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venerdì 27 aprile 2012

Radio 24: da Debora Rosciani in onda i confidi

Mentre vi scrivo (ore 12.30) Andrea Bianchi (Direttore di Artigianfidi Lombardia) sta raccontando a Debora Rosciani che cosa sono e che cosa fanno i confidi. Troverete il podcast della puntata odierna, dedicata alle forme di credito alternative per le PMI, sulla pagina del programma Salvadanaio.
A seguire parleranno Giancarlo Gagliardini (Fidimpresa Marche) e Mario Filippello (segretario CNA Sicilia e coordinatore Assoconfidi Sicilia). Artigiani superstar!
Arrivano anche telefonate di ascoltatori, non tutti soddisfatti dei confidi.
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19 commenti:

Sapio ha detto...

Interessante l'intervento dell'imprenditore trevigiano che si è visto chiedere da un Confidi 4.000 E per garantirne 30.000 e poi ci ha rinunciato mettendosi d'accordo direttamente con la banca.

Anonimo ha detto...

Semplice, non aveva bisogno della garanzia se la banca gli ha concesso comunque il fido. Non so perchè sia andato a chiedere a un confidi. Se poi lo ha fatto per il tasso, giustamente ha fatto bene lui verificare il Taeg, e se a conti fatti era più conveniente non avere le condizioni confidi ha scelto il giusto. Speriamo che abbia effettivamente fatto i conti. Non capisco cosa ci sia da meravigliarsi.

Sapio ha detto...

Se era un buon prenditore il Confidi doveva concedere la garanzia: incasso sicuro, esborso improbabile. E se il Confidi fosse stato semplicemente ingordo? E si può essere ingordi anche con i cattivi prenditori. Magari approfittando dell'ignoranza altrui.

Anonimo ha detto...

Caro Sapio... E se.. E se.. E se.. A me sembra che da te emerga solo un grande pregiudizio.

Sapio ha detto...

Ma no, ma che pregiudizio. Il fatto è che io sono sostenitore del Business Office, e non del Confidi garante, come bene illustrato da Luca nella lettera di ieri al Sole.

Anonimo ha detto...

No Sapio ha ragione : quanto costa sto' cz di garanzia lo vogliamo dire o no ? Esistera' tra tanti cervelloni uno che mette a punto una formuletta empirica per stabilire un Taeg grezzo del costo della garanzia dei confiidi ...

Anonimo ha detto...

E quindi un pregiudizio c'è .Comunque la garanzia è una cosa il Business Office un altra che possono essere erogate assieme oppure no, ma l'importanza dell'una non annulla l'altra, e la realtà di oggi e che una grandissima moltitudine di imprese chiedono la garanzia senza mezzi coercitivi. I costi della garanzia variano da Confidi a Confidi e seno chiaramente riportati nei fogli informativi, mente non sempre i costi dei consulenti sono così chiari.

Sapio ha detto...

Non i costi servono ma il TAEG di FILIERA (banca+Confidi) calcolato in base a regola fisse e definite per norma.

Sapio ha detto...

Riassumo con un aforisma il mio pensiero (non è una novità lo so). La banca dice all’aspirante cliente prenditore: “Ho bisogno dell’ombrello (garanzia), tu cliente hai due possibilità 1) dai i soldi a me banca, io compro l’ombrello all’ingrosso e me lo pongo in capo [avviene così nel 99% dei casi] oppure 2) vai al Confidi, compri l’ombrello e me lo porti”. La seconda delle due è più costosa per il cliente [c’è quanto meno il costo operativo di una doppia valutazione] e tanto più ora che il Confidi è ponderato 50% e quindi il suo potere di “risk mitigation” è diminuito. Ma alcuni clienti (i più piccoli) scelgono la seconda strada perché hanno bisogno dell’accompagnamento in banca, alias accesso al credito, alias intermediazione pratica di fido.
Poiché comunque la maggior parte dei clienti si rende conto dell’onerosità della garanzia allora i Confidi invocano , e politicamente ottengono [sono costi della politica cfr Tondo, presidente Regione Friuli] , la facoltà di distribuire aiuti pubblici che abbattono il costo del loro servizio e lo rendono accettabile. Naturalmente siamo nel campo di operazioni non-a- mercato ma di distribuzione di aiuti. Il problema è che questo sistema è costoso ed inefficiente per le imprese. Inoltre è grandemente opaco. Gli aiuti, una volta giunti ai Confidi, vengono distribuiti in maniera arbitraria. Esistono Confidi a gestione familiare e con clientela familiare ed il merito di credito è solo un fantasma evanescente. Tanto sono soldi pubblici!
Pensate se gli attuali Confidi invece potessero distribuire cultura e conoscenze alle imprese, trasformandosi in Business Offices, [cfr lettera di Luca al Sole 24 Ore]. Allora si che assisteremmo ad una rinascita del sistema produttivo italiano. Quelli sarebbero soldi ben spesi.
In un mondo a noi vicino c’è stato un non gradito [ai banchieri] cambiamento: nei Fondi di Investimento.
I Fondi chiedevano commissioni a ristoro della loro asserita capacità di gestire il portafoglio. L’introduzione dei benchmark (avversatissima] ha dimostrato che la vanteria non era vera ed ha prodotto la nascita degli ETF (economici fondi passivi) che hanno divorato il mercato dei Fondi attivisti. Succederà lo stesso?

