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giovedì 10 febbraio 2011

Confidi sotto pressione: diamoci una mano

Nigeria: linea ferroviaria in costruzione
Avete letto le esternazioni di Osservatore romano [sic!] sulla proposta di lavorare sui bilanci confidi? Sono sconcertanti, e non mi interessa sapere chi le ha scritte. Rivelano però un clima di tensione e di fatica che incombe sui confidi.
Ho sentito oggi due amici che hanno responsabilità importanti in confidi 107. Sono sotto pressione su diversi fronti: l'operatività che non può fermarsi, sistemi informativi da portare a regime, figure nuove da inserire in organigramma, col problema di definirne i compiti e soprattutto di formarle, statuti e governance da sistemare, convenzioni da rinegoziare. L'elenco sarebbe più lungo.
Penso che sia questo superlavoro il vero motivo dell'assenza dei confidi dal dibattito sul blog, più che le illazioni meschinelle di Osservatore.
Sia chiaro: per me i pochi commenti non sono un problema, mi fa piacere aggiornare il blog e notare che sono in tanti a seguirlo. Il vero problema ce l'hanno i confidi che lavorano da mesi sotto forte pressione.
In condizioni di stress non viene naturale confrontarsi con altri e cercare insieme le soluzioni ai problemi. Lo noto, e non da ieri. Per motivi misteriosi, nei confidi è difficile far circolare le conoscenze. Messi di fronte a un problema nuovo, i confidi avversi al rischio cercano un fornitore, o consulente e gli chiedono una risposta puntuale. I confidi più coraggiosi, o avversi alla spesa, assumono un giovane brillante e lo incaricano di imparare il mestiere, e di diventare un problem solver; può funzionare, ma c'è il rischio di bruciare il giovane. In molti casi, se si può, si rinvia la soluzione.
Rimangono embrionali, o poco sfruttati, i canali di circolazione delle competenze, come i rapporti tra colleghi di diversi confidi, i programmi di formazione comuni. Non parliamo dei tavoli tecnici permanenti, come (esempio che faccio spesso) l'equivalente del Puma per i problemi di contabilità, segnalazioni di vigilanza e sistemi informativi: lì c'è tutto da costruire. D'accordo, sono reti che richiedono tempo per ramificare. Però servono, servono subito: senza reti si decuplicano gli sforzi individuali, l'apprendimento è dispersivo, alla fine diventa tutto più lento e costoso.
E, ancora più importante, senza relazioni si lavora da soli, magari in organizzazioni di venti e più persone, ma in fondo soli di fronte al problema, all'oggetto specifico del proprio lavoro. Lì bisogna contrattaccare.
Diamoci una mano, allora.
Se può servire a facilitare i contatti, noi siamo qui, come sapete. Stampa questo post

30 commenti:

Gigi ha detto...

Le associazioni dei confidi, a mio avviso, dovrebbero essere anche il luogo di incontro e di scambio di queste competenze, e delle relazioni tra colleghi; non solo una macchina di rappresentanza per manifestare i comuni interessi, ovviamente più che legittima. Mettere a fattore comune le esperienze e le conoscenze dovrebbe essere una prassi quotidiana tanto più che i confidi sono senza scopo di lucro e quindi non dovrebbero temere alcuna concorrenza reciproca. Il credito garantito in Italia è una minima parte del tutto. C'è un campo stermintato ancora da mietere e non è plausibile che un confidi possa patire la concorrenza di un altro. Piuttosto la ricerca dell'efficienza dev'essere obiettivo principale proprio per dedicare più risorse alla solidarietà. Sono un idealista? Beh, se i confidi non hanno un anima solidale allora che senso hanno?
Arriveranno delle critiche da parte di OR? Probabile: fare economia per i confidi vuol dire risparmiare anche sulla consulenza, visto che potrebbero mettere a fattore comune le conoscenze e questo (in cauda venenum) potrebbe alleggerire il portafogli di OR.

Anonimo ha detto...

@Gigi: penso che le associazioni siano ben contente di favorire lo scambio di esperienze. Il problema è cominciare, chi, dove, in che modo. L'inizio è deciso dalle persone che vedono un problema, un bisogno, e si muovono. È immediato cercare lo sguardo, le energie, il conforto di altre persone. Se parte così, il lavoro dà gusto, speranza, responsabilità.
È questa la cosa nuova che intendevo dire nel post. È un passo avanti rispetto alla proposta del gruppo Smefin, un discorso più personale.

