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venerdì 17 giugno 2011

Decreto sviluppo: emendamento per i confidi dei liberi professionisti

Con l'approvazione di questo emendamento al Decreto Sviluppo presentato dall'on. Montagnoli (Lega Nord), la legge quadro sui confidi viene modificata in modo da includere i liberi professionisti tra i soggetti che possono promuovere la costituzione dei confidi (che penso implichi più in generale l'ammissione a socio di un confidi).
In dettaglio, il comma 8 dell'art 13 della legge 326/2003, reciterebbe:
8. I confidi sono costituiti da piccole e medie imprese industriali, commerciali, turistiche e di servizi, da imprese artigiane e agricole, come definite dalla disciplina comunitarianonché da liberi professionisti.
Ne parla anche questa news Radiocor. L'intervento legislativo chiarisce definitivamente una querelle annosa, delle quale ci siamo occupati a più riprese. Esiste giù una struttura che si propone come confidi rivolto alle imprese clienti dei liberi professionisti.
Mi appello agli amici commercialisti affinché esercitino con discernimento questa loro facoltà, tenuto conto possibile conflitto di interessi che potrebbe nascere tra i loro ruoli di beneficiari di garanzia, consulenti di imprese beneficiarie di garanzia, e amministratori di banche locali concedenti credito assistito da garanzia. Stampa questo post

2 commenti:

RoeRos ha detto...

Mi sembra un emendamento al passo con i tempi . Che differenza c'è tra un lavoratore autonomo con un dipendente che aggiusta uno scaldabagno e un professionista con un collaboratore che offre un servizio di tipo tecnico o consulenziale ? Poi a prescindere dalla costituzione del consorzio da parte di questi soggetti è importante il fatto che si apre per tutti i confidi compresi quelli artigiani la possibilita' di associare chiunque faccia parte di una qualsiasi categoria professionale. Sono assolutamente favorevole !

Anonimo ha detto...

@RoeRos: prima di tutto grazie per aver interrotto una decade di silenzio dei commentatori.
La querelle sull'ammissione dei commercialisti era un tormentone; concordo, il chiarimento legislativo è opportuno perché risolve un contenzioso strisciante, e riconosce che uno studio professionale è un'attività di servizio che genera dei fabbisogni finanziari.
La cosa che un po' sconcerta è un'altra: mentre è in corso il processo di attuazione delle norme in materia di confidi del nuovo TUB, attraverso decreti correttivi e imminenti norme del MEF e di Banca d'Italia, esce questa spennellata nel Decreto sviluppo, avulsa da tutto il resto. Da profano, intuisco che le federazioni dei confidi e gli ordini professionali viaggiano su due binari diversi.