbero i "schei" della Regione (parte dei quali vanno a Veneto Sviluppo) senza che nessuno ci metta il naso dentro...
Io preferisco che qualcuno il naso ce lo metta...
Poi se la regione ha la coscienza pulita..., ormai le cronache giudiziarie hanno evidenziato che i politici in generale sono presunti colpevoli e devono (come Radames) solamente discolparsi....
Ormai dalla normale e civile presunzione di innocenza, per i politici, bisognerebbe passare alla presunzione di colpevolezza... In Veneto non ci dovrebbe essere una situazione come quella della Lombardia ma il condizionale (o la condizionale) è d'obbligo...

Anonimo ha detto...

Il naso dentro per i Confidi vigilati lo mettono in parecchi, dalla Vigilanza della Bancad'Italia, agli ispettori della Regione e dell'UE, al ministero per le Cooperative e per la legge 108 ai certificatori di Bilancio ecc.. e poi noi confidi del Veneto non abbiamo nulla da nascondere e le insinuazioni recano solo danno ai soci imprenditori.

Sapio ha detto...

Il problema da indagare è l’utilità, per le imprese, dell’esistenza stessa dei Confidi. Dire che i Confidi restituiscono al mercato 20 volte quanto ricevuto dal pubblico è una assurdità. La concessione della garanzia non condiziona l’erogazione. Quest’ultima si realizza se lo spread risk adjusted (cioè tenuto conto della garanzia e del rischio residuo del prenditore) che rimane alla banca è per essa profittevole o no. Quello che conta è il TAEG finale che il prenditore deve pagare, somma di quello che paga alla banca ed al Confidi. Il TAEG finale è, in caso di garanzia Confidi, per principio, superiore a quello che il prenditore pagherebbe direttamente alla banca per coprire il proprio rischio. E’ un discorso che faccio da anni nell’interesse delle imprese ma ovviamente chi beneficia di questo stato di cose non ne vuol sapere e preferisce raccontare favolette e piangere cassa . Ma c’è la crisi ….. e le cose, sia pur lentamente stanno cambiando.

Anonimo ha detto...

a Sapio, questa è un altra questione.
Non si può fare di ogni erba un fascio, i prezzi della garanzia variano assai da Confidi a Confidi e la capacità di intermediazione nella detterminazione dei tassi applicati dalle banche, anche. Quindi prima di scegliere da chi farsi garantire forse sarebbe bene che le imprese valutino anche i costi finali, ma dire che tutto è male non è giusto.
E poi ora con la crisi non è più questione di TAEG ma di avere o non avere il credito e credimi, sono sempre di più le imprese che vanno al Confidi solo per poter continuare ad aver credito.
Concordo che la crisi selezionerà anche all'interno del sistema delle garanzie.
Chiedo solo prudenza nel pensare che gli imprenditori sono stupidi e che comunque pagano.

Anonimo ha detto...

Sono veneto e opero all'interno di una Associazione imprenditoriale.
Ho seguito con attenzione la costituzione del Fondo antisuicidi della Regione Veneto e questa mattina ho sentito da Giannino l'esaltazione per quuesta iniziativa e l'intervista dell'Assessore Coppola, non entro nel merito, voglio solo aggiungere un elemento di valutazione, l'iniziativa si avvale dei Fondi di rotazione abbattendo i tassi (bene),ma non rafforza le garanzie
su queste pratiche che per natura hanno un dicutibile merito creditizio. Ho paura che il "cerchio non quadra"
Ciao Palmi

Gigi ha detto...

Se le pratiche non avessero un discutibile merito creditizio la presenza di una garanzia confidi sarebbe solo questione di ottimizzazione del costo del danaro (vado in banca a prezzo pieno o pago la garanzia ma ho un tasso di interesse agevolato?) e quindi di selezione dell'intermediario o della coppia di intemediari più convenienti.
Non è così.
Le imprese annaspano e i confidi sono lì per aiutarle, non a caso non sono SPA a scopo di lucro. Bisogna quindi cambiare prospettiva e considerare che il confidi è un erogatore puro di aiuti per trasformare agli occhi delle banche aziende non finanziabili in aziende finanziabili grazie alla loro garanzia. Ovvio che il tutto deve essere fatto in una ottica di efficienza e di razionalità e quindi servono le valutazioni di merito per adeguare (anche se mitigato) il costo del credito e della garanzia al rischio da affrontare e per valutare la sostenibilità dei business plan di salvataggio. Last but not least quando si erogano soldi pubblici o comunque comuni (il confidi è una comunità!) bisogna darne conto a chi i soldi li ha messi, è un principio di democrazia sostanziale. Inutile dire che aziende decotte, devono chiudere e che i confidi, le associazioni, etc. dovrebbero stare più vicini agli imprenditori per anticipare i tempi ed evitare che si arrivi alla decozione completa. Va recuperato lo spirito degli anni '50-'60 quando i confidi nacquero con vera solidarietà, speranza e fiducia nel futuro.
Vorrei che non ci fossero più suicidi e che non ce ne fossero mai stati, ma quando i tempi erano più duri e tutti eravamo oggettivamente più poveri, probabilmente ce n'erano di meno (anche se numeri ancora non ne vedo). Se accettassimo come naturale la nostra fallibilità ed il nostro bisogno di aiuto forse saremmo più forti.
Il mettere prima di tutto i risultati, prima di tutto l'avere, l'apparire, ci ha portati qui. Mettiamo prima l'Uomo e la prospettiva cambia. Quante volte abbiamo sentito dire "contano solo i risultati", guardiamo dentro alle nostre aziende e cerchiamo di capire, soprattutto quando abbiamo posizioni di responsabilità, quando abbiamo messo le cose prima delle persone, i profitti prima del rispetto, il bilancio prima delle relazioni umane. Il risultato eccolo qua. L'annientamento totale di fronte ai problemi. La fine come unica via di uscita.
L'emergenza non è economica, è culturale. Se non cambiamo la prospettiva siamo destinati a faticare parecchio prima di uscire da una crisi che prima che economica è sostanzialmente culturale.

