aleablog

mercoledì 13 gennaio 2010

Le possibili strategie dei "107? No, grazie"



Avrete seguito in questi giorni il popolamento del Portale domande 107, giunto a contare 35 nomi, di cui 8 confidi autorizzati e 27 in istruttoria. Prevedo di raccogliere altre segnalazioni, non so quantificare il numero, e mi sto attivando con mail per sveltire il censimento. Prevedo di arrivare a 40-50 confidi 107, autorizzati o in pectore.
Molto probabilmente i confidi che al 31/12/2008 erano sopra i 75 milioni di euro di attività finanziarie (e lo sono rimasti al 30/06/2009) sono di più. Alcuni confidi sopra soglia, che chiamerò "107? No, grazie", hanno deciso di non presentare domanda di iscrizione.
Teniamo conto che il 31/12/2009 si è chiuso il periodo transitorio previsto dal decreto MEF del novembre 2007, e successivamente prorogato. I confidi che all'entrata in vigore delle istruzioni Banca d'Italia erano sopra la soglia o l'hanno raggiunta a fine 2008, hanno avuto il 2009 per adeguarsi ai requisiti e presentare domanda. Se non l'hanno fatto, hanno ulteriori 18 mesi per ridurre i loro volumi al di sotto dei 75 milioni. Se non fanno nemmeno questo, saranno cancellati dall'elenco ex artt. 155-106 del TUB.
Per quanti hanno superato la soglia a fine 2009 (e si manterranno sopra a giugno 2010) i termini sono ancora più stringenti perché siamo fuori dalle norme transitorie: tali confidi dovranno presentare domanda entro agosto 2010 (60 giorni dopo la suddetta verifica di fine giugno, v. commento a qs post del dott. Arzarello), ed essere in possesso dei requisiti patrimoniali e organizzativi, altrimenti saranno cancellati dall'elenco generale.
In un primo momento, ho pensato che i "107nograzie" ante litteram sperassero in una proroga dei termini, o nell'innalzamento della soglia, che ahimè non sono arrivati. Ci sono però anche delle spiegazioni "in positivo" dell'omessa domanda: i confidi in questione perseguono probabilmente strategie diverse dalla trasformazione diretta in intermediario vigilato. Quali? Da scarne notizie raccolte, e aggiungendo qualcosa con l'immaginazione, prevedo le seguenti opzioni:
  • fusione per incorporazione in un confidi 107 precedentemente autorizzato; è la soluzione più banale;
  • riduzione del volume di attività sotto i 75 milioni di euro; come? Qui si entra nel campo dell'ingegneria del credito e della governance; il concetto che si applica è quello di struttura veicolo, sulla quale si trasferiscono le masse eccedenti i 75 milioni con forme (di solito) di co-garanzia (la contro-garanzia non funziona perché ai fini dei volumi il confidi di primo grado mantiene le esposizioni); è più probabile che il veicolo non sia un 107 confidi, ma un 107 spa normale, per avere flessibilità negli accordi sulla governance; c'è già un esempio, quello di Centrofidi terziario (Firenze); in altri casi il ruolo di veicolo potrebbe essere svolto da un intermediario a partecipazione pubblica o mista, da iscrivere come 107 non confidi se già non lo è; naturalmente nulla vieta di utilizzare un confidi 107 di secondo grado o "baricentrico";
  • c'è poi il trucco del confidi-fenice, una manovra elusiva degna delle tecnologie aerospaziali stealth; ad esempio, il confidi Alfa (con 90 milioni di garanzie a fine 2008) potrebbe fare una fusione per unione con il confidi Epsilon (con 0,1 milioni di garanzie) dando vita a Beta, una nuova entità iscritta all'elenco generale, diversa da Alfa; la fusione sarebbe perfezionata il 29 giugno 2011 (un giorno prima del termine dei 18 mesi); i volumi per l'iscrizione a 107 si andrebbero a verificare sul bilancio di Beta al 31/12/2011 (anno della fusione); si guadagna tempo, e nell'anno seguente si può di nuovo risorgere dalle proprie ceneri con lo stesso giochino;
Nel secondo tipo di opzione viene fuori un soggetto un po' complicato da far muovere, con un gioco continuo di vasi comunicanti per tenere sotto soglia i volumi dei confidi aderenti. Per farla funzionare bisogna andare molto d'accordo, visto che si condividono rischi massicci sul veicolo, a meno che questo faccia soltanto garanzie con cap in portafogli segregati ed etichettati per conferente. Lascio a voi valutare i costi operativi e di coordinamento.
Il terzo tipo di opzione l'ho descritto un po' per celia, ma anche perché così magari arriva una comunicazione di chi di dovere a chiudere questo possibile buchino, e si evita di far spendere ai confidi soldi in consulenze inutili per fare cose poco serie; ma temo che allora si inventerà qualcos'altro ...
Per le opzioni quattro, cinque, etc. avete a disposizione i commenti (oltre che per i vostri pareri sempre graditi).
Luca

