aleablog

martedì 2 febbraio 2010

Italia Com-fidi si presenta



Il Presidente della Confesercenti, Marco Venturi, è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione di Italia Com-fidi. Così le agenzie (vedi qs news ASCA) hanno ripreso il suo intervento:
''Il 2010 sara' un anno difficile soprattutto per le Pmi. Un forte segnale di incoraggiamento per tenere duro e guardare avanti oltre la crisi viene dalla nascita di 'Italia Com-fidi: la prima struttura che opera su scala nazionale e si colloca ai vertici del sistema dei Confidi. Rappresenta oltre 60.000 imprese associate al sistema Confidi della Confesercenti con finanziamenti garantiti per 4 miliardi 400 milioni di euro e che ogni anno e' in grado di assicurare nuovi finanziamenti a 10.000 imprese per 1 miliardo di euro circa''.
Avevamo già riferito qui della nascita di Italia Com-fidi mediante incorporazione di Ciessepi Piemonte, Euroconfidi Impresa (Milano) e Eurofidi Veneto in Toscana Com-fidi. Queste slide, diffuse oggi, illustrano la strategia e i numeri del nuovo, grande confidi. Ecco i numeri del portafoglio garanzie distinto per forme tecniche: 24 milioni di prima richiesta, 498 milioni di sussidiarie, 3.560 milioni di segregate (convenzioni con cap) e 316 milioni di tranched cover. Il tutto supportato da un patrimonio di vigilanza libero di 57 milioni (le esposizioni segregate e tranched sono presumibilmente coperte con fondi rischi dedicati non inclusi nel patrimonio di Vigilanza). L'operatività è concentrata in Toscana (2.261 milioni), seguita a distanza da Lombardia (371 miloni), Piemonte (314 milioni), Triveneto (282 milioni), Lazio (246 milioni) e Umbria (192 milioni) e altre regioni (Emilia-Romagna, Campania, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Liguria).
Italia Com-fidi è, ovviamente, tra gli aspiranti confidi 107. Sarà interessante seguire gli sviluppi del suo modello di business nel nuovo assetto societario sulla via della trasformazione in intermediario vigilato.

Luca

Stampa questo post

57 commenti:

bobo ha detto...

che sorpresa...nessun commento a du giorni dalla notizia!!!

Luca ha detto...

Anch'io sono stupito. Italia Com-fidi ha un modello operativo molto caratterizzato diverso da quello tradizionale. Ha volumi massicci, fatti prevalentemente con garanzie cappate e sussidiarie. Ha un legame forte con l'associazione di riferimento, ma al tempo stesso si avvale di una rete distributiva aperta e molto aggressiva. Cambierà il modello dopo il passaggio a 107?

Claudo r ha detto...

Che differenza c'è fra Cap e Tranched ?

Beppe ha detto...

Meglio: che differenza c'è tra op "segregate" e tranched....Questa e' una bella domanda....
Ma secondo voi BdI valuta la contrattualistica per determinare il tipo di impegno che il confidi si assume?

Tom ha detto...

Mi auguro di si, visto che il requisito patrimoniale cambia........

Sapio ha detto...

Le Cap non mitigano il rischio (non sono eligibili) mentre le Tranched possono mitigarlo se trattate da Banche AIRB o , con l'aiuto di una soc.tà di rating, trattate da banche FIRB o Standard.
Ora Italia Com-fidi con quale banche avrebbe fatto queste operazioni tranched visto che di banche pronte alle Tranched non ce ne sono?
Sospetto (ma sono pronto a ricredermi)che siano operazioni tipo "Vino io ti ribattezzo acqua", cioè operazioni definite Tranched ma trattate da semplici Cap.

Tom ha detto...

