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venerdì 18 febbraio 2011

Liguria: 433 mn alle Pmi erogati sul fondo di controgaranzia regionale - AGI

(AGI) - Genova, 17 feb. - Oltre 433 milioni di euro di finanziamenti bancari garantiti e 4.644 imprese liguri beneficiarie: sono i principali risultati del fondo di controgaranzia lanciato lo scorso marzo 2009 da Regione e Unioncamere Liguria
via agi.it
Come riferisce la news il fondo, avviato a novembre 2008 con una dotazione pari a 3,2 milioni di euro (2,2 milioni da parte della Regione, 1 milione dal sistema camerale), a fronte delle numerose richieste era stato esteso nella sua operativita' con un nuovo stanziamento di 4 milioni di euro per il 2010. Nel 2010 i finanziamenti sono stati a 2.493 imprese per 260 milioni di euro complessivi a fronte di garanzie alle banche da parte dei confidi per oltre 100 milioni di euro e controgaranzie a valere sul presente fondo per 51 milioni di euro. Chiedo agli amici genovesi qualche dettaglio tecnico (prima che Sapio domandi, retoricamente, se il fondo è valido per Basilea).
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10 commenti:

Monica Nolo ha detto...

Buongiorno Luca,
provo a rispondere brevemente alla tua richiesta. Si tratta di un intervento a sostegno dell'operatività dei confidi: in particolare il fondo, con un metodo assimilabile a quello della riassicurazione, copre una quota delle garanzie rilasciate dai confidi principalmente su finanziamenti concessi a fronte di investimento o di consolidamento di passività a breve termine.
Il fondo non ha le caratteristiche atte a qualificarlo a tutti gli effetti "Basilea compliant" e in tal senso non funge da vero alleviatore di rischio, ai fini della determinazione del patrimonio di vigilanza, neppure nei confronti dei due confidi 107 liguri.
Tuttavia è innegabile la sua utilità a sostegno del patrimonio dei confidi chiamati in questi anni a sopportare l'acquisizione di una quota di rischio molto importante.
Il pragmatismo tipico dei genovesi nei confronti del denaro ci porta a dire che sotto qualunque forma vengano date "e' palanche sun sempre palanche".

Anonimo ha detto...

Grazie, Monica, delle chiare puntualizzazioni. Quindi anche la Regione Liguria ha preferito seguire vie note e collaudate. Quando i default aumentano, si pensa a quanti soldi si hanno da spendere, più che alla scatola (Basel-compliant o no) nella quale li teniamo in attesa di spenderli. Perché è vero, nel momento in cui le si spende, "e' palanche sun sempre palanche", e un portafogli di coccodrillo non è meglio di una clip.

Sapio ha detto...

E' il solito fondo "che male non fa, ma se fa bene non si sa".
Se era per le palanche che hanno inventato a fare Basilea 1,2,3? Bastava tenersi i metodi nasometrici di prima tanto le palanche son sempre palanche.
Le banche sanno bene come difendersi, praticano prezzi non garantiti e le imprese subiscono.

Fulgido ha detto...

@Sapio, tu ti preoccupi ancora di Basilea 1, 2 e 3? Quando comincerai a preoccuparti di Tunisi 1, Cairo 2 e Tripoli 3? La soluzione del problema del rischio di credito? Sarà schiacciato da problemi ben più giganteschi.

Anonimo ha detto...

@Fulgido: per favore, ci mancano solo i consulenti apocalittici ...

Anonimo ha detto...

A parte gli scherzi badate che propedeuticamente all'ultima direttiva UE in Puglia è stato attivato un corso di formazione, prenderà il vial'01.04.2011 sulla formazione dei Direttori dei Confidi Vigilati potete verificare : www.nasometriformaz.conf

Monica Nolo ha detto...

@Sapio, purtroppo la recente storia ci insegna che gli accordi di Basilea non sono riusciti a scongiurare le crisi degli anni '80 e del 2008, così come, considerate le mediazioni intervenute, temo che anche Basilea 3 non garantirà al sistema un riparo dai rischi derivanti da una finanza spregiudicata.
Detto ciò, mi trovi pienamente d'accordo sull'opportunità che la misurazione del rischio di credito sia fatta con tecniche più sofisticate rispetto alla "nasometria": il sistema dei ratings nel suo complesso risponde a questa esigenza, con tutti i limiti che naturalmente una metodologia così fortemente standardizzata e originata in un contesto di "matrice anglosassone" può rivelare se applicata al nostro sistema di imprese.
Tuttavia, il problema che ci siamo trovati a fronteggiare subito dopo il crack della Lehman Brothers è stato di mantenere aperti i canali del credito a favore di imprese che si sono viste ridurre di punto in bianco le linee di fido accordate: questo non a causa di un immediato peggioramento del rating (la crisi sui bilanci delle imprese non si era ancora fatta sentire a cavallo 2008/2009), ma in conseguenza della mancanza di liquidità in cui il sistema finanziario mondiale si era improvvisamente trovato. Da quel momento in avanti la crisi economica e la preoccupante situazione dei mercati finanziari hanno contribuito da un lato al restringimento dell'accesso al credito per le PMI, dall'altro ad un aumento del costo del denaro in termini di spread applicati dalle banche.
In questo contesto i confidi sono stati gli unici strumenti di politica industriale a disposizione delle regioni per fare arrivare finanziamenti "di sopravvivenza" alle imprese ad un tasso "accettabile". Naturale che i confidi da soli non potevano e non possono reggere la mole di rischi che hanno dovuto assumere; quindi, lo strumento dei fondi di controgaranzia è stato il più semplice da attivare da parte delle Regioni per sostenere il patrimonio dei confidi. Sicuramente non è Basilea compliant, ma altrettanto sicuramente è un paracadute indispensabile alla nostra sopravvivenza e quindi comunque "fa bene". Purtroppo, pur non essendo superstiziosa, temo che i Maya abbiano azzeccato la previsione e che il 2012 sarà "tempestoso" per banche e confidi: il presumibile rialzo dei tassi di interesse che i signori della BCE paventano da qualche tempo e la perdurante incertezza/instabilità dei mercati (aggravata dalla situazione di nord Africa e India)daranno il colpo di grazia a molte imprese oggi tenute a galla da moratorie e riscadenziamenti del debito.
In questo contesto io mi tengo ben aggrappata al seppur striminzito portafogli della Regione cercando di ottenere quante più palanche possibile utilizzando, a tal fine, il più tradizionale dei metodi genovesi secondo cui "chi nu cianse nu tetta".

Anonimo ha detto...

Giusto, cara Monica, e i confidi dovranno anche farsi un tour de force per star dietro a quello che sarà, perché "Chi no sappa no lappa." (chi non zappa non mangia la zuppa).

Sapio ha detto...

Amici, non mi sfidate sul terreno dei proverbi (scherzo) perché non temo rivali.
Che ne direste di quello napoletano "Chiagni e f....."?

Sacripante Preti ha detto...

"L'é megio avei e braghe sguaræ 'nto cù che o cù sguaròu 'nte brâghe"