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mercoledì 2 marzo 2011

Ancora voci nebulose su Unionfidi Piemonte - Torino - Repubblica.it

Dalla Banca d'Italia nuovi dubbi sulla patrimonializzazione di Unionfidi: ora si aspetta una ricapitalizzazione o l'intervento della Regione. L'assessore Giordano: "Non vogliamo perdere un pezzo importante del sistema dei confidi".
Dall'articolo desumiamo che nelle settimane trascorse dalle voci di fine anno ci sono stati contatti con le banche e con la Regione Piemonte per un intervento congiunto a sostegno di Unionfidi, con un mix di abbuoni su richieste di escussione (banche) e di giro di finanziamenti pubblici a patrimonio (Regione), il tutto combinato con l'aumento di capitale approvato dalle assemblee dei soci. Ci sono ad evidenza delle incertezze (anche se le uscite sulla stampa potrebbero essere, come le precedenti, un po' "ispirate", non poeticamente).
Seguiamo con attenzione il piano di riequilibrio di Unionfidi, che rappresenta il primo test importante della sostenibilità del modello di confidi industriale nello scenario post crisi e post 107. Qui ci sono vari interlocutori da mettere d'accordo: soci del confidi, banche più esposte, Regione, Banca d'Italia. I numeri sono importanti, se non li si mette sul tavolo alla fine è facile che qualcuno si tiri indietro.
C'è un problema da risolvere. Sarebbe il caso di chiamare mister Confidi (non c'è ancora), non le società di ricerca (come si è invece orientata la Regione).
Commentatori, restate lucidi e giocate la palla a terra, please.
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6 commenti:

Gigi ha detto...

Ho trovato la soluzione per UFP: seguendo la filosofia (negata, ma per affermarla) dell'ABI: con le rivalutazioni si fanno miracoli (più di S. Gennaro).
Seguitemi... Ho guardato il bilancio di UFP. Questo ha una piccola partecipazione in Eurofidi: ho guardato il bilancio anche di questo:ha una partecipazione in Artigiancredit Piemonte. Questo non ha il bilancio pubblicato su internet ma secondo me qualche partecipazione da rivalutare ce l'ha, magari possiede una piccola quota di qualche società aurifera piemontese. Basta rivalutare questa e si sistemano d'un colpo solo tre confidi. E la regione sta pagando profumatamente dei consulenti per capire cosa c'è nei suoi confidi. Guardi nelle miniere d'oro abbandonate che ha nel suo territorio. Ha un tesoro in casa e non lo sa.

Anonimo ha detto...

Un rimedio puo essere liberalizzare le partecipazioni sul capitale dei confidi insieme ad una compartecipazione agli utili con le banche e magari diminuire i moltiplicatori delle controgaranzie per poterle utilizzare nel CRM
Daniele

Sapio ha detto...

Secondo BdI le banche debbono star lontane dai Confidi (altrimenti garantirebbero se stesse).
Che vuol dire diminuire i moltiplicatori delle controgaranzie?

Anonimo ha detto...

intendevo dire che se la regione mi affida 1$ non e' amissibile garantire finanziamenti per 10$. Questo avviene perche giustamente il confidi deve aumentare il volume di affari per aumentare la redditivita, ma il problema sono le banche avide che non vogliono diminuire I loro introiti e allo stesso tempo vogliono le garanzie. Classico comportamento deviato del capitalismo .
Daniele

Sapio ha detto...

I Fondi regionali non sono eligibili per le banche che li accettano perché "male non fà ma se fa bene non si sa". Puoi prenderla con Basilea, Bruxelles, BdItalia ma è così. Circa l'avidità il mondo è pieno di studi accademici che dicono che l'avidità sta anche da un'altra parte. Cercali.

Beppe ha detto...

Prosegue l'interesse giornalistico su UFP, arricchendolo di nuovi dettagli.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/03/04/se-non-interviene-la-regione-unionfidi-sara.html

Ridimensionamento? Fusione? Voci?