Certo sono operazioni con cap; Tuttavia credo che la definizione tranched cover sia corretta, nel senso che BdI nella normativa dei Confidi chiama tranched cover le garanzie con cap.
Sezione III, Par. 3.1.2, 'Ponderazione delle esposizioni':
Il requisito patrimoniale per il rischio di credito per le garanzie rilasciate
a fronte di operazioni segmentate ('tranched cover'), per le quali i confidi
coprono la quota di 'prima perdita' mediante specifici fondi monetari, è ' in
coerenza con la disciplina prudenziale in materia di cartolarizzazioni (8) -
pari all'ammontare dei fondi monetari medesimi (al netto delle eventuali
rettifiche di valore), a condizione che la convenzione con l'intermediario
garantito stabilisca in modo incontrovertibile che i confidi sono tenuti a
fornire pagamenti per l'attività di garanzia nei limiti del fondo monetario. In
tale circostanza non va calcolato un ulteriore requisito nei confronti
dell'intermediario garantito presso il quale sono depositati i fondi monetari.

Tom ha detto...

BdI non si pone il problema di cosa fa la banca di questo ptf..........la guarda, per la normativa Confidi, solo dal lato Confidi.

Sapio ha detto...

Tom, diamo una risposta a Claudio r , dov'è la differenza fra Cap e Tranched di cui parla Italia Com-fidi? E poi con chi le avrebbe fatte queste operazioni?

bobo ha detto...

le ultime operazione sono state fatte per m\t du UCB e per m\e e b\t con CRFirenze ISP

Claudio D'Auria ha detto...

Da un punto di vista sostanziale non c'è nessuna differenza tra un'operaziona capped e una tranched. Infatti, la normativa Bankit prevede il miglior trattamento prudenziale nel caso in cui siano verificate le seguenti condizioni: i) sia prefissata la perdita massima del confidi e ciò risulti incontrovertibilmente dalla convenzione; ii) vi sia un fondo rettificativo del passivo che fronteggia i fondi monetari dell'attivo.
Le due condizioni possono essere rispettate sia cìmediante operazioni tranched cover dichiarate, sia mediante convenzioni che prevedono un cap alla perdita; queste ultime infatti espongono il confidi solo alla prima perdita del portafoglio, rappresentata appunto dal fondo monetario capped.

Sapio ha detto...

Claudio : infatti la differenza la fa la banca e non il garante. Se la banca calcola l'assorbimento con la SFA o si fa retare il portafoglio (e segnala nel continuo, cioè durante l'ammortamento) è Tranched altrimenti è Cap. Ma allora perché Italia Com-fidi fa differenza ?
Comunque se son tranched .... complimenti a Italia Com-fidi.
Se poi, poiché questo è un sito di studiosi, qualcuno di UCB o CRFirenze (gruppo Intesa, non AIRB), ci vuol dare qualche ragguaglio in più, sarà, almeno da me, benvenuto.

Claudio D'Auria ha detto...

Sapio, bisognerebbe capire come Italia Com-fidi (ICF) ha trattato le due fattispecie a fini patrimoniali.
Io penso che le abbia trattate univocamente e che la distinzione sia solo formale (le operazioni tranched sono costruite espressamente come tali), ma non sostanziale (analogo trattamento prudenziale).
Poi sono d'accordo con te, noi possiamo supporre, ma solo chi è dentro alle vicende di ICF potrebbe sciogliere definitivamente il dilemma.

Sapio ha detto...

Claudio: ICF, come sostieni tu, non ha fatto distinzioni prudenziali. Queste ultime bisogna richiederle alle banche garantite.
A ICF bisogna chiedere come ha finanziato i Cap (gli enti locali o le imprese) e quanto stanno pagando le imprese come Taeg di filiera.
La grande ed eterna domanda è :"Qual'è il beneficio per le imprese"?
Qualche rispostina in merito farebbe piacere.
E per favore, almeno per una volta, che non si risponda: "l'accesso al credito".

Beppe ha detto...

Rimane il punto contrattuale: come si fa a sostenere la limitazione del rischio al fondo (CAP) con la presenza del cd moltiplicatore e dunque di un portafoglio open? Queste non sono garanzie cappate, sono ptf revolving, che può assomigliare ad una cappata ma non lo e'...

Sapio ha detto...

Please, spiega meglio. Tu hai informazioni che noi non abbiamo?! Se son revolving non son tranched ne cap. Sono frittura mista !