Emanuela ha detto...

Salve a tutti! Mi ero persa tutta la discussione che si è sviluppata dietro al post sui bilanci dei confidi tirata su da “Osservatore romano” che, già dalla scelta del nome, sinceramente mi fa pensare. E’ vero che si può ancora esprimere la propria opinione essendo in una democrazia, ma è altrettanto vero che in una società civile l’espressione avviene usando la buona educazione e soprattutto il rispetto; poi si può anche non essere d’accordo. In ogni caso, credo di aver ignorato volontariamente questa discussione perché si tratta di critiche distruttive più che costruttive. Mi sembra molto simile a quando partecipo a convegni e incontro persone che, mettono un muro di fronte a chi a livello teorico forse ne conosce un po’ di più. Credo che sia proprio un conflitto tra pratica e teoria. Sono condannabili entrambi i comportamenti: il teorico saccente che vuole istruire il pratico e il pratico sentendosi a priori offeso reagisce aggredendo e smontando tutto il lavoro dell’altro. Naturalmente nel caso in esame, i teorici non sono saccenti ma anzi, credo che, come molti di noi, vogliano semplicemente CONDIVIDERE conoscenze e professionalità per quella mutualità e quella solidarietà insite nei confidi. E qui mi allaccio al presente post. Condivido molto di quello che ha detto Gigi. Personalmente posso dire che sì, la paura effettivamente esiste, soprattutto perché si tratta di funzioni per certi versi nuove, e nuove per tutti i confidi vigilati. Ma sono anche consapevole che con l’aiuto dei consulenti che hanno fatto esperienza in intermediari diversi dai confidi e gli stessi tuoi dirigenti che ti supportano anche dal punto di vista morale, che il buon senso e che blog come questo e persone che lo rendono vivo e sono preparate sull’argomento possano aiutare tutti. Inoltre, allacciandomi al discorso di Luca, partecipare in sé a convegni o riunioni delle federazioni di consorzi fidi non ha molto senso; sta’ poi alla persona curiosa, intimorita o semplicemente entusiasta del proprio lavoro cercare relazioni per scambiare idee e sensazioni. Se uno aiuto non lo chiede, mai lo riceverà. Quindi questo può essere un modo per scambiare esperienze, idee e far nascere perché no strette collaborazioni. Infine, per esperienza personale, la logica del nostro confidi segue di base la condivisione e la collaborazione stretta con altri confidi, sotto diversi profili (co-garanzie, servizi accessori all’attività di garanzie, scambio di documenti interni, opinioni e pareri, etc.) e questo devo dire aiuta molto.

EROS ha detto...

Io trovo questo blog molto interessante e utile alla mia attività all'interno di un piccolo confidi 106. Certo non si interviene spesso anche per paura, ma soprattutto perchè non si sa bene come contribuire costruttivamente alle varie discussioni. Devo ammettere poi che c'è una preferenza evidente per i 107, mentre si dovrebbe tener conto dell'utilità dei piccoli Confidi per il credito garantito alle piccole e microimprese. Il problema più grave è la prospettiva, che fare e come, tenendo conto che per i 106 c'è un ridimensionamento dei contributi pubblici a fronte di un aumento consistente delle escussioni e delle sofferenze.

Anonimo ha detto...

@Emanuela: hai colto perfettamente la mia sottolineatura.
@Eros: grazie del commento. Non so se c'è una preferenza per i 107, ci sono sicuramente più notizie da commentare. Se i 106 ci raccontano qualcosa del loro lavoro e dei problemi che si trovano ad affrontare, come hai fatto, è un contributo prezioso per discutere ciò che è meglio fare. Il dibattito che mi piace è quello sulle cose concrete.

Anonimo ha detto...

Nota tecnica: ho ricevuto per mail la notifica del commento di Eros, ma sul blog risultava assente. Allora l'ho copiato e incollato dalla mail. Non so se è stato accidentalmente cancellato (non mi sembra). Chiedo all'autore di confermare se posso lasciare il suo commento. In caso contrario lo posso cancellare.

Sapio ha detto...