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48 commenti:

Sapio ha detto...

Mi piacerebbe sapere quanti e quali 107 approvati danno, ed in quale % sul totale, garanzie che gravano sul patrimonio di vigilanza. Questo perché sospetto che lo status di 107 sia solamente uno specchietto per le allodole (bancarie) da impallinare con garanzie non eligibili.
Poi, visto che ci siamo, mi piacerebbe pure sapere come le banche si stanno attrezzando per includere nel Taeg (vedi normativa antiusura) il costo della garanzie esterne (es. fornite dai Confidi) e come questo Taeg viene reso noto per trasparenza al prenditore.

Tom ha detto...

Sapio, credo che molti confidi diano ancora garanzie a valere su fondi rischi. Ma tanto, come ci siamo detti, le banche non riescono a ponderarle per ora......
In merito al TEG, credo che sia la banca a dover incorporare il costo della garanzia nella comunicazione di trasparenza al cliente. Spetta ovviamente al confidi comunicare i suoi costi alle banche. Ma in merito al TEG anche le banche non sono ancora sicure sul da farsi.

Luca ha detto...

Sapio: col tempo lo sapremo. Per adesso godiamoci lo spettacolo del settore confidi che finalmente si muove. Non ci rendiamo ancora conto di quello che sta accadendo.

Gigi ha detto...

Scusate l'intromissione, ma noto che i commenti sull'eleggibilità delle garanzie 107 e sul TAEG di filiera in questo blog sono più frequenti dei commenti sulla crisi della Juventus e sui cori razzisti a Balotelli degli ascoltatori di "A tempo di sport". Suggerimento omnibus: cerchiamo di stare sulla notizia, non tormentiamoci con i tormentoni.

Sapio ha detto...

Tom, Luca, d'accordo. Io insisto sull'argomento perché temo che per i Confidi sia giunto il tempo degli spazzacamini, dei maniscalchi, delle dattilografe, ora dei giornali di carta e dei ristoranti cinesi. Tutti questi 107 sono troppi! Occorre prevenire una crisi occupazionale. Nessuno se ne rende conto? Ci si balocca con l'illusione delle Tranched Cover pagate dagli enti locali?

Dodona ha detto...

Speriamo che i giochi da furbetti del quartierino durino poco o, meglio, che mai avvengano.
Meglio sane fusioni, con buona pace di alcune poltrone...
Altrimenti si rischia davvero il "muoia Sansone e tutti i filistei..."

Luca ha detto...

Sapio, hai ragione ma proprio per questo motivo dobbiamo spostare il focus della discussione sui passi concreti che i confidi stanno facendo (è solo l'inizio). E sulle domande presentate ci sarà molto da lavorare. Siamo in tempo per correggere la rotta.

Pierpaolo Arzarello ha detto...

Egr. Professore,
Lei scrive che "Per quanti hanno superato la soglia a fine 2009 (e si manterranno sopra a giugno 2010) i termini sono ancora più stringenti perché siamo fuori dalle norme transitorie: tali confidi dovranno presentare domanda entro fine 2010"
Le istruzioni di vigilanza Confidi (Circolare n. 216 del 5 agosto 1996 ' 9' aggiornamento del 28 febbraio 2008) al punto 2.1 affermano che "entro 60 giorni successive al verificarsi delle condizioni previste dall'art. 2, comma 3, del decreto del MEF del 9 novembre 2007 i confidi presentano domanda di iscrizione all'elenco speciale.
Il decreto del Mef all'art. 2,comma 3, parla di superamento dei limiti con riferimento ai dati dell'ultimo bilancio approvato e mantenimento degli stessi per i sei mesi successivi alla chiusura dell'esercizio a cui il bilancio si riferisce.
Quindi se non mi sono perso qualche passaggio forse i tempi sono ancora più stretti: agosto 2010
Cosa ne pensa?
Grazie

Luca ha detto...

