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lunedì 20 giugno 2011

Il bilancio 2010 di Finsardegna

Segnalo la pubblicazione del bilancio 2010 di Finsardegna, confidi 107 regionale affiliato a CNA. Il documento di bilancio è chiaro e ricco di spunti interessanti sia nei testi, sia nei prospetti e negli allegati quantitativi.

Finsardegna è una realtà dinamica, amante delle sfide. La sua attività di garanzia "post 107" si è concentrata su forme eleggibili a prima richiesta, e non (come si precisa in nota integrativa) forme cappate come operazioni effettuate a valere su fondi monetari e/o cartolarizzazioni. Il portafoglio comprende qualche posizione di importo rilevante che normalmente non si troverebbe in un confidi artigiano. La struttura conta 57 dipendenti,  di cui 32 nelle filiali sul territorio.
Dal bilancio 2010 si rileva la crescita delle masse di garanzie intermediate, che ha quasi raggiunto i 150 milioni a fine anno. E' cresciuto il numero dei soci, mentre si è leggermente ridotto l'erogato. Il confidi ha perseguito una politica rigorosa di frazionamento e selezione settoriale dei rischi, puntando in via prevalente su operazioni di importo compreso tra 5 e 50 mila euro. Inoltre è cresciuta la quota delle garanzie su fidi a breve termine, mentre si sono tagliati gli interventi sulle scadenze più lunghe.
Finsardegna si è distinto nel 2009 per aver avviato l'erogazione di "credito diretto" nelle forme di finanziamenti per cassa e di fidejussioni personali. Questa attività ha raggiunto volumi significativi (rispettivamente uno stock di 4,3 e 1,8 milioni a fine 2010). Anche su questa attività, fonte di rischi meno diluiti rispetto alla garanzia collettiva, Finsardegna ha applicato standard più selettivi, limitando gli importi unitari e riducendo il numero di interventi a sostegno di imprese in precontenzioso.
Il confidi riassicura il rischio nei confronti di un confidi settoriale di 2° livello e di fondi pubblici (Regione, province e comuni). Sono fonti utili di assorbimento delle perdite, poco valgono però come supporto patrimoniale.
Il conto economico chiude con una perdita di 1 milione di euro, ridotta rispetto al 2009. I ricavi per commissioni nette ammontano 2,6 milioni, e sono idealmente integrati da 2,1 milioni di contributo regionale e recuperi da riassicurazione (alla voce "Altri proventi di gestione"). Tali ricavi caratteristici sono assorbiti da spese amministrative per 4 milioni (cresciuti di 850 mila euro) e rettifiche di valore su garanzie per 1,2 milioni (calate di 2,7 milioni). Mi ha colpito il margine di interesse negativo, dovuto alla presenza di interessi passivi su due mutui per l'acquisto e la ristrutturazione della sede e su un prestito obbligazionario emesso dal confidi. Il reddito è gravato da una minusvalenza di 237 mila euro sulla cessione di un immobile decisa per liberare risorse immobilizzate e quindi non fruttifere.
Il coefficiente di solvibilità Tier 1 è dell'11,1%.
La sfida per il 2011 (e gli anni a seguire), dopo aver riportato sotto controllo i rischi emersi nel 2009, è quella di costruire un conto economico che consolidi la base patrimoniale a fronte di un'operatività in crescita (per far rendere l'investimento nella rete), avendo chiaro l'apporto relativo di risorse pubbliche. Stampa questo post

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