Beppe ha detto...

Mi domando e chiedo: se c'è moltiplicatore non c'è ptf chiuso e non c'è CAP (effettivo) che limiti (effettivamente) il rischio. Solo un ptf chiuso realizza questa condizione. O no?

Sapio ha detto...

Esatto, solo un ptf chiuso realizza, almeno allo stato attuale delle conoscenze, la condizione.
Ma Bobo dov'è finito?

Gigi ha detto...

Continua a non essermi chiara la differenza tra tranched e capped. Se sono lo stesso tipo di operazioni (ovvero portafoglio chiuso e cap per le prime perdite) perché vengono classificate in maniera diversa? Se non è così (portafoglio di garanzie revolving?) allora come faccio a definire le prime perdite? Rispetto a che cosa? E il fondo cappato viene continuamente alimentato dalle nuove operazioni? Che tipo di cappatura è questa? Cappatura revolving su portafoglio aperto?

bobo ha detto...

orientativamete le operazioni su UCB prevedevano una finanziamento a 60 mesi, rata trimestrale co spread sull eruibor da 1 a 1.40 in base al rating.
Costi complessivi TC fra fondi rischi, spese ecc. fra il 2.50% e 4.50% dell'accordato in base al ratiing UCB. Finanziabile fino al Risb6 max....risale all'ultimo prodotto collocato lo scorso anno e lanciato prima del crollo in borsa ecc.ecc. Diverso per CRF che prevedeva finanz a breve termine per cassa, anticipi commerciali vari, finanz fornitori, ecc.
Ricordo sugli anticipi spread banca da 0.30% a 1.75% su auribor trimestrale e costi comfidi 0.30% annuo + una tantum da 1% al 4.00% circa.
Gli affidameti sono a revoca con revisione triennale. Le condizioni applicate in fase di collocamento non possono essere modificate dalla banca per i primi tre anni e successivamente verificate in base al nuovo rating dell'azienda.
Il consorzio limita il proprio rischio ai fondi monetari accantonati.
Mi dicono che i contributi al confidi sono parametrati rispetto alle indicazioni ricevute dagli istituti di credito che erogano (in sostanza ciò che ritengono "ragionevole" per coprire eventuali perdite ed assorbimento di patrimonio. Dati CRF dicono che co questi rodotti su 100.000.000.00 di euro collocati l'accantonamento è di circa 2.500.000.00 invece che 6.000.000.00.
Io non sono un esperto come voi e non lavoro per Italia Comfidi...semplice interesse personale come imprenditore...
In considerazione di quanto indicatovi, a prescindere dall'elegibilità della garanzia, indici di ogni natura ecc. il ruolo del confidi sia centrato a pieno...mitigazione del rischio e conseguenti miglio condizioni per le aziende...
Ora venitemi a dire che clienti di rating in fasce medie hanno condizioni come queste!!!!
grazie mille

Claudio D'Auria ha detto...

Raggazzi, tutte queste domande sono legittime ma poste alle persone sbagliate. Il mio contributo è di tipo teorico, non conoscendo il portafoglio garanzie di ICF.
Come detto sopra, le due fattispecie possono coincidere nella sostanza qualora presuppongano medesime condizioni contrattuali (cap di perdite fisso sull'intero portafoglio garantito).
Al contrario, se un'operazione è revolving non può essere cappata nel senso della normativa prudenziale, in quanto la perdita pur essendo pre-fissata percentualmente (ad es. 5% del portafoglio) non lo è nell'ammontare (il portafoglio si alimenta continuamente).

Sapio ha detto...

Bobo: fino a "il consorzio limita il proprio rischio ai fondi monetari accantonati" ho capito che non sono Cap ma vecchi fondi monetari non eligibili.
Da quel capoverso in poi non ho capito di chi è l'accantonamento e il contributo di chi a chi.
Ma le Cap e le Tranched, si orgogliosamente sbandierate, dove sono finite?
Claudio: grazie dell'intervento. Stavo per chiedertelo ma tu sei intervenuto tua sponte. Sempre chiaro.