Sapio ha detto...

@ Anonimo delle 10,20: Hai sentito su Salvadenaio l'intervento dell'imprenditore di Treviso che si è visto chiedere dall'ente di beneficenza locale (Confidi) 4.000 E per garantirne 30.000 e poi ci ha rinunciato mettendosi d'accordo direttamente con la banca (cattiva)? I Confidi non sono enti di beneficenza ma il loro modello di business regge solamente con gli aiuti pubblici. Il fatto è che, per agevolare le imprese, ci sono metodi più trasparenti ed efficienti, es. gli incentivi automatici ed i contributi in c. interessi. Ed il governo se ne è accorto e sta procedendo.

Sapio ha detto...

@ Anonimo delle 11,31: spiegaci meglio ! Questo perché garanzia o aiuto in conto interessi possono essere equivalenti, salvo la maggiore trasparenza del secondo.

Anonimo ha detto...

Scusa Sapio, cosa significa che garanzia e aiuto in conto interessi equivalgono ?

Anonimo ha detto...

@Sapio, ma le centinaia di migliaia di imprenditori che usano(pagando) i Confidi per svariati miliardi sono proprio tutti degli sprovveduti incapaci di fare i propri interessi? Non offenderci.

Sapio ha detto...

@ Anonimo 21,23 Il costo del credito dipende da forma tecnica, durata, rischio prenditore, costo provvista, costi operativi. Se una garanzia, magari pubblica e gratuita [non esistono, è solo una ipotesi di scuola] copre una parte del rischio la banca può applicare uno sconto [c'è una formula precisa per questo]. L'ente pubblico raggiungerebbe lo stesso obbiettivo agevolativo fornendo, anziché una garanzia, un contributo in conto interesse. Si capisce meglio ora?

Sapio ha detto...

@ Anonimo 21,43. Distinguiamo due casi 1) garanzie erogate a prezzo di mercato e 2) garanzie agevolate erogate in base a contributi di qualche ente. Nel caso 1) le imprese più piccole, gli artigiani hanno bisogno del servizio di accompagnamento in banca e, consapevolmente o meno, pagano nella commissione questo costo. E matematicamente impossibile, causa la doppia valutazione della banca e del confidi, che il credito garantito da un garante esterno [parenti esclusi]costi, in termini di Taeg di filiera,meno di quello non garantito. Nel caso 2) il Taeg può risultare conveniente a causa dell'agevolazione. In Italia c'è pure un'altro problema: la necessità di usare un garante esterno per aggirare le norme sul tasso antiusura. I prenditori meno meritevoli dovrebbero subire un tasso superiore all'usurario ma la demagogica legge lo impedisce col risultato di spedire certi clienti, rifiutati dalle banche, direttamente dall'usuraio. Passando invece per un Confidi il Taeg finale si diluisce. Comunque non c'è da offendersi: per quanto mi ricordo io, su varie ricerche BdI, Università di Roma etc, i crediti garantiti al 50% ricevono uno sconto medio, da parte della banca, di 20 cent di punto [di fatto le banche non hanno fiducia delle garnzie dei Confidi]. C'è un Confidi che applica commissioni di 20 cent di punto, pareggiando il Taeg di filiera? L'idea che una garanzia condizioni una erogazione è romantica e sbagliata: io la chiamo l'illusione della mosca cocchiera. La banca si fa i suoi conti ed eroga se le conviene cioè se l'EVA o lo spread risk adjusted, (adjusted anche per effetto della garanzia) le conviene. Secundum non datur. Comunque se esistono studi che espongono il Taeg di filiera dei crediti,non agevolati,garantiti dai Confidi sono pronto a ricredermi.

Turiddu ha detto...

Nel meridione un'impresa con rating 7 e sino a 10 che fruisce della convenzione di un confidi ha almeno 2 punti di sconto rispetto al rapporto diretto con la banca. Certo se il confidi poi le carica 3 punti di taeg di garanzia ......

Turiddu ha detto...

Confidi non vigilato !

Sapio ha detto...

Complimenti ! Posso avere l'indirizzo di una banca tanto generosa da valutare 2 punti% lo sconto da applicare ad un credito garantito da un Confidi non vigilato? E pensare che c'è chi si lamenta che le banche non valutano adeguatamente le garanzie Confidi.