Lei ha ragione, dott. Arzarello. Provvedo a rettificare la mia affermazione nel post.

Gigi ha detto...

Chiedo scusa per l'OT, ma personalmente non scuso il Gigi di cui sopra per l'intromissione, e soprattutto per l'usurpazione del nick. Uno che si prende la briga di fare le statistiche sui temi del blog e di paragonarle al calcio fa un grande torto, sia al blog che al calcio. Inoltre si arroga anche il diritto a dettare i temi. Se ne torni al bar sport a tormentare qualcun altro.

Leslie Caron ha detto...

Dear Mr Gigi,
as a matter of fact you are the first to blame for hijacking the nickname of the character I performed in the charming musical directed by Vincent Minnelli in 1958. Please allow freedom of choice to other visitors.

Gigi ha detto...

Ancora OT: il Gigi (o Leslie) usurpatore/trice non l'ha presa bene. Sa l'inglese ma ignora la netiquette. Chiedo scusa a tutti (anche per lui/lei) per lo spazio e il tempo rubato ad argomenti più seri.

Dodona ha detto...

Verra' il giorno in cui non ci sara' più bisogno ne di nickname ne di altre allusioni. Sara' il tempo della verità.
Sed quid est veritas?

Conte Mascetti ha detto...

... a dx?

Luca ha detto...

Cari amici, azzeriamo la discussione e torniamo a parlare di confidi in termini comprensibili. Mi piacerebbe stilare un elenco dei confidi "107? No grazie". Come si può procedere?

Oracolo ha detto...

Prendendo spunto da alcune vicende personali, menzionerei come quarta ipotesi la separazione, cioè che un confidi sopra i 75 milioni si separi in due entità distinte entrambe sotto soglia.
Se i costi per il passaggio alla categoria superiore sono percepiti come eccessivi, è la soluzione più semplice.

Claudio D'Auria ha detto...

Luca, temo che il tuo desiderio sia difficilmente realizzabile. I confidi di cui parli tu sono restii a venire fuori. E comunque, da quello che so tutte e tre le ipotesi da te fatte sono in questo momento perseguite da alcuni confidi.
Se può essere utile, ti posso dire che da una simulazione fatta quando ero in Banca d'Italia nel 2007 (quindi dati un po' vecchi) ci si aspettava una cinquantina di domande al 107 (52 per la precisione). Il numero mi sembra verosimile, sia in considerazione dei dati da te raccolti sul portalino, sia in considerazione che nel frattempo qualche nuovo confidi ha superato la soglia e qualcuno si è fuso.

Luca ha detto...

Oracolo: sì, la scissione è una quarta possibilità, che però rinvia alla seconda in quanto si deve poi trovare un ambito di coordinamento tra le due o più entità scisse.
Claudio: Stando alla stima 2007 da te citata, mancherebbero all'appello una decina di soggetti. In effetti non c'è un informazione pubblica completa per individuare un 106 sopra soglia che non ha presentato domanda, dato che non basta avere il volume di attività finanziarie a fine 2008, ma anche quello al 30/6/2009 che non è pubblicato. Di qui un'altra possibile manovra elusiva (sempre del tipo deprecabile): fare cessioni di portafoglio garantito a cavallo del 30/6 con riacquisizione subito dopo. Non so con quale impianto giuridico, ma penso che sia una possibilità. Se poi qualcuno viene a chiedere come mai non si è presentata domanda nonostante volumi a fine dicembre precedente sopra €75mn, si mostra che a fine giugno corrente anno non si erano mantenuti.
Io se fossi un 106 ci starei molto attento, perché se dovessero diffondersi comportamenti di questo tipo la Banca d'Italia avrebbe buone ragioni per imporre ai 106 un obbligo di segnalazione di dati contabili con cadenza semestrale, e sarebbe solo l'inizio di maggiori attenzioni per i confidi non vigilati.
Il passaggio a 107 può essere traumatico per i confidi, compresi quelli che hanno fatto debita domanda di iscrizione: però la soluzione è la ricerca di soluzioni organizzative che facciano arrivare i sistemi, le procedure e le competenze mancanti a costi ragionevoli. La collaborazione a livello di sistema diventa vitale.
Pensierino finale: come la mettono i 107nograzie con le banche? Se foste il Direttore crediti di una banca, vi sentireste tranquilli con la garanzia di un soggetto a rischio di cancellazione dall'elenco degli intermediari?