Sapio ha detto...

Pensierino della sera. Se le garanzie rilasciate da Italia Co-Fidi (4398 ME) dovessero trasformarsi in fdjussorie di quanto capitale avrebbe bisogno? 4360*0,06=264 ME pari 4,63 volte l'attuale: Se le garanzie fossero annuali. Se fossero pluriennali molto di più. Ma perché dovrebbero trasformarsi in fdjussorie? Ma perché le agognate Tranched tarderanno ad arrivare e comunque non costeranno, alle imprese, meno delle fdjussorie. Comunque niente paura, le cose non peggioreranno per le imprese ma solo per i Confidi. Quindi prepararsi in tempo, cambiare il modello di business, non crogiolarsi nè sugli allori nè sui fondi pubblici.

Beppe ha detto...

Grazie Claudio del contributo prezioso e che condivido pienamente. Aggiungo solo che l'impossibilità di considerare cappate convenzioni che prevedono una garanzia limitat si ad un fondo ma con operatività revolving sia ancor più radicale per ptf di affidementi a breve termine, in ragione proprio della rotativita' intrinseca di queste operazioni.
Se così pero', occorre rivedere l'inquadramento di quelle convenzioni....

Claudio D'Auria ha detto...

Caro Sapio, il punto è proprio quello che hai sottolineato tu. Per evitare che il requisito patrimoniale sulle garanzie con i fondi monetari esplodesse, è stato chiarito nella normativa che in caso di operazioni tranched (o sostanzialmente tranched) il requisito non è il 6%, ma l'intero ammontare del fondo monetario (prima perdita) meno (e qui sta il beneficio) l'ammontare del fondo rettificativo specifico del passivo. Ergo, se ho accontanato a sufficienza (anche grazie ai fondi pubblici) il requisito si riduce drasticamente (anche a zero).
Ora, se questa è la situazione (e penso che la situazione di ICF sia esattamente questa) perchè spostarsi verso le fidejussioni ? Meglio continuare con le operazioni tranched o capped che dir si voglia.
Perchè, quindi, confidi di questa dimensione dovrebbero cambiare radicalmente modalità operative? Magari qualche fidejussione la faranno pure, ma con molta calma...

Beppe ha detto...

Sapio: 4,3 sono i finanziamenti, non le garanzie rilasciate. E,In generale, si tratterebbe di ptf retail. Per la situazione da indicata, il GAP da colmare sarebbe cmq notevole.
Bisognerebbe poi vedere nel bilancio le poste relative alle perdite attese ( e che non sono ovviemente patromonio....)

Beppe ha detto...

Claudio: la "sufficienza" dell'accantonamento
e' un dato sostanzialmente convenzionale banca-confidi e cmq e' un dato preordinato o preordinabile dal confidi.
Certamente e' a scelta del confidi la fonte "interna" (e dunque di natura pubblica) da cui attingere per costituire tali fondi.
Resta fermo correttamente che queste somme non possono essere computate a pv

Beppe ha detto...

Scusate: ... E dunque di natura 'anche' pubblica....

Claudio D'Auria ha detto...

Beppe, l'accantonamento è deciso dal confidi, il fondo monetario (che sta nell'attivo del confidi) è deciso dalla convenzione. Per cui se il confidi ha accantonato un ammontare pari al rischio (cioè il fondo monetario), il requisito su queste strutture è zero. E la cosa ha senso, ovviamente.
Naturalmente, essendo fondi rettificativi specifici non sono nel patrimonio di vigilanza; ma in questo modo assumono il medesimo valore di fondi patrimoniali.

Sapio ha detto...

