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sabato 21 maggio 2011

Equitalia: don't shoot the messenger

Dopo le marce fiscali, fanno notizia le reazioni animose, o peggio, alle visite dei dipendenti Equitalia. L'ultima, di cui parla il Sole 24 ore, è scattata a Lonigo con il sequestro del latore di una cartella esattoriale da 587mila euro per sforamento delle quote latte, malmenato e preso in ostaggio, per cinque ore, di un gruppo di allevatori inferociti.

Il disagio sociale sta montando in Italia e all'estero. Una classe del liceo di mio figlio Giovanni, in visita ad Atene, è rimasta consegnata in albergo per il pericolo di manifestazioni violente. In Spagna si allarga la protesta degli indignados. In Italia  protestano i contribuenti pressati dall'agente della riscossione.
Urgono azioni correttive, non demagogiche né di superficie. Su questo e sugli altri fronti critici aperti dalla crisi e non ancora risolti. Stampa questo post

5 commenti:

Gigi ha detto...

Il disagio sociale c'è. Ma il fatto è gravissimo. Spero che i sequestratori vengano incriminati correttamente per sequestro di persona, non ci sono scusanti per questi gesti. Le quote latte sono una questione annosa, ma non possono andarci di mezzo dei semplici dipendenti della società di riscossione. Se i 547mila euro sono dovuti, dopo tutti gli accertamenti del caso, sono dovuti e basta. Dovremo fare come nella Germania fin de siècle, dove un esattore delle tasse, per propria sicurezza, inventò una razza di cani che lo aiutasse come deterrente (si chiamava Karl Friedrich Louis Dobermann)? O dovremo mandare gli esattori col cavallo e la pistola come nel far west? Attraverso le tasse passa il rapporto con il pubblico e con la politica, l'ho detto mille volle ("no taxation without representation"). Questi fatti sono indicatori di un malessere che è antico, che sta nella pancia di chi ha votato DC per cinquantì'anni (la DC ha sempre avuto nei coltivatori diretti la base preferenziale di raccolta dei voti) per avere in cambio protezione e contributi, ha poi votato Lega per lo stesso motivo ricevendo promesse non onorabili, e adesso che bisogna rispettare vincoli di bilancio, le direttive europee, etc. se la prendono con l'impiegato di turno quel giorno. Vadano in galera.
Ma dovrebbero andare in galera anche tutti i politici, che nel tempo, hanno creato questa situazione. Tutte le promesse fatte hanno creato aspettative che, disattese, accendono gli animi. Tutti i movimenti che si scagliano, per raccogliere qualche voto, contro le tasse ed i suoi esattori hanno delle responsabilità. Non è solo colpa della crisi, ci sono altre colpe da non sottacere, sia per la corretta individuazione di responsabilità (penali, politiche, sociali) sia per imparare ad evitare questi errori in futuro.

Anonimo ha detto...

Sì, tra i rivoltosi anti-esazione ci sono gli opportunisti che hanno evaso le tasse o lucrato sul non rispetto delle quote latte. Ci sono anche imprese sull'orlo della chiusura perché hanno crediti verso appaltatori che non pagano perché non incassano dall'ente pubblico o perché ci marciano.
È difficile riconoscere gli uni dagli altri. Se i primi egemonizzano la protesta, con l'avallo di parti politiche o sindacali, siamo fritti.

Sapio ha detto...

La politica ha ovviamente le sue responsabilità: in primis aver distribuito illusioni con la garanzia della promozione facile per tutti, dall'asilo all'università. Todos caballeros o dottores. Responsabile la sinistra egualitaria ed il centro che nel peggioramento della scuola pubblica vedeva il rafforzamento della scuola privata (confessionale).

Anonimo ha detto...

Sarebbe utile una strategia piu' efficace da applicarsi dal momento dell'incaglio prima di tutto da parte delle banche poi anche da parte dei confidi quindi di equitalia. il problema serio e' che molte imprese hanno situazioni debitorie spaventose proprio perche' legate a situazioni dirette o indirette riferite all'ente pubblico che paga in ritardo. Come gia' trattato in altro post la soluzione non e' quella pomposa di anticipare il credito scaduto da mesi con convenzioni tra ente pubblico e confidi per "avvantaggiare" le imprese. Gli enti pubblici paghino a 30 gg e non dimentichiamoci che molte responsabilita' sono a capo di uomini leggi dirigenti pagati profumatamente ma totalmente inadeguati altro che i politici.

Gigi ha detto...

@ Anonimo: Quello che dici tu è verissimo, è tutto ciò che fa sentire come ingiuste e vessatorie determinate posizioni dello stato e di Equitalia, braccio armato della riscossione. Ciononostante e riconoscendo i grandi, grandissimi problemi, non vi è giustificazione ad un comportamento semplicemente delinquenziale come quello rilevato. Va dato un ordine di rilevanza alle ingiustizie. Quelle perpetrate dallo stato, tutto sommato, sono volute, abbiamo votato (in senso collettivo) noi i bellimbusti che fanno e disfano leggi ingiuste o mettono e tolgono questo o quel dirigente, bunga bunga a parte. Un sequestro di persona è un'ingiustizia diversa, molto maggiore, e di cui nessuno, in senso collettivo. è responsabile: solo il delinquente che la fa. L'agricoltore che ha sequestrato il dipendente di Equitalia, avrà avuto i suoi buoni motivi, ma se fa così non è diverso dai brigatisti di 35 anni fa che sequestravano e uccidevano persone perché pensavano di essere nel giusto. Queste cose sono sempre sbagliate, almeno finché abbiamo il diritto di voto, la libertà e la democrazia per poter, collettivamente, decidere un modo diverso, migliore di convivenza.