@ Eros, al convegno Confesercenti di Roma il rappresentante BdI ha detto che i 106 non potranno più gestire fondi pubblici. Allora ...?

EROS ha detto...

Il commento lo puoi lasciare.
Relativamente alla gestione dei fondi pubblici, in sintesi i 106 li utilizzano x garantire le Banche e quindi per pagare le escussioni, cioè per agevolare le micro e piccole imprese nell'accesso al credito a tassi convenzionati. Tolti quelli, o si riduce drasticamente l'attività di garanzia o si aumentano notevolmente i costi per i soci, non vedo alternative. Non riesco però neanche a capire perchè non possiamo avere un futuro nel mondo variegato della microimpresa.

Sapio ha detto...

@ Eros, il futuro c'è e come e, per usare le parole di BdI, i Confidi facciano servizi al territorio, cioè facciano da Business Offices.

Daniele ha detto...

@ eros: c'e' una piccola differenza tra confidi 106 e 107: banca d'italia. In attesa dell'organo di vigilanza proprio per I confidi 106 ora e' di cruciale importanza un dibattito incentrato sulle problematiche dei confidi 107 perché alcuni di noi potrebbero ricevere una visita dagli uomini di Draghi da un momemto all' altro. E poi non e' vero che queste tematiche non vi imteressano in modo diretto anzi, avete la fortuna di potervi trovare gran parte del lavoro gia fatto.

Anonimo ha detto...

Nota tecnica 2: il commento di Daniele l'ho ricevuto per mail alle 16.40 ma si è perso dal sito. L'ho recuperato, ma come Eros, Daniele può chiedermi di rimuoverlo se ha ritenuto di cancellarlo. Strano, non vorrei che ci fossero problemi tecnici ignoti.

Anonimo ha detto...

@Eros: difendere i meriti dei 106 in contrapposizione ai 107 è ormai inattuale. I confini tra i due comparti sono mobili. Molti attuali 106 diventeranno 107 se cresceranno come negli ultimi anni. Altri 106 che dapprima erano contrari, si sono uniti per formare dei 107 (penso ai confidi artigiani della Toscana, dell'Emilia Romagna e della Lombardia). In altri casi, come diceva Sapio, si può riconvertire il confidi in un business office. Naturalmente, un 106 medio piccolo con una buona dotazione di patrimonio e fondi, costi operativi contenuti, stimato dalle banche ha ancora spazio.
C'è un problema però, che tu evidenzi: senza fondi pubblici non si può operare. Quanto tutti i confidi, 106 e 107, dipendono dai fondi pubblici, e i fondi pubblici sono limitati e magari si riducono, come si fa? Occorre dimostrare di essere efficienti. L'efficienza non è nel codice genetico (o normativo) dei 107 piuttosto che dei 106, è il frutto di scelte strategiche, organizzative, contrattuali, prese dal confidi in un dato quadro normativo (garanzie, Basilea, DL 141, ecc.) di concerto con suoi partner (banche, enti pubblici, associazioni).
Io metterei a tema queste scelte. Contrapporre a priori 107 vs 106 nasconde la vera questione.

Roeros ha detto...