Beppe, scusa ma nel sunto qui sopra si parlava di garanzie mentre nella news Asca di finanziamenti garantiti.
Sulle PA che non sono patrimonio mi sto sgolando da mesi. Quei bei PV esibiti in BdItalia sono pieni di PA che invece andrebbe, come dici tu, ed io sono d'accordo, separata, sopratutto per le esposizioni pluriennali in cui l'impresa versa un premio unico anticipato.
Claudio, io ipotizzavo che i fondi monetari ed le relative garanzie si esaurissero insieme ai finanziamenti. Poi arrivavano nuove garanzie da coprire (di importo pari alle vecchie) e li si poneva il problema, come fare? Tu sai che io non ci credo alle Tranched perché 1) per principo costano come le fdj anzi di più perche la senior, pur interamente coperta dalla junior, non scende a ponderazione 0 ma si ferma al 7% e 2) ci sono costi operativi e tempi di sviluppo delle piattaforme notevoli.

Sapio ha detto...

Beppe e Claudio, vorrei tornare sul problema del retail. Dunque impresa con PD=2,66 LGD=0,45 EAD 1 , esposizione annuale. Nello standard RWA=100 assorb. 8 se corporate , 6 se retail. Nel FIRB solo assorb. 8 perche per avere il beneficio del 6 bisogna poter calcolare la LGD di pool, cosa possibile solo alle AIRB.
Confronto fra Fdj e Tranched, ipotizziamo un portafoglio composto da una sola esposizione annuale corporate con le caratteristiche sopra riportate (è un esempio impossibile, non ci sarebbe granularità etc. ma serve per capire)
Fdj PA + K a presidio PI
Cap della tranched PA+K=KIRB, quindi finora uguale a sopra. In più la tranche senior RWA=7% e non 0%. Allora dov'è il vantaggio?

CHECCO ha detto...

Buonasera, il tranched cover di ITC è stato collocato nel 2006, 2007 e 2008 su UCB. E' vero che aveva degli spread interessanti per i clienti di risb 1 e 2, ma a che costo?
Costo di garanzia dal 2,5 al 6,5% dell importo erogato, più spese accessorie per un altro 2% circa, in più la banca doveva fare budget con la sua assicurazione che pesava un altro 4,5% (creditor protection).
Tiriamo una riga: in media un 10% di costo imputati a capitoli differenti ma nella pratica per finalizzare una unica operazione, per avere una garanzia che praticamente non vale niente!!
Le operazioni simili di Eurofidi 100% tranched cover sono in parte state sostituite con altre garanzie perchè avevano esaurito il sottostante di fondo di garanzia e il cliente si è dovuto pagare 2 volte la garanzia.

Sapio ha detto...

Bravo Checco. C'è soddisfazione a scambiare idee con persone così.
Risb 1 (A+) e 2 (BBB+) sono clienti ottimi e non vanno dal Confidi. Poi la circ. di Basilea2 la 263 è uscita a fine 2006. Figuratevi se nel 2007 e 2008 si poteva mettere in piedi una vera Tranched cover quando ancora oggi non vengono segnalate come tali. Era una Tranched nasometrica addiritura con Garanzia aggiuntiva di una assicurazione (Confidi interno ?!).
Sull'operazione Eurofidi con clienti che pagano due volte : ma come è possibile ? Il cliente una volta pagato la prima volta non dovrebbe esser richiamato in causa in caso di esaurimento del plafond. Il problema dovrebbe essere della banca. O no?

RAPPORTO PROTETTO ha detto...

Fantastico ! Sè fosse esatto quanto dice Checco, il costo della garanzia che arriva al 10%, si confermerebbe l'urgenza, nell'interesse delle imprese a "boccaperta" ( e sono tante ) , di stabilire metodi standardizzati semplici e trasparenti per dichiarare preventivamente il costo della stessa. Troppe alchimie applicate ad una esigenza seria stanno trasformando i consorzi fidi in mostro non a due o piu' teste ma dotato di un grande arnese da infilare nella uniga riga posteriore in basso delle imprese... teste za

CHECCO ha detto...

Ciao Sapio non ho colto se era sarcastica la tua affermazione sullo scambiare idee con persone come me.
Comunque hai colto lo spirito di quanto ho scritto.
Il problema è della banca che obbliga il cliente a pagare 2 volte la stessa garanzia, magari dandogli un pò di liquidità per farlo stare buono, perchè si è accorta che la garanzia al 100% non vale più nulla.
L'immagine del mostro a cento teste affamate rispecchia abbastanza bene il centro di costo "consorzio di garanzia".

