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mercoledì 1 giugno 2011

Cofidi Veneziano: approvato il bilancio 2010

Ricevo e volentieri metto a disposizione il bilancio 2010 del Cofidi Veneziano approvato dall'Assemblea dei soci il 1° maggio scorso.
Emanazione della Confartigianato Provinciale, opera nel veneziano dal 1959. Con quasi 9.000 aziende associate, è il confidi più grande nella provincia di Venezia. Svolge, inoltre, servizi di consulenza tecnica in materia finanziaria e creditizia e di assistenza nelle richieste di contributi verso Enti Pubblic; è presente in tutta la Provincia di Venezia attraverso gli Uffici delle Associazioni Artigiani che collaborano alla pre-istruttoria delle pratiche.
Cofidi Veneziano aveva in essere a fine 2010 garanzie per 96 milioni di euro, e un patrimonio di vigilanza di 25,6 milioni. Ricorre a contro-garanzie con il confidi regionale di settore di 2° livello e in minor misura su fondi regionali e sul fondo centrale.
Il bilancio è corredato di una nota integrativa dettagliata, ad esempio sulla valorizzazione delle passività per garanzie valutate al fair value e i fondi rischi a fronte di esposizioni in bonis, incagli e sofferenze.
A margine noto che la struttura dello stato patrimoniale IAS "bancario" infila i dati sull'attività caratteristica tra le pieghe della sezione "Altre passività". Servirebbe un'estensione dello schema per i confidi che metta questa voce in un posto più degno e visibile.
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5 commenti:

Sapio ha detto...

Cioè il Fondo Rischi è infilato fra le Altre Passività.
Un'altra cosa che rende frustrante esaminare un bilancio Confidi o Bancario è l'impossibilità per un osservatore esterno di valutare la congruità degli accantonamenti per Perdita Attesa. Nelle aziende industriali o commerciali si può stimare la congruità degli accantonamenti al Fondo Ammortamento facendo un rapporto con gli immobilizzi lordi ma nei Confidi e nelle banche non c'è modo di stimare la congruità dell'accantonamento al Fondo rischi perché non è nota all'esterno la qualità dei crediti o dei rischi sottostanti. Solo la BdItalia può farlo in fase di vigilanza ispettiva o tramite l'Icaap-Srep.

Anonimo ha detto...

Come dico nel post, il commento in nota integrativa alla composizione del fondo rischi è molto chiaro, e se ne possono desumere l'expected loss e per le esposizioni deteriorate la LGD attesa.

Anonimo ha detto...

Caro Luca tu che hai potuto esaminare questo bilancio, che giudizio dai di questo Confidi di "medie" dimensioni, anche in relazione alla discussione sulle giuste dimensioni?

Anonimo ha detto...

Non ho avuto il tempo di fare un'analisi approfondita, che richiederebbe dei dati medi di sistema per un confronto. Il confidi small business ha un assetto sostenibile anche con medie dimensioni se controlla l'equilibrio fra tre fattori chiave: incidenza dei costi del personale e di struttura, incidenza delle perdite su crediti attese, flusso di ricavi stabili (comprendenti la contribuzione pubblica "ordinaria"), a condizione che la dotazione di patrimonio sia compatibile con il possibile ulteriore incremento dei tassi di default.
Con i tassi di default di questi mesi, ho dei dubbi che questo assetto possa reggere l'erogazione di garanzie a prima richiesta, anche perché i canali di contro-garanzia prevalenti (Consorzio di 2° livello e fondi regionali) non sono eleggibili per Basilea 2.
Per rispettare i requisiti organizzativi ci vuole una buona offerta di servizi in outsourcing che non costino troppo. Qui c'è una criticità perché siamo ancora indietro (penso ai sistemi informativi).
Insomma, i confidi artigiani "medi" passati a 107 stanno lavorando discretamente, in continuità con la loro storia. Probabilmente dovranno fare qualche correzione o cambiamento di rotta, e farlo accettare ai loro referenti associativi, che non devono essere troppo invadenti.

Anonimo ha detto...

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