No.
Contrapporre 106 e 107 è corretto.
Si tratta di inserire una tale contrapposizione in una logica di mercato di efficienza e di "fondamentali".
Di Business Office se ne parla da decenni a prescindere ma a latere dei consorzi fidi.
Proviamo ad osservare da un angolo inesplorato :
"un 106 piccolo con una buona dotazione di patrimonio e fondi (creati con l'ausilio di briciole di fondi pubblici regionali ) con costi operativi contenuti stimato dalle banche e con un rating da 1 a 3 presta e comtinua a prestare il servizio della garanzia come che la frullata mediatica dei 107 non fosse mai avvenuta. Anzi le stesse banche guardano con terrore e preoccupazione l'aumento dei volumi sia dei rischi che delle garanzie prestate dai gia' 107 declinandone a uno due anni il collasso ( con i nuovi metodi previsionali e l'inevitabile proiezione sulla base sia dell'andamentale che dello dello stock ). Queste simulazioni tengono conto anche della presenza della contribuzione pubblica - regionale- che non puo' che diminuire visto l'aumento degli stessi 107 s base regionale.
Da questo angolo convesso rannicchiati ma ancora lucidi proviamo a chiudere gli occhi e a pensare come si sarebbe e si puo' ancora prestare garanzia, con metodologie piu' sofisticate, piu' efficienza e piu' efficacia, senza portare il culo di tanti anni di lavoro nella disponibilità assoluta del sistema bancario.
Un sistema cinico, giustamente, che ormai consapevole della debolezza - a breve - del sistema dei confidi vigilati inizia a stipulare accordi (adoperando metodi amabilmente "concutori") con diversi presidenti di 107 ( badate bene : presidenti ) in pseudo organismi di studio e inutili comitati di saggi. Non solo ma questi grandi gruppi implementano direttamente con gli enti locali ( su precise linee di credito ( civetta ! ) adoperando anche qui metodi amabilmente "concutori") con diversi presidenti di Provincia e Sindaci per intervenire , secondo loro agevolandole, su diverse imprese in settori specifici ( esempio in agricoltura )dove di tutto c'è bisogno tranne che di meri e agevolati finanziamenti !
Sta' quindi accadendo che un sistema granitico e possente, anche se imperfetto, si sta' velocemente prostituendo al sistema bancario dilapidando fondi pubblici senza nessun beneficio sul sitema delle imprese.
Qui mi affianco alla linea di pensiero di Sapio : meglio chiudere tutto centralizzare gli sforzi finanziari in termini di contributi ( vietando l'elargizione a cascata ai vari livelli ) e lasciare alla banca l'accesso a FCG aumentandone la copertura e basta !
L'impresa sii fa assistere dai pregiati e sopraffini sistemi delle associazioni o dai consulenti prepara lo schema del suo vestito finanziario e va' in banca a farselo confezionare : la banca valuterà a seconda della misura del seno e dei fianchi quale sostegno dare al vestito e se lo preleverà da FCG. Stop !
(Non rileggo il commento scritto di getto di domenica mattina se errrori ci sono errori ci siano .....come nei confidi ? )

Anonimo ha detto...

@RoeRòs: hai fatto bene a lasciare il testo scritto di getto.
Se è vero quello che dici siamo vicini al collasso del sistema confidi: i 107 sono insostenibili e quindi alla mercé delle banche e dei contributi pubblici, comunque insufficienti; i 106 sono schiacciati dai 107 che lottano per sopravvivere. Quindi se ho capito bene l'unica salvezza è fare consulenza (quindi business office) e dare contributi in conto interessi e garanzie dirette FCG. Il tutto sperando che dal lato dei confidi ci si accorga del disastro incombente e si chiuda la filiera della garanzia mutualistica prima di dilapidare le poche risorse pubbliche rimaste, che è meglio far arrivare alle aziende per le vie brevi dette sopra.
Ho interpretato bene?
Io non farei di ogni erba un fascio. I 107 comprendono realtà diversissime. I 106 pure. Forse hai in mente alcune situazioni critiche particolari. Io ho informazioni indirette, ma ci sono 107 che operano in continuità con il loro passato di 106, e non si sono caricati di costi insostenibili. Qualcuno di loro può dirci qualcosa qui?
Bisogna capirci meglio, con informazioni che oggi non abbiamo.
Alcuni modelli di 107, e di 106, potrebbero essere in crisi. Bisogna avere il coraggio di analizzare la situazione e farsi carico di un riassetto del sistema.
E discuterne apertamente, e pubblicamente, ma ci sono remore fortissime a farlo.

Sapio ha detto...

Io leggo e non commento. L'ho già fatto troppe volte in passato. Non ho capito quel passo sul "sistema granitico e possente, anche se imperfetto, che si sta' velocemente prostituendo al sistema bancario dilapidando fondi pubblici senza nessun beneficio sul sitema delle imprese".

Comunque vada, nessun dipendente dei Confidi deve rimanere senza lavoro. Le banche hanno beneficiato dei Confidi e devono impegnarsi a riassorbirne pro quota il personale in eccesso!

Fulgido ha detto...

@Sapio: perché non rivolgi un pensiero compassionevole anche a noi, poveri consulenti? Tocchiamo ferro!
Ma perché la vedi così grigia? Nei progetti che seguo c'è tanta voglia di fare, un po' ruspante, ma sana. Non credo che stiano andando tutti verso il precipizio.

Gigi ha detto...