Sapio ha detto...

Checco: era un vero apprezzamento, altro che sarcastica. Intervieni ancora, siamo tutti qui per imparare. Grazie.

Luca ha detto...

Costi molteplici e non trasparenti, efficacia dubbia, deperibilità in corso di contratto: Houston, abbiamo un problema con queste garanzie (non parlo solo di quelle erogate dal confidi di cui si occupa il post). Sarà il caso di occuparsene prima che monti un caso tipo derivati alle imprese. Ci ragiono e (ri)apro un nuovo filo di discussione.

andrea bianchi ha detto...

cari voi ben ritrovati.
per la verità da sempre sono scettico attorno alla possibilità di ottenere significativi benefici per un confidi attraverso attività tranched per diversi motivi:
1. collocamento difficile di massa significativa di finanziamenti omogenei per durata e natura in arco temporale limitato;
2. spesso la dimensione della junior, per risultare interessante lato banca, non dista di granchè dal requisito patrimoniale;
3. a tendere l'assorbimento di capitale esplode vanificando l'eventuale beneficio iniziale (proporzionalmente al rimborso dei finanziamenti);
forse unico pregio di progetti tipo bond dei territori o di distretto è la convergenza propositiva delle reti distributive.

Sapio ha detto...

Saluti anche a Lei Dr. Bianchi.
1) Collocamento difficile: sono d'accordo
2) Dimensione della junior: deve essere superiore al requisito patrimoniale perché deve assorbire anche le (plurale) PA. Ma se tutto va bene, alla fine il garante si riprende un po', anche tutto , il requisito patrimoniale (K a presidio della PI non verificatasi). Questo spesso viene dimenticato.
3) l'assorbimento esplode alla fine: mi scusi ma non l'ho capito. Verso la fine le PD forward, l'EAD e le LGD diminuiscono.

andrea bianchi ha detto...

2. se il confidi insegue attraverso la tranched un vantaggio significativo del requisito patrimoniale deve poter dimensionare il fondo monetario alla misura del 3/4% del garantito.
ci sono banche in grado di valorizzare significativamente un cash collateral così contenuto?
3. la dimensione del cash collateral resta ferma per tutto l'arco della vita del pool di finanziamenti che costituisce il portafoglio e quindi, in linea teorica se in fase di avvio dell'iniziativa l'incidenza si colloca al di sotto del requisito patrimoniale progressivamente al rimborso cresce fino a superarla.

Sapio ha detto...

2. dal lato Confidi non capisco cosa c'entri. La junior va alla banca (sostituisce il fondo monetario) ed allevia il di lei requisito. Ma se tutto va bene il Confidi se ne riprende un po' alla fine e potrebbe persino restituirlo alle imprese.
3. come sopra, anche se supera il requisito alla fine il Confidi se la riprende. La junior dovrebbe costantemente essere al di sopra del requisito banca (alla fine di poco perché rimane solo poca PA di compensare).

Luca ha detto...

Andrea (ben tornato): la tranche junior di un pool a medio termine può negli anni risultare esuberante con perdite molto inferiori alle attese. Adesso, purtroppo, il problema è quello opposto, per cui la tranche è consumata tutta nei primi anni, e alla fine il portafoglio rimane scoperto. Brutta situazione, col rischio che la banca chieda integrazioni della garanzia alle aziende rimaste in bonis (sic! Dicono che sia capitato, sebbene si possa escludere per contratto, lasciando sulla banca il rischio perdita inattesa).

andrea bianchi ha detto...

per l'appunto sapio!
la discussione tra di noi palesa quanto sia difficile compensare gli opposti interessi tra banca e confidi rispetto alla dimensione della junior.
la banca la gradisce abbondante, il garante meno ...
è comunque un problema.
luca, vero quello che dici, considera però che in un quadro di perdite superiori alle attese il focus si sposta su temi diversi da quello della forma tecnica per offrire la garanzia con la leva migliore ...
per quanto attiene la responsabilità diretta delle imprese socie mi pare che, se non espressamente prevista la cosa sia inattuabile, i confidi sono giuridicamente società che coinvolgono il socio limitatamente al capitale versato.