Oracolo ha detto...

Perché crescere?
Il modello 106 "vedere denaro io dare cammello" ovvero fondi vincolati presso la banca X che accettava garanzie emesse dal confidi fino ad un moltiplicatore 20/25 volte il fondo vincolato. Garanzie rigorosamente sussidiarie. Confidi emanazione di associazione di categoria e profonda conoscenza del territorio. Struttura ridotta all'osso. Questo modello ha funzionato per anni e ha permesso soprattutto in realtà artigiane di risolvere il problema fondamentale dell'accesso al credito, prima che del costo del credito.
Il modello 107 ???? funziona? funzionerà? Costi aggiuntivi: Vigilanza, Compliance, Audit, Sistemi informativi. E i ricavi ?
Per cui, se fossi il direttore crediti e mi arrivasse un 107nograzie, il problema sarebbe stabilire se è sotto il limite col trucco o no, ma senza trucco mi fiderei più di un 106 che di un 107.
E se il 107 mi richiedesse sconti sulle commissioni perché lui è un 107, ha il bollino di qualità di banca d'Italia, gli risponderei "Guardi come è finita Banca di Garanzia"

Dodona ha detto...

Luca e Oracolo: il direttore crediti di una banca ora risponde al CRO (chief risk officer); il rischio di credito va visto dentro il profilo più ampio della gestione del rischio.
Per questo, la garanzia dei 106, come quella di chiunque altro, va vista in un'ottica (forse nuova per alcuni) più complessa, in ragione del tipo di banca che si sta guidando...
E si condividerà il business insieme a chi sarà funzionale a tale business. D'altra aprte business is business....

Roberto Villa ha detto...

La parola "strategie" nel titolo mi lascia perplesso, forse sarebbe stato il caso di usare "furbizie". La scelta di restare 106 anziché diventare 107 deve essere frutto di motivazioni soggettive ma ragionate, e quindi, di conseguenza ci si comporta, ma non può certo discendere da estemporaneità del tipo "Oddio ho superato la soglia, aspetta che mi invento una furbata per eludere la legge".
Così non va bene, così si arma la mano (o la bocca) di coloro che hanno sempre sparato (o scritto), il più delle volte pretestuosamente, contro il mondo dei Confidi ed il loro operare.
Ci piaccia o non ci piaccia c'è una normativa da rispettare ed alla quale, volenti o nolenti, ci si deve adeguare. Ribadisco con forza che ritengo inutile e controproducente rincorrere soluzioni, o pseudo tali, autoreferenziali che, hai ragione Luca, possono solo danneggiare tutto il nostro sistema. Se l'italico genio venisse applicato innanzitutto a trovare soluzioni che innalzino la professionalità e riducano i costi applicati alle Imprese, anziché indirizzarsi al "fatta la legge, troviamo l'inganno", se, sempre l'italico genio, venisse, per esempio, indirizzato a proporre modifiche ad una normativa che per molte parti è orba della elementare "legge del buon senso", probabilmente, già oggi, qualche problema sarebbe stato affrontato e risolto.

Tom ha detto...

Presidente Villa, ci può fare qualche esempio di "normativa senza buon senso"?

Luca ha detto...