Il post suggestivo e un po' sconclusionato di Roeros è un invito a nozze per le mie iconoclaste considerazioni. Di seguito, in nessun ordine se non quello dei miei stanchi e pochi neuroni ancora funzionanti:
@Roeros
1) Perché il sistema dei confidi si starebbe prostituendo? In che termini?
2) Le simulazioni che citi sono fatte nella famosa area 51? Devo scrivere a Giacobbo della Rai di Torino per averne contezza oppure si può saperne qualcosa da te, anche tramite wikileaks?
3) La concussione in cosa consiste nello specifico?
4) Chiudere tutto è un mezzo per avere maggiore efficacia/efficienza o è solo un modo per evitare occasioni di ulteriori reati (concussione e prostituzione mi pare tu abbia citato, ma non minorile, vista ormai la veneranda età del sistema confidi)?
5)@Sapio: perché devono essere assunti in banca? Ci sono le associazioni che dovranno comunque avere degli uffici con competenze finanziarie. Quale motivazione economica o etica dovrebbe spingere le banche ad assumere i dipendenti di eventuali confidi in default (ammesso che le banche siano sensibili a motivazioni etiche)?
6)@Fulgido: hai ragione, un po' di compassione bisogna riservarla anche ai consulenti, quando non riusciranno a fare il pieno alla nuova classe S comprata grazie al confidi x (ics) oppure a pagarsi il posto della barca comprata con la consulenza al confidi y (ipsilon). Ho messo in budget l'acquisto di una confezione di fazzolettini di carta per asciugarmi le lacrime di compassione. Soprattutto per l'ottima consulenza data, visti i risultati riportati da Roeros (sì, è vero, il post è un po' sconclusionato, ma vista la domenica mattina è perdonabile e le cose che dice, anche se necessitano di chiarimenti e di supporto tecnico, sono comunque verosimili).
6)@tutti: a proposito di difficoltà dei confidi qualcuno sa qualcosa di quel confidi piemontese che fa riferimento alla confindustria (forse è lì che la Marcegaglia non vuole festeggino il 17 marzo, per recuperare redditività?) di cui si era parlato (ma era solo gossip) tra Natale e l'ultimo dell'anno? Si sa qualcosa? A me questa situazione ricorda tanto quando nella compianta (non da me) URSS si diceva che Breznev aveva il raffreddore e invece era morto da qualche settimana (e lo portavano lo stesso alle manifestazioni pubbliche tanto con il freddo non si vedeva che era già morto, l'espressione era sempre quella che aveva anche da vivo). Ecco, qualcuno sa qualcosa (anche qui se serve wikileaks usatelo!)?
Confido in una pronta risposta da parte dei meglio informati. Se ne sarebbe dovuto parlare dopo le feste: sono passate da un po' anche per il calendario giuliano (nostalgici di tutto il mondo....).

Sapio ha detto...

@Fulgido: credo che qualche Confidi artigiano sopravviverà perché i loro micro-clienti abbisognano del servizio di accompagnamento. Per gli altri rileggi Roeros. Che futuro possono avere i 106 senza risorse pubbliche e senza possibilità di dare fdj alla pubblica amministrazione? E i 107? Molti hanno messo in campo la doppia operatività (fondo ineligibile + fdj eligibili, ma solo in rarissimi casi). Anche per loro niente risorse. In Lombardia i costosi Formigoni loans sono stati dichiarati da BdI ineligibili a far parte del PV. Il fatto è che l'ombrello costa di più al Confidi che in banca perché la doppia valutazione ne aumenta il costo.
Quanto alla voglia di fare ne hanno tanta anche in BdI dove stanno lubrificando i cardini della famosa porta girevole dalla quale presto vedremo uscire qualcuno.

Roeros ha detto...

