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domenica 13 marzo 2011

de Larosière: Basilea 3, non serve iper-regolare senza vigilare bene- Il Sole 24 ORE

Sappiamo tutti che l'estrema debolezza della vigilanza, soprattutto nei paesi che hanno adottato l'approccio del "tocco leggero", è stato un fattore di grande importanza nella crisi. Ovviamente, la regolamentazione era tutt'altro che perfetta e deve essere modificata. Ma se i controlli fossero stati più efficaci (come lo sono ad esempio in Canada, Italia e Francia) si sarebbe potuto evitare il peggio. Non è un caso che la mappa delle inefficienze della vigilanza coincide quasi perfettamente con quella dei fallimenti delle banche.

Nonostante questo, quasi tutte le autorità hanno concentrato la propria azione sulle regole, anziché sul controllo. Ma introdurre regole sempre più complesse non porterà grandi benefici: al contrario, non farà altro che incoraggiare il sistema ombra e l'arbitraggio regolamentare.
Sebbene il G-20 abbia parlato di vigilanza nei comunicati recenti, non si vede un'attività fervente su questo fronte.

L'intervento dell'ex presidente del Fmi ed ex Governatore della Banca di Francia prospetta un esito paradossale della stretta regolamentare di Basilea 3: l'intermediazione ad alta leva si sposta in un mercato ancora più nascosto, con l'appoggio dei potenti investitori che se ne servono, e le banche tradizionali pagano il conto dei ratio più pesanti (anche 5 volte, afferma de Larosière). Morale: l'economia paga un costo del credito più caro, e la finanza ombra prepara la prossima crisi sistemica.
Per evitare entrambi i paradossi, un'azione di vigilanza energica e severa vale più dei lacciuoli regolamentari. Ma nei paesi dove l'intermediazione finanziaria fa più del 10% del PIL è difficile che i governi lascino mano libera alla vigilanza dal tocco pesante (è già tanto se correggono la rotta della politica monetaria dal tocco leggerissimo).
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1 commento:

Gigi ha detto...

Giustamente non servono i limiti di velocità se non ci sono gli autovelox. Non solo: non bastano gli autovelox fissi, perché per quelli c'è il Tom-Tom. Fuor di metafora: solo se si è soggetti a verifiche puntuali, le regole possono funzionare. Inoltre servirebbe anche una certa deontologia professionale ma di fronte ai potenziali guadagni la deontologia cede il passo ed i controlli sono sicuramente il mezzo più efficace per ottenere il rispetto delle regole.
Per quanto riguarda l'arbitraggio regolamentare (lo spostamento delle operazioni proibite o regolamentate in luoghi o forme più permissive) serve un livello di vigilanza internazionale e più dinamica con poteri che vadano al di là delle singoli confini nazionali). Se si fa così bene, altrimenti fra dieci anni siamo qui ad affrontare l'ennesima crisi finanziaria (sempre che usciamo da questa...)