Dodona: certo, il CRO fornisce il quadro di valutazione del rischio, ma nel caso del rischio legale di un confidi in contumacia, ci arriva anche il direttore crediti da solo.
Oracolo: ovviamente i 106 sotto soglia non presentano pericoli di cancellazione. Non ti seguo nello spot della famiglia felice dei 106 snelli, super-moltiplicativi, stimati dalle banche. Ci sono stati e ci sono esempi virtuosi. Ci sono stati e ci sono esempi opposti. Però il contesto è cambiato, e un moltiplicatore di 20-25 coi tassi di default di oggi chi lo accetta più? Le banche valutano i confidi (ce lo raccontiamo anche sul blog) con un metro più severo e sostanzialmente simile tra 106 e 107.
Prima abbandoniamo questi stereotipi, più in fretta capiremo che cosa devono cambiare i confidi piccoli, medi e grandi che vogliono continuare ad esserci.

Romano ha detto...

Roberto Villa:
La legge 326, per riconscere i confidi; la modifica alla CRD, prima versione, per il riconoscimento della garanzia mutualistica; la soglia dei 75 mln per l'accesso al 107....; ecc
Insomma: come è possibile che tutto sia avvenuto senza l'assenso o coinvolgimento dei confidi e dei loro esponenti?
Delle due l'una: i confidi dove erano? se c'erano di cosa si occupavano?

Luca ha detto...

Roberto: siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ho esitato a scrivere il post, vista la delicatezza dell'argomento. L'ho fatto perché il settore confidi non può andare avanti se non accetta di fare selezione al suo interno. L'immobilismo imposto alla categoria da chi non accetta di cambiare è una minaccia più grave delle sofferenze che aumentano e del sostegno pubblico che diminuisce.

Gigi ha detto...

Non si può non parlare anche dei 107nograzie. Se a chi correva l'obbligo è passata l'idea di svincolarsi con un escamotage (o italica furbizia), è giusto evidenziarlo. Non si parlerà male dei confidi o del sistema dei confidi. Si parlerà male di QUEI confidi. E' giusto segnare una linea sulla lavagna. I buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Ne beneficia il sistema con maggiore chiarezza e trasparenza.
Per quanto riguarda la normativa se i confidi pensano che sia sbagliata facciano lobby sul legislatore, se non ci riescono piangano sé stessi e non colpevolizzino qualcun altro. E poi si adeguino: alternative non ne vedo.

Tom ha detto...

Che adesso debba leggere che bisogna proporre modifiche alla normativa è troppo'.....diciamocela tutta. Assoconfidi ha avuto incontri con BdI, nel corso del 2006, 2007 etc. Non ha mai ottenuto niente perché le richieste fatte erano pazzesche. Il concetto sottostante (e ci sono le bozze di discussione a provarlo) era: passiamo sotto la vigilanza di BdI, ma non segnaliamo in Centrale Rischi non rispettiamo le Istruzioni di Vigilanza etc etc...ma la garanzia pondera al 20%.....e pesavano di convincere BdI!! Ci sono alcuni passaggi nelle bozze di proposta a BdI, da sbellicarsi dalle risate. I funzionari di BdI si sono sbellicati''..

Romano ha detto...

Proprio così Tom...

Tom ha detto...

Luca, l'immobilismo appartiene al mondo confidi. Assoconfidi nel 2006 già chiedeva l'allungamento dei tempi di adeguamento e proroghe varie. Se nel 2010 (4 anni dopo) qualcuno non è ancora pronto, è meglio che non faccia il confidi. Non stupiamoci dell'immobilismo di qualche confidi, se chi lo rappresenta è ancora più immobile......

Roberto Villa ha detto...

Tom:
un esempio su tutti: il regime di "vigilanza equivalente" è diverso dal regime di "vigilanza uguale" (D.M. 27/12/2006 art. 8: Le disposizioni della Banca d'Italia stabiliscono per gli
intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'art.
107 del TUB, ovvero per determinate categorie di questi, un regime di vigilanza equivalente a quello previsto per le banche ai sensi del presente decreto, secondo criteri di gradualita' e proporzionalita' e tenendo conto della significativita' delle diverse configurazioni di rischio degli intermediari in relazione all'attivita' svolta e alle caratteristiche organizzative e dimensionali."
Applicare il regime di "equivalenza" e non quello di "uguaglianza", così come più volte richiesto anche in passato, oltre ai principi di gradualità e proporzionalità delle incombenze potrebbe già essere inquadrato in quel "buon senso" che ho richiamato.
Le normative non sono incise sulla pietra, si possono modificare.
Se in passato sono stati fatti degli errori (anche in assenza di alcun tipo di esperienza), perché non cercare di porvi rimedio oggi, sulla base delle esperienze maturate sul campo?
Il passato è storia ed esperienza, positiva e negativa, che ci può, comunque, aiutare a modificare in meglio il domani.