Nei "primordiali" scopi sociali delle cooperative di garanzia e dei consorzi fidi (vi consiglierei di rileggere i primi articoli di qualunque statuto di tali enti ) è presente una mission "l'agevolazione dell'accesso al credito alle imprese socie" e una condizione "mutualità prevalente".
Mi fermo un attimo sulla considerazione espressa sul mio post : sconclusionato. Ovvero privo di conclusione ?
Bene riletta la missione dei soggetti che approfittano della condizione mutualistica poichè hanno il compito in forma cooperativa o di consorzio di agevolare l'accesso al credito delle imprese socie per avere agevolazioni fiscali rilevanti andiamo alle conclusioni del precedente post. ( Su questo inciso riflettiamo e apriamo un analisi )
La missione porta chi rappresenta le imprese socie a compiere tutti gli sforzi possibili per facilitare e diminuire il costo dell'approvigionamento finanziario.
Cio' non puo' essere fatto senza prelevare probabili maggiori ricavi alle banche che provvedono all'erogazione del finanziamento con tutte le condizioni al contorno.
Quindi il rapporto con le banche erogatrici si svolge in termini convenzionali io faccio una parte e tu ne fai un'altra e insieme nel rispetto delle nostre missioni raggiungiamo lo scopo (che non ripeto).
Sono due parti che devono collaborare allo scopo ma che non possono stare insieme da una sola parte !
E' corretto che presidenti di confidi siano all'interno dei CDA o di altre amene entità delle banche, attenzione delle sole banche ?
E' possibile nel caso che vi sia una sibillina cooptazione della volontà del presidente ?(concussione).
E' possibile che stare dentro un cda o altra entita' di un preciso grande gruppo bancario indirizzi quel confidi a canalizzare l'attività e la missione verso quel gruppo ?
E puo' accadere che si faccia in modo che tale presidente,abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce, a dare o a promettere indebitamente, qualcosa che va oltre i limiti e le condizioni dell'originaria missione ?
Sulle simulazioni Gigi, ma anche Luca e anche Sapio basta un foglio excel dove mettere qualche dato di bilancio analizzare in alcune regioni la finanziaria appena approvata ed il numero di 107 presente nel 2011 in quella regione.
Si tratta della famosa gazzosa con quattro cannucce !
Si Sapio alcuni 106 sopravviveranno proprio con le microimprese e con quel piccolo patrimonio che è bastato 20 anni e basterà per i prossimi 3/4 anni .Il tempo necessario al cinese ........

Sapio ha detto...

Ricordo un dato (già riferito in altro post)presentato in una ricerca universitaria al recente convegno Confesercenti-Fedart di Roma: la garanzia abbatte il costo del credito di 20-30 cent. Ma il prenditore deve aggiungere a questo la commissione dovuta al Confidi, [generalmente superiore a a 1-1,5%, nota mia].
sarà l'effetto della mutualità?
@ Roeros, perché le banche e non le associazioni dovrebbero riassorbire il personale eccedente? Naturalmente se anche le associazioni faranno la loro parte saranno benvenute. Ma le banche hanno la loro responsabilità nell'aver sfruttato e legittimato, accecate dal dio "volume erogato", il sistema dei Confidi, ed è quindi giusto che diano una mano a proteggere gli innocenti dipendenti. Se vuoi un esempio di sfruttamento e legittimazione da parte delle banche dei confidi, guarda a quel che è successo con BPG.

Gigi ha detto...

@Sapio
Secondo me BPG non fa testo: che i dipendenti vadano tutelati siamo d'accordo. Che la colpa se le cose sono andate così sia delle banche è tutta da vedere (non che le banche siano senza colpe, ma ne hanno altre, forse più gravi..., derivati, risparmio gestito, mal di budget, etc.etc.). Secondo me, un AD più prudente non avrebbe portato BPG al disastro. Ma su questo BdI ha già emesso il suo verdetto e non voglio dire altro ma non mi pare abbia condannato alcun comportamento approfittatorio da parte delle banche.

Sapio ha detto...

E' vero, nel caso di BPG nessun comportamento penalmente o civilmente riprorevole. Ma moralmente: c'è stata proprio quella spinta a caricarsi di rischi di cui parlava Roeros.
A parte BPG le banche in tutta Italia hanno cavalcato il fenomeno Confidi, felici che si assumessero rischi che ora sappiamo essere eccessivi. La responsabilità ce l'hanno e come.

Gigi ha detto...