Luca ha detto...

Andrea, se c'è un CAP il confidi non risponde oltre il relativo ammontare, ma quando le perdite lo consumano tutto la banca potrebbe rivalersi sulle aziende del fatto di non essere più protetta da un collateral capiente. Potrebbe, se i contratti di prestito lo consentissero. Mi documenterò.

Dodona ha detto...

Per quanto ne so e se bene ho inteso\, non mi pare che sia possibile una rivalsa della banca sulle imprese a causa dell'esaurirsi del fondo; questo peraltro implicherebbe, per assurdo, una garanzia delle imprese a favore di se stesse oltre alla naturale resposabilità per le proprie obbligazioni assunte, ovvero, peggio, una garanzia a favore del confidi garante.
Neppure è possibile, mi sembra, che all'esaurirsi del fondo, la banca possa un'integrazione tout court al confidi: il rischio non sarebbe più limitato al solo fondo, ma implicherebbe una garanzia ulteriore, se non addirittura personale (come avviene nel caso dei cd "moltiplicatori" tradizionali).
Tema diverso, e direi innovativo, potrebbero essere le cd. tranched cover su affidamenti a breve... Ma per queste possiamo rimandare, se vogliamo, ad un successivo post.

Sapio ha detto...

Luca, mi sa che questa favola del doppio pagamento va interpretata così. Trattavasi di esposizioni a breve rinovabili e protette da un cap. Una volta esauritosi le imprese per avere il rinnovo han dovuto provvedere con altre garanzie.

Luca ha detto...

Sapio: è probabile che si trattasse di una linea a breve rinnovabile. Questo aspetto della durata contrattuale della garanzia (e delle condizioni convenzionate ad essa collegate) non è sempre chiara. Lo stesso Fondo centrale applica una commissione upfront per tipo di operazione e controparte, non differenziata per durata.

CHECCO ha detto...

La favola del doppio pagamento purtroppo è realtà, e come spesso accade la realtà supera la più fervida fantasia.
Vi dipingo un quadretto poi commentate se è neo-realismo o impressionismo.
2 anni fa una società sempre affamata di liquidità (e per come le conosco io le aziende hanno sempre questa tendenza) accede su interesse della banca (a fare impieghi) e su interesse del consorzio (a fare soldi) ad un platfond garantito al 100% a prima richiesta a valere su un fondo stanziato, con tanto di deposito cauzionale dedicato.
2 anni dopo la società ha diminuito il fatturato, ha lasciato qualche f24 indietro e ha qualche problemino con un'altra banca che gli ha diminuito i fidi.
La banca che gli ha fatto l'operazione ha provato ad escutere qualche garanzia come quella descritta fino a che il fondo con i relativi depositi cauzionali si sono esauriti.
Fa uno screening di quante garanzie di questo tipo ha in piedi, tasta il terreno su quali aziende non gli possono dire di no e ci prova.
Diciamo che come fanno alcuni uomini d'onore, gli fa una offerta che non può rifiutare: o sostituiscono la garanzia oppure c'è il rischio che la banca possa ridurre loro gli affidamenti.
Se non ci credete posso dirvi nome azienda, banca, 1 consorzio, 2 consorzio e anche nome del gestore. Neanche a mio figlio racconto delle favole così dettagliate.

Sapio ha detto...

Checco, erano operazioni a breve non a m/l termine ? E' lì il problema. Queste cose non si fanno a breve. La garanzia deve avere pari durata rispetto all'impiego.

CHECCO ha detto...

Erano a medio termine, 5 anni per l esattezza. Il cliente ha pagato anticipatamente una garanzia per 5 anni e dopo 2o3 anni è quasi costretto a ricomprarne un'altra.
Poiqui le varianti possono essere molteplici: gliela rifinanziano, allungano la durata del debito residuo, gli ridanno un altro pò di liquidità.
Questi però sono modi per indorare la pillola, o per confondere il cliente.
Per la banca è fondamentale ricoprire quella posizione rimasta priva di garanzia.