Tom ha detto...

Presidente Villa, non me ne voglia, la conosco di persona e le riconosco l'onestà intellettuale. Tuttavia, lei sa meglio di me come funzionano le federazioni (tutte) ed Assoconfidi. Non ci sono tecnici od esperti, ma (Presidenti, Direttori etc di confidi) che cercano poltrone e visibilità. Per non parlare dell'invadenza e le pressioni delle associazioni di categoria, che si concentrano su miopi problemi di realtà locali insignificanti.
L'ultimo dei frequentatori di questo Blog, ne sa di più di tutti quei soggetti messi assieme (in tema di confidi). Quello che non hanno capito è che si parla di 'finanza' non di politica.
Domanda: nelle federazioni il peso del voto è per testa o per dimensioni?

Luca ha detto...

D'accordo con Tom che per le modifiche alla normativa di Vigilanza siamo fuori tempo massimo. Non sappiamo cosa potrebbe succedere in una situazione di emergenza (107 - non uno solo, ma la maggioranza - che avviano l'attività da vigilati e che non riescono a fare le segnalazioni, o in sede di ispezione vengono giudicati carenti, o peggio). Al pensiero che potrebbe succedere reagisco e mi chiedo: "Cosa dobbiamo fare oggi per evitare che succeda?".
Dobbiamo chi? Chi si sta giocando la reputazione, i posti di lavoro, il patrimonio e tutto il resto: i confidi iscritti o "iscrivendi". Chi altro?
C'è un marea di cose che si possono fare per lavorare meglio, con più efficienza e qualità. E se da solo un confidi non ce la fa, si metta insieme con altri, vada a rompere le scatole alle banche, ai consulenti, ai fornitori di IT, ai professori, a chiunque può aiutare.
Non getterei la croce addosso alle associazioni dei confidi, che al momento non hanno le risorse e le competenze per spianare la pista di decollo dei 107. Occorre realismo: le associazioni sono governate da assemblee dove ogni socio ha un voto, e la maggioranza finora ha votato per prendere tempo e chiedere adempimenti più leggeri. Non penso che gli equilibri siano cambiati.
Nel mondo confidi servono (sono già nati?) dei poli alternativi di supporto tecnico e, inevitabilmente, di rappresentanza. Per i 107, ma anche per i 106 che vogliono stare al passo. Non so se sarà il mercato (i fornitori di consulenza e IT) a farli nascere, oppure se avremo nuove forme di associazionismo tra confidi, o tra operatori che lavorano nei confidi.
Beninteso, la nascita di nuove sigle è l'ultima cosa di cui c'è bisogno adesso. L'importante è che si mettano insieme gruppi di progetto, gente che lavora in un clima di fiducia reciproca.

Luca ha detto...

Caro Roberto, va bene chiedere a Banca d'Italia ulteriori adattamenti del quadro normativo dei 107 (non sono le tavole della legge, anche Basilea 2 sarà emendata). Ma bisogna andarci con proposte definite, discusse tra chi vive il problema in prima linea, confrontandosi tra colleghi. A quel punto possiamo convincere l'Organo di Vigilanza che l'adempimento X costa 100 e non serve a niente, ed è il caso di riconfigurarlo in modo che non produca masse di carta inutile, ma rispetti la sostanza della norma. Ma le proposte in negativo ("CeRi? No, la fanno già le banche ...") sono un autogol, specialmente quando sottintendono che un confidi vigilato può fare a meno di una procedura crediti e garanzie, di un controllo di gestione, di un presidio del contenzioso, di quello che serve per gestire un intermediario in modo autonomo e responsabile.

Tom ha detto...

Luca, su un punto non sono d'accordo. Non è vero che non ci siano le competenze nei confidi. Non c'erano, ma adesso cominciano ad esserci. Guarda ai frequentatori di questo Blog. Il problema e che se domani l'ABI o BdI apre un tavolo di lavoro (tecnico) ci vanno Direttori e Presidenti... Ai tavoli tecnici, si mandano i tecnici, come fanno le banche......

