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sabato 21 maggio 2011

Confidi maggiori e dintorni: dopo l'ICAAP parte la campagna acquisti

Il 30 aprile scadeva per i confidi 107 il termine per l'invio alla Vigilanza del resoconto ICAAP. Un adempimento assolto da buona parte del sistema; alcuni hanno richiesto un periodo di grazia di qualche mese, che pare sia stato accordato, specialmente ai neo-iscritti.

La stesura di un piano strategico e finanziario/patrimoniale è un esame di quelli tosti. Con l'ICAAP i confidi si sono ancora più convinti del cambiamento di filosofia imposto dall'essere "107". L'ICAAP non è soltanto un esercizio di intelligence, ma anche di progettazione dell'assetto organizzativo e operativo. Sarà anche per questo che (mi è giunta voce) i confidi leader stanno selezionando personale qualificato per rinforzare le loro squadre. La ricerca pesca nel bacino naturale delle banche (servizi credito e convenzioni, financial and risk management) e tra le società di consulenza (per le funzioni inerenti l'organizzazione, i controlli e i sistemi informativi).
Se consideriamo che lo stesso problema ce l'hanno altri intermediari mission oriented (come le banche e le finanziarie regionali, per non parlare della Banca del Mezzogiorno), possiamo immaginare una land of opportunities per i bravi operatori e professionisti che si sono specializzati nella finanza delle Pmi e nella gestione del rischio di credito.
Come leggere questo fenomeno? Dà un segnale forte: la filiera si sta riorganizzando, e al momento la fucina del cambiamento è il sistema di relazioni tra i confidi leader e le banche medio-grandi più attente al loro mondo. Vedo queste ultime più disponibili a integrare i confidi nella loro offerta di soluzioni speciali per le Pmi. Ad esempio, il confidi è un partner gradito nell'accesso alla garanzia del Fondo Centrale perché assicura la gestione competente degli aspetti procedurali e dei rischi legali dello strumento. Se questo è vero, potrebbe invertirsi il trend di riduzione del peso della contro-garanzia FCG rispetto alla garanzia diretta, specie sulle pratiche di piccolo importo.
Non tutti i confidi sono entrati nella fucina del cambiamento: diversi tra i 107 "piccoli" devono ancora orientarsi nel nuovo habitat; sui 106 non si può generalizzare, c'è chi si fa in quattro per restare quello che è, c'è chi si fa in quarantaquattro per cambiare, ma i primi sono molti di più dei secondi.
I confidi medio-piccoli, 107 e 106, devono reagire con maggior determinazione. Se si vuole mantenere un sistema confidi pluralistico, legato alle proprie radici, occorre un profondo rinnovamento. Le occasioni e gli strumenti ci sono, e li ho indicati più volte: l'innalzamento della soglia di iscrizione, la creazione di una struttura tecnica di supporto (che aiuti a formare personale motivato e competente), un Organismo confidi minori non soltanto notarile.
Se non ci si dà una mossa, tra due anni avremo un sistema oligopolistico nel quale i piccoli sopravviveranno come agenzie di mediazione creditizia delle banche e dei confidi leader. E avremo perso non soltanto una tradizione preziosa, ma soprattutto l'occasione per dare un futuro migliore alla finanza delle Pmi. Stampa questo post

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