Ok Sapio ci sta, ma vuol dire implicitamente che dentro i confidi ci stavano (ci stanno) dei minus habens (o dei concussi....) che non erano in grado di valutare il rischio (non volevano)che si portavano a casa. O l'una o l'altra. Tertium non datur. Ad ognuno il suo mestiere, le banche fanno le banche ed i confidi i confidi. Entrambi devono valutare il rischio e i prezzi da fare. I confidi in più anche i contributi da chiedere al pubblico, eventualmente. Insomma, le banche grandi non hanno la mutualità nel loro oggetto sociale, che ci si doveva aspettare?. Se i confidi vogliono banche mutualistiche si rivolgano solo alle BCC e alle popolari. Sconto doppio a chi è socio del confidi e anche della banca.... sconto singolo a chi è socio o del confidi o della banca. Prezzo pieno agli altri. Giovedì trippa, e venerdi pesce...il menù è facile, non ci vuole tanto. E' che qui si vuole lo sconto senza metterci del proprio e che le banche spa quotate in borsa facciano beneficienza. Insomma botte piena e cavoli, capra e moglie ubriaca. Mi pare che ci sia un po' di italica confusione su chi deve fare cosa e come farlo (se è un altro è sempre meglio...)

Fulgido ha detto...

Presente! Non posso mancare all'appello di Sapio e Gigi. Grazie della sfotlidarietà, Gigi.
Voi giudicate dall'alto senza sapere cosa stanno facendo i confidi. C'è molto di buono.
Adesso chiamo qualche direttore e gli dico "Fratello, scrivi qualcosa sul blog che il dibattito è egemonizzato dai disfattisti e gira a vuoto". No, non posso: se scoprono chi è Osservatore/Fulgido i miei capi mi multano peggio di Balotelli.

Sapio ha detto...

@Gigi, come sai i Confidi muoiono in silenzio "a saldo e stralcio". E i danni rimangono a quelle banche che hanno prosperato sul fenomeno. Mai una che si domandasse: ma alla fine chi paga? Proprio loro che gonfiavano i budget con l'attività pseudo-garantita. Ora cosa si chiede? Se le cose andranno come prevediamo facciamo in modo che gli innocenti dipendenti ne risentano il meno possibile. Ma occorre muoversi subito perché ritardare significa peggiorare. Muoversi prima che il fenomeno diventi catastrofico.

Sapio ha detto...

@ Fulgido ex Osservatore: spiegaci tu come andranno avanti senza contributi pubblici (una gazzosa con 4 cannucce). Spiegaci tu a chi serve l'effetto disponibilità di credito (accompagnamento in banca) quando l'effetto riduzione di costo viene a mancare come dicono tutte le ricerche. Fai il consulente ? E allora illuminaci! Siamo qui per imparare.

Fulgido ha detto...

@Sapio: come vanno avanti le reti di promotori? Le società di credito al consumo? Le società di factoring? Le compagnie di assicurazione crediti? I mediatori creditizi? Nessuno di questi è una banca. Anche i confidi possono avere uno spazio con un mix di offerta adeguato, reti che lavorano bene per i clienti, prezzi adeguati e qualche aiutino pubblico.
Non ho niente da insegnare ex cathedra. Io lavoro su progetti specifici, non ce n'è uno uguale all'altro. Se ci pagano, vuol dire che aiutiamo a fare progetti che hanno senso.

Sapio ha detto...

Ho capito va! tiriamo a campà in salsa Confidi.

Fulgido ha detto...

@Sapio: io farei cantare ai confidi "Tira a campare" (Edoardo Bennato)? Ma tu gli proponi "Vorrei tanto suicidarmi" (Roberto Brivio e i Gufi)!
"A questo punto non devi lasciare / qui la lotta è più dura ma tu / se le prendi di santa ragione / insisti di più". Questo è il Bennato di cui c'è bisogno.

Beppe ha detto...

Sono d'accordo con fulgido. Spazio per i confidi ce n'è, eccome.Direi di più, ce n'è anche bisogno.
Come c'è bisogno di un sistema efficiente della garanzia, che comprende anche quella pubblica.
Probabilmente il modello teorico che qualcuno può, anche partendo da presupposti corretti, avere in mente non lascierebbe spazio ai Confidi (v. sudi stra-citati), ma quante cose non potrebbero reggersi in piedi nel mondo perfetto... (vedi il calabrone della NASA) eppure vivono e sono utili.
E gli esempi che viviamo in questi giorni ce lo dimostrano, ben più in grande che nel nostro mondo...
Non perdiamo l'occasione per creare dialogo invece che inutili e dannose contrapposizioni... tra chi la sa più lunga.