Tom ha detto...

Luca, sottoscrivo pienamente la tua risposta sulla CeRi.

Luca ha detto...

Tom: intendevo che le strutture di rappresentanza dei confidi (non i confidi) difficilmente riescono fornire assistenza su temi gestionali. Non lo dico per fare una critica, è quello che finora ho constatato, e mi pare che sia stata una scelta di politica associativa (non era vista come una priorità, oppure si è pensato che bastasse avvalersi di consulenti; probabilmente non era ancora tempo).
So che i confidi hanno fatto grandi progressi sul fronte delle competenze, e nel resto delle mie osservazioni insisto, come te, sul fatto che i tavoli di lavoro (tecnici) siano aperti ad operatori (in caso contrario potremmo fare un colloquio di ammissione: "Presidente, dato che ci ha onorato della Sua presenza, ci dica, qual è l'assorbimento patrimoniale di una tranched cover per la banca? E per il confidi?").
Partiamo però dall'assunto che c'è ancora tantissimo da imparare, anche a livello accademico.

bartolo mililli ha detto...

Ciao Ragazzi, Oracolo accennava ad una quarta possibilità. In questo link http://www.notariato.it/Notariato/StaticFiles/Studi_e_approfondimenti/169-06.pdf
troverete lo Studio n. 169-2006/ICONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO "Scissione di confidi e trasformazione di enti diversi dai confidi in confidi".
Desideravo accennare sul ruolo di Assoconfidi nazionale o delle Federazioni di categoria dei Confidi...Hanno avuto ed hanno un ruolo importantissimo perchè sanno rappresentare al meglio gli interessi politico-sindacali della categoria o quanto meno ci provano con molto impegno....ne vedo alcune che stanno cercando di strutturarsi anche per offrire di più, soprattutto dal punto di vista più strettamente tecnico. Non sarà facile, nel frattempo consiglierei all'Abi di accettare adesioni dei confidi, almeno i 107. Saluti

Roberto Villa ha detto...

Luca, ma io proprio quello intendevo: sulla base delle esperienze maturate, muovere delle proposte concrete che migliorino l'operare dei Confidi, che mettano in risalto le nostre caratteristiche (diverse da quelle bancarie), che non ci facciano sentire "precari" della finanza, che non ci dipingano come i "parvenu" dell'ultima ora. Quando, all'epoca, Assoconfidi entrò per la prima volta nella "stanza dei bottoni", ricordo che il mio primo pensiero, dopo le battute iniziali, fu: noi siamo dei dilettanti e questi sono professionisti, adesso ci mangiano! Non fu così, per fortuna, ma di errori, comunque, se ne fecero. Almeno proviamo a porci rimedio.
Tom, ci mancherebbe altro che te ne voglia, in molti dei tuoi passaggi mi ci ritrovo in pieno, in altri un po' meno, ma, ne sono più che convinto, fa parte della dialettica civile tra persone che, pur combattendo la stessa battaglia per ugual causa, possono anche avere visioni diverse. L'importante è il risultato.
Accidenti, non pensavo di sollevare un simile polverone, ma se serve...
Una buona serata a tutti.

Sapio ha detto...

E' stato più utile il dibattito di oggi che mesi di chiacchiere associative !
Luc, bravo anche per questo
"Non sappiamo cosa potrebbe succedere in una situazione di emergenza (107 - non uno solo, ma la maggioranza - che avviano l'attività da vigilati e che non riescono a fare le segnalazioni, o in sede di ispezione vengono giudicati carenti, o peggio). Al pensiero che potrebbe succedere reagisco e mi chiedo: "Cosa dobbiamo fare oggi per evitare che succeda?".
Dobbiamo chi? Chi si sta giocando la reputazione, i posti di lavoro, il patrimonio e tutto il resto: i confidi iscritti o "iscrivendi". Chi altro?"

Dodona ha detto...

Bartolo: che adesioni dovrebbe accettare l'abi?
Villa: apprezzo l'onesta' e il coraggio. Se facciamo un passo in più (un open day, un tavolo tecnico esponenti banche-accademia-confidi, ad es) sarebbe il segno tangibile che qualcosa sta cambiando. Ci proviamo?

Luca ha detto...