Anonimo ha detto...

I costi sono necessari per calcolare il Taeg di filiera come dici tu, e le regole per calcolare il Taeg sono comunque universali.. Se poi si vuole alludere ad altro e altra cosa.

Anonimo ha detto...

Sapio quante imprecisioni, sta buttando via il bambino con l'acqua sporca.

Macchiavelli ha detto...

Scusate l'intromissione ma credo che sia piu' semplice iniziare ad essere chiari su un aspetto : i confidi devono essere utili alle imprese . Assolutamente utili poi se vengono, i confidi, beneficiati di contributi pubblici . Se con meno contributi pubblici si dovesse ottenere lo stesso risultato per le imprese senza i confidi sarebbe cosa buona e giusta che questi ultimi chiudessero i battenti come distributori di garanzie . Rimangano in piedi per "il servizio di accompagnamento" . Semplice

Anonimo ha detto...

Giusto, e non sarà Sapio a dire se sono o saranno utili, ma sarà il mercato, mi sembra elementare

Sapio ha detto...

Le regole del TAEG sono universali? Allora la quota associativa [teoricamente ripetibile] ci va o no nel TAEG? TAEG di FILIERA ! Chi lo deve esporre? Chi ha mai ricevito una comunicazione in tal senso?
Il mercato farà giustizia? Certo. Però solo se sono sospesi gli aiuti pubblici. E non mi pare aria.

Sapio ha detto...

Bambini, acqua sporca, imprecisioni. Quali?

Anonimo ha detto...

@ Sapio, non mi risulta che ci siano Confidi che facciano pagare quote Associative ripetibili, io so che le quote associative ripetibili si pagano alle Associazioni per i servizio (sindacali o altro) che queste prestano. Se poi vuoi nel Taeg puoi calcolare anche il biglietto del Bus per raggiungere il Confidi o la Banca, il costo della telefonata fatta da casa per prendere l'appuntamento ecc... ma dimmi invece i costi "trasparenti" di alcuni consulenti d'impresa !!!!

Anonimo ha detto...

Diversi confidi fanno sottoscrivere quote sociali per un valore proporzionale al credito garantito. Alla scadenza il socio può recedere e ottenere la restituzione. E una sorta di cauzione infruttifera esposta al rischio di riduzione del capitale per perdite.
Altri confidi (per non fare nomi, Eurofidi Torino) sono passati negli ultimi anni a un pricing composto esclusivamente di costi a titolo definitivo: prima chiedevano sottoscrizioni di quote sociali o versamenti a fondi rischi collettivi (restituiti al netto di una quota di perdite), ora chiedono commissioni e versamenti a fondo rischi. Così è più chiaro e facile calcolare il TAEG, ma non è detto che lo stesso TAEG si sia ridotto.

Anonimo ha detto...

@ Luca, quindi per essere chiari non si tratta di " Quote Associative Ripetibili" ma di quote sociali restituibili, due cose ben diverse condivisibili o meno. E non parlavamo della quantità del TAEG ma della sua Trasparenza.

Sapio ha detto...

@ Anonimo: sulla trasparenza dei costi dei consulenti non so dirti perché io non ho mai fatto il consulente. Se vuoi per te lo faccio gratis. Chiedimi e ti risponderò.