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venerdì 11 febbraio 2011

Aggiornate le norme sulla trasparenza nel credito al consumo | Banca d'Italia

Provvedimento della Banca d’Italia sul Recepimento della Direttiva sul credito ai consumatori 9.2.2011 10-02-2011
In questa pagina trovate le nuove disposizioni della Banca d'Italia in materia di trasparenza nelle operazioni di credito al consumo, corredate di puntuali allegati tecnici.

Mi ha colpito la precisione delle regole di daycount:
Gli intervalli di tempo intercorrenti tra le date utilizzate nei calcoli
sono espressi in anni o frazioni di anno. Si assume che un anno sia
composto da 365 giorni (366 giorni per gli anni bisestili), 52
settimane o 12 mesi di uguale durata, ciascuno dei quali costituito
da 30,41666 giorni (vale a dire 365/12), a prescindere dal fatto che
l’anno sia bisestile o meno.
Il consumatore europeo può dormire sonni tranquilli: c'è un legislatore ossessionato al pensiero che una finanziaria disonesta gli rubi un terzo decimale di interessi maturati approfittando degli anni non bisestili. Diritti, regole, sanzioni: ecco la triade, l'accordo magico per portare l'armonia nei mercati e nella società.
Non fraintendetemi: sono il primo estimatore della matematica finanziaria. Molti operatori in titoli negli anni '90 avevano sullo scaffale il mio Valutazione dei titoli obbligazionari. E sapete che il TAEG di filiera è un argomento che mi appassiona. Ma pensate davvero che queste regole siano efficaci nel combattere la scarsa trasparenza e i cattivi comportamenti degli intermediari?
Sentite questo apologo. In un paese lontano, medici avidi e indifferenti curavano male i loro pazienti. Facevano visite distratte, prescrivevano cure inutili e costose. L'opinione pubblica si ribellò. Allora fu introdotta una legge che prescriveva un rigido protocollo per diagnosi e prescrizioni, e un ricco corredo di documentazione attestante la best choice del medico e il minor costo (economico e biologico) per il paziente, i rischi collaterali, le situazioni di conflitto di interesse ("il laboratorio di analisi dove ti mando è di proprietà di mio cognato" ma scritto in tono formale). Risultato? Visite ancora più distratte, le stesse cure di prima ma prescritte con 15 pagine di prese d'atto e manleve sottoscritte dal paziente.
Il problema delle cattive cure si risolve così? Non credo proprio. L'unica soluzione è avere dei buoni medici, che seguono buone pratiche perché gli è stato insegnato così, perché è loro responsabilità farlo, e anche perché così guadagnano la fiducia dei pazienti, la stima dei colleghi, l'apprezzamento dell'amministrazione sanitaria.
I buoni medici, così come i buoni banchieri, non nascono sotto i cavoli. Però, quando sono cattivi, non possono essere sostituiti né resi migliori dalle buone regole. Il consumatore può farsi sentire chiedendo un'assistenza migliore, andando via se non la ottiene, cercandola da altri.
Sul piano delle regole e degli incentivi, che comunque ci vogliono, spostiamo l'attenzione dalla micro-trasparenza (30 pagine di dati e clausole sul mio prestito da 15.000 euro) alla macro-trasparenza (due pagine di confronto tra le condizioni applicate da 10 banche concorrenti, calcolate da un esperto indipendente per conto di un authority o di associazioni di utenti).
Nel campo del credito e dei servizi finanziari alle Pmi, i confidi possono fare della macro-trasparenza una missione, e un lavoro che merita un equo compenso.
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