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sabato 12 marzo 2011

Confidi 107: pronti per il primo resoconto ICAAP?


Il 31 marzo segnerebbe il termine per l'invio alla Banca d'Italia da parte dei confidi del primo resoconto ICAAP, ovvero il documento riassuntivo dei dati e delle valutazioni relative al piano economico-finanziario e all'adeguatezza del capitale.
Uso il condizionale perché, nel caso delle banche, la scadenza è stata prorogata di un mese, e tra gli amici interpellati ho raccolto l'attesa, e l'auspicio, che anche gli intermediari 107 possano beneficiare di un periodo di grazia.
Se la scadenza fosse invece confermata, ai confidi in difficoltà nel rispettarla posso suggerire un adempimento alternativo: il resoconto ICAM, che consiste nell'invio  al Servizio Supervisione Intermediari Specializzati di una garbata lettera di rammarico accompagnata da confezioni di cuoricini, praline e dragées.

PS 14/3: A parte gli scherzi, la cosa da fare per chiarire eventuali dubbi è molto semplice: basta rivolgersi al Servizio Supervisione Intermediari Specializzati. A chi altro? E come suggerivo qui, ogni confidi lo faccia direttamente. Produrre carta a mezzo di carta non interessa a nessuno, tanto meno alla Banca d'Italia. Stampa questo post

21 commenti:

Sapio ha detto...

Che male può fare un mese in più per fare il primo Icaap. Diamogli tempo purché poi sia fatto bene e BdI possa giudicarlo e, se del caso, esercitare la sua famosa moral suasion.

Fulgido ha detto...

Preparare l'ICAAP è un lavoro che richiede soltanto buoni dati e un consulente che sa come confezionarli e commentarli. Non vedo il problema.

Anonimo ha detto...

Tom dice: @Fulgido L'ICAAP è un'autovalutazione, bisogna stare molto attenti a cosa si dichiara. A mio parere è molto più di un semplice esercizio...

Gossip ha detto...

Un Confidi mio amico mi ha chiesto tre ICAAP al prezzo di due, così è a posto anche per gli anni prossimi

Titius ha detto...

io ho un programma di generazione randomica di dati... qualcuno se ne accorgerà?

Anonimo ha detto...

Amici tutti: leggete il mio post scriptum (e non mangiate tutto il cioccolato che avanza)

Anonimo ha detto...

Tom dice: se l'approccio che leggo in questi post è l'approccio che i confidi 107 useranno per per il rendiconto ICAAP, allora BdI ha il dovere di farli chiudere. Evidentemente non hanno ancora compreso cosa sia la vigilanza...sigh.

falacci ha detto...

Qui siamo alle comiche. Forse qualcuno si é dimenticato che l'ICAAP é la FINE del processo di valutazione dei rischi, non l'inizio. Quindi chi non può fornire un documento oggi, sta dicendo che non ha fatto nulla di quello che doveva fare e quindi é completamente fuori dalla norma per gli intermediari vigilati. Concordo con Anonimo: chi non ce l'ha va sanzionato perché distrugge la reputazione di chi invece, con serietà e sforzo, ha fatto quello che doveva fare, come si doveva fare, e, caso sempre più sparuto, nei termini di legge. Annuncio ai 'non pronti': cambiate fornitore di software, se questo é il problema, che di venditori di fumo se ne sono visti tanti.

Oracolo ha detto...

Credevo che il colpevole fosse il maggiordomo, ma mi devo ricredere, è il fornitore di software.
Conosco inoltre un pastore sardo che vende capre espiatorie, se ne serve qualcuna posso far girare l'indirizzo.

falacci ha detto...

@ Oracolo: credevo che l'argomento fosse serio.
Leggiti il post di Luca sulla scadenza 30 Aprile '...e magari aspettano upgrade degli estrattori dai loro sistemi informativi e dei modelli di pianificazione e risk management. ...'
Non dovrebbe essere un blog per gli addetti ai lavori ? Per le battute c'é Facebook.

Anonimo ha detto...

@falacci: non stracciamoci le vesti; tutti i confidi sono indietro; mettiamo atema il lavoro da fare, non chi è più bravo; ho poi detto che la Banca d'Italia guarda alla sostanza, quindi non è il caso di pavoneggiarsi per aver rispettato la forma. Se qualcuno ha rispettato la sostanza buon per lui, gli faccio i complimenti.

falacci ha detto...