Sapio ha detto...

"I pericoli del viaggio in comitiva", per una impresa è pericoloso entrare in una tranched cover! I rischi dei compagni di viaggio si scaricano sui buoni. Meditiamo. Un'altro punto contro le Tranched Cover.

Sergio ha detto...

Checco a questo punto ti chiediamo banca e confidi!!: se possibile.

Sapio ha detto...

Guardate che non è importante sapere chi. Non sono colpe individuali ma pericoli dello strumento. Le imprese devono sapere che il viaggo in comitiva è pericoloso, ed evitarlo!
Noi abbiamo imparato qualcosa e, nel futuro, saremo in grado di sconsigliare questi prodotti.

Peppe ha detto...

Io credo sia importante anche il chi, specialmente nel ruolo di indirizzo di noi consulenti

Dodona ha detto...

A mio avviso occorre distinguere lo strumento (le T.C.) dagli utilizzatori (Banche e Confidi) dello strumento.
Sul primo, nonostante quello che afferma con forza sapio, che cmq rispetto per la sua esperienza, ho un'opinione diversa e ritengo ci siano grandi opportunità. In primo luogo per i benefici ipotizzzabili in generale in termini di capitale assorbito e provisions risparmiate e poi per la concreta possibilità di traferire tali vantaggi alle imprese in termini di prezzo e di minore costo della garanzia. Occorre certamente rispettare precisi vincoli di erogazione (come sottolineava Gigi) ma questo, pur difficile (perchè poco praticato...), non è impossibile.
Sui secondi, stiamo parlando della correttezza e professionalità. Certamente compito delle imprese è individuare partner bancari e garanti in grado effettivamente di dare quel plus valore che è lecito e ragionevole attendersi dagli stessi. Per fare questa valutazione è cmq necessario che anche le imprese conoscano quanto più possibile i dettagli tecnici dell'operazione e ne pretendano i benefici che ne derivano.

andrea bianchi ha detto...

dodona una t.c. che produca risparmio di capitale e relativo vantaggio sul pricing non credo stia in piedi se non supportata da una junior pesante che rimette pesantemente in discussione il beneficio di capitale inseguito.

Sapio ha detto...

Dodona, tu dici "ritengo ci siano grandi opportunità. In primo luogo per i benefici ipotizzzabili in generale in termini di capitale assorbito e provisions risparmiate e poi per la concreta possibilità di traferire tali vantaggi alle imprese in termini di prezzo e di minore costo della garanzia".
Per favore mi fai qualche esempio di calcolo che dimostri l'assunto?
Io qui metto il mio calcolo:
"Comparazione fra i sistemi Standard, FIRB ed AIRB con le Tranched.
Per capire dobbiamo ipotizzare un portafoglio composto da una sola esposizione annuale corporate con le caratteristiche qui riportate (è un esempio impossibile, non ci sarebbe granularità etc. ma serve appunto per capire) cioè PD=2,66 LGD=0,45 ed EAD=1
La tranche junior o equity , per coprire il KIRB=PA+PI, dovrebbe essere dimensionata proprio come la PA+PI di una Standard o di una FIRB o AIRB.
La tranche senior, totalmente protetta dalla junior, invece avrebbe una ponderazione residuale or RWA=7% e non 0% (cfr. SFA).
Dal che si deduce che, in prima approssimazione, la tranched è addirittura svantaggiata rispetto ai sistemi tradizionali. Per fortuna non è sempre così. La tranched diventa vantaggiosa quando il rischio aggregato del portafoglio è inferiore alla somma del rischio dei suoi componenti, e ciò accade quando il portafoglio è formato da esposizioni granulari (piccole), ben differenziate per settore, area geografica, durata etc.
Il difficile è proprio questo, progettare e poi comporre un simile portafoglio. "
A te/voi la parola.