Vero: tutti i confidi (non tutti, per quanto ne so io) sono indietro. E allora ? Mal comune mezzo gaudio ? Rispettare la sostanza é il minimo e un dovere, in un mondo normale. Non mi pare l'approccio giusto per farsi rispettare da Banca d'Italia. Se ogni volta piangiamo come possiamo essere nominati interlocutori alla pari degli altri ? Sono anni che va avanti questo 'passaggio epocale', con dibattiti, convegni, studi, gente che gira il mondo a parlare di ICAAP, IAS, etc. etc. e ancora c'é gente che non é pronta ? Per conto mio deve essere fatto uno sforzo da tutti quanti per raggiungere livelli di 'attendibilità' (non mi viene altra parola) pari a quella che BdI si aspetta. E' inutile insistere sulla funzione sociale dei confidi se poi non siamo in grado di proporre una linea che abbia una base solida ed affidabile. Come si fa a pensare, e pretendere, una modifica nell'utilizzo dei fondi pubblici nel patrimonio di vigilanza se non diamo la sicurezza di poterli gestire in ogni aspetto con cognizione di causa ? I problemi sono sotto gli occhi di tutti: i soldi non ci sono e ce li deve mettere il pubblico. Proprio per questo dobbiamo far sì che cresca la sensazione che siamo le persone giuste al posto giusto. E 'pubblico' vuol dire 'soldi di tutti', non solo 'soldi dei soci'. Con le proroghe e le scappatoie non si va da nessuna parte.
Vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca. E magari anche belloccia. Se non ci diamo una mossa sul serio, appena finita (se finirà mai) questa crisi, le banche non avranno più bisogno e di noi, e allora ti saluto.... E si portano via anche la moglie....

Anonimo ha detto...

@Falacci: Sono d'accordo sul fatto che i confidi devono essere credibili e recuperare il tempo perduto, e per "rispettare la sostanza" ci vuole tempo, per formare le persone e costruire dei sistemi affidabili ci vogliono mesi e mesi. Chi si è mosso prima finirà prima questo percorso, ma di sicuro nessuno è giù arrivato alla meta, con la massa di novità da gestire e di problemi piovuti in testa nel frattempo.
Aggiungo che nei confronti della Banca d'Italia la credibilità si guadagna dialogando e interagendo, soprattutto in questa fase di decollo dei 107, che è ben lontana dall'essere finita. Si deve imparare insieme.
Altro concetto non scontato sul quale insisto: la direzione e la struttura del confidi devono prendere in mano in prima persona le questioni cruciali per l'equilibrio gestionale, che poi sono quelle che interessano alla Vigilanza. Il malvezzo di pensare "Le perdite ce le coprono i politici, alla Banca d'Italia ci pensano i consulenti" è ancora diffuso. I CdA che vivacchiano in questa miopia irresponsabile andrebbero rimandati tutti a casa, immediatamente. Il bravo confidi va dal politico e gli chiede dei soldi motivando il quantum e il perché.
E non è detto che i confidi più grandi siano per forza più avanti su questi temi. E' arrivato il momento di fare selezione tra chi prende sul serio il lavoro di un confidi, nella realtà di oggi, e chi parla a vanvera.

Falacci ha detto...

Finalmente ci siamo capiti: '...Il bravo confidi va dal politico e gli chiede dei soldi motivando il quantum e il perché....'
Il difficile, adesso, é stabilire quando un confidi é 'bravo'. Concordo con tutto quello che hai detto. Ricordiamoci che, oltre ai confidi che devono imparare che cosa vuol dire essere vigilati, c'é Banca d'Italia che, a sua volta, deve finalmente mettersi in testa di imparare che rilasciare garanzie non é come erogare prestiti. Voglio essere 'andreottiano' pensando male e cercando di fare centro: per me lo sanno perfettamente (non voglio pensare che siano così sprovveduti anche perché ex BdI adesso fanno i consulenti, quindi la conoscenza c'era e c'é), ma la scelta principale é di equilibrio gestionale (tema caro a Luca) del 'sistema'. Cioé ho l'impressione che vengano risolti (lentamente) i problemi quando si presentano, e non quando si prospettano. Comunque l'idea che in fondo le perdite in qualche modo le coprirà qualcuno va combattuta con tutte le forze; anche perché prima o poi il giochino, quando c'é, finirà. E allora ? Di esempi in giro ce ne sono già.

Anonimo ha detto...

@Falacci, non sposo la lettura andreottiana: la Banca d'Italia non ha il problema di capire o di non capire, o di far credere di non capire, come funzionano i crediti di firma. Il problema è quello di costruire un impianto di contabilità e controllo della gestione e dei rischi presso i confidi e, su questo, delle procedure di vigilanza informativa e una prassi ispettiva. Ci vuole tempo anche per questo. Pensiamo a cosa accadrebbe se squadre di ispettori agguerriti facessero visita ai 107 dopodomani. La Banca d'Italia lo sa, e sta dando tempo ai confidi.
Concordo con te sul rischio di blocco incrociato tra le due parti, del tipo, vai avanti tu che a me vien da ridere (o da piangere). Per queso è da mesi che auspico la creazione di un tavolo Puma per cominciare a lavorare insieme, confidi, banche (non dimentichiamoci) e Banca d'Italia.

Pietro ha detto...

Falacci prova a ipotizzare un "bravo confidi" con grandi volumi di garanzia perfettamente contabilizzata e dimmi, senza alcun contributo pubblico, da quale cilindro tira fuori il PV necessario e mai ci riuscisse come farebbe a stare "nel mercato" con il prezzo della garanzia. Cosi ci rifletto e magari decido di tirar su un Confidi .......

falacci ha detto...

@Pietro: non mi sono spiegato. Ho già detto in altri post che senza contributo pubblico un confidi non va avanti. E' totalmente evidente e tuti lo sanno. Quello che volevo dire era che, proprio per questo motivo, si deve dare la dimostrazione, non solo a parole, di meritarselo, il contributo pubblico. Certamente non é un bell'ICAAP che dà la medaglia di 'bravo', non siamo alla scuola del libro Cuore. A dare la 'patente', però, é tutto quello che sta PRIMA dell'ICAAP. Quindi diciamo la stessa cosa. Faccio più chiaro il mio concetto. Non sopporto chi si mette in scia per poi uscire e fare la volata (Leggi: sfrutta le deroghe/rinvii per andare avanti e prendere tempo). E magari esultano davanti ai fotografi. Ovvero: chi non pedala é bene che resti a casa. Quindi, e ritorno a bomba sull'argomento, il problema (Puma o non Puma) é soprattutto nelle mani dei politici, e di conseguenza di Banca d'Italia: questi benedetti (letteralmente) fondi pubblici, li mettiamo o no nel Patrimonio ? Perché se continua l'impostazione attuale, non é pensabile che un Confidi possa fare miliardi di garanzie con i soldi degli altri ed avere un patrimonio ridicolo per la propria libera operatività. Mi pare una contraddizione evidente. Non voglio essere lo sponsor del 'tanto paga qualcun'altro' ,ma la realtà é quella che é e con i costi delle garanzie attuali, senza pubblico si chiude. Quindi vediamo di darci una patente di serietà indiscutibile, e poi vediamo se si crea una situazione di innegabile contributo pubblico. Chi non vorrebbe vedere amministrati i propri soldi da gente seria e preparata ? Ricordiamoci che deve essere attuata la nuova normativa. Questa é la vera occasione. L'organismo di controllo dei confidi sarà una cosa seria o un baraccone con le solite comparse ? Ai posteri...

Oracolo ha detto...

@falacci
Il post era serio.
Basta con l'uso dei consulenti, delle società di software, dei capri e delle capre, come soggetti su cui riversare le mancanze e le responsabilità del management.
Il tuo suggerimento ai confidi in ritardo non mi è piaciuto proprio. E' superficiale. Proviamo a cambiare qualche manager.

Anonimo ha detto...

@Oracolo: in alcuni casi è come dici. Aggiungo che non è solo un problema di management, a monte del management ci sono degli stakeholder che non delegano potere al manager, o lo frenano quando va ad affrontare i problemi nuovi e spinosi, tanto che problema c'è? Ci pensano loro.
In piccolo, si sta riproducendo la situazione di molte banche pubbliche pre legge Amato, deboli e lente in quanto eterodirette. Speriamo che non vada a finire allo stesso modo.

falacci ha detto...

Il mio suggerimento ai confidi in ritardo era volutamente superficiale come superficiali erano le scuse addotte. Forse non riesco a spiegarmi bene, o forse sono troppo lungo nelle risposte così che si perde il senso. Abbrevio: rispettiamo le regole, organizziamoci, troviamo i sistemi più adatti, non troviamo scuse, non facciamo le solite manfrine. E' più chiaro così?

Papa' ho perso il Confidi ha detto...

Chiaro ma banale .