14 gennaio 2010: una data da ricordare per aleablog per i commenti a questo post, il loro numero (27) e l'intensità. Prima che finisca la giornata, approfitto per ringraziare chi è intervenuto (con una strizzata d'occhio all'ecumenico Bartolo), e anche tutti quelli che ci hanno seguito.
Dodona (ri)lancia un invito importante. Non voglio lasciarlo cadere. Sui modi per far decollare un lavoro comune intendo riaprire la discussione nei prossimi giorni.

Dario ha detto...

Qualcuno ha (giustamente) detto che i confidi dovrebbero partecipare meno ai tavoli di lavoro con Presidenti e Direttori e più con i tecnici.
Ne desumo che hanno scritto questo considerano non solo i Presidenti (che potrebbero averne titolo) ma anche i Direttori inadeguati tecnicamente. Il fatto non deve offendere nessuno ma è solo la (amara?) considerazione della necessità di crescita delle strutture dei confidi.
Al tempo stesso questo richiamo alla necessità di dare spazio ai tecnici mi fa domandare: quale è il tecnico per un confidi?
Per le questioni fiscali c'è il commercialista, per le legali l'avvocato, per la gestione di un confidi e le problematiche qui dibattute quale è la figura professionale? Come trovarla?
Professore, non è che deve mettere su anche un portalino dedicato a raccogliere i nominativi dei tecnici per confidi?

Luca ha detto...

Caro Dario, l'organizzazione dei confidi (quella dei 107 in primis) si articolerà e si specializzerà. Mettere nel portalino gli organigrammi dei confidi e favorire la formazione di club tra colleghi esperti di settore (esperti di contabiità, fisco, auditing, IT, credito, ecc. ecc) è un'ottima idea, col tempo la potremo realizzare.

Lanza ha detto...

Ok, la via maestra è la fusione tra Confidi, ma perchè queste avvengono sempre e solo fra confidi della medesima categoria industriale di emanazione?
La crescita dimensionale del Confidi attuata con l'aggregazione di più territori non si focalizza sul valore delle informazioni/relazioni del singolo territorio; non diversifica il rischio del portafoglio su più settori dell'economia; genera diseconomie di scala (l'attività di monitoraggio e di relazione, fonte del valore aggiunto del Confidi, non è un costo fisso!).
Non sarebbero più efficienti i Confidi focalizzati su un territorio e attivi su tutti i settori dell'economia di quel territorio, che interagiscono con i medesimi funzionari bancari (non esistono banche dedicate solo alle industrie, piccole industrie, commercianti, artigiani, agricolutura....!!!).
Non è forse allora la politica dei singoli interessi (o governance, come si dice ora) che sta limitando l'evoluzione dei Confidi (verso il 107)?

Dodona ha detto...

Lanza: concordo ampiamente, sottolineando due dei motivi evidenziati:
- l'aggregazione di "territori" diversi non produce simultaneamente maggiore conoscenza di quegli stessi territori (si perde la specialità, salvo recuperarla con ulteriori grandi sacrifici relazionali/economici)
- se l'aggragazione dei territori non si accompagna alla diversificazione dei settori il rischio concentrazione si amplifica. E questo vale per natura anche per confidi già ora molto focalizzati su singole attività/settori.
Al proposito, il 2010 ci dirà, forse, qualcosa di più sul rischio reale assunto dai confidi....

Sapio ha detto...

Dodona, Lanza, d'accordo con voi!

angelo ha detto...

perchè non fate una tabella con le scadenze?
esempio: ho superato il limite nel 2007 - quando devo presentare la domanda?
ho superato nel 2008 - quanddo devo presentare......
ho superato nel 2008 - quando devo presentare.......
Che cosa succede se non presenta la domanda?
Diventa un problema successivo l'ebentuale rientro nei termini, qualora ve ne fossero.

Luca ha detto...

@Angelo: nel post e nei commenti trova risposta alle sue domande. Dal punto di vista pratico, l'unico caso ancora rilevante è quello dei confidi che hanno superato la soglia di attività finanziarie a fine 2009: devono presentare domanda entro il 31 agosto 2010.
Quelli che hanno superato la soglia prima (a fine 2008) avevano tempo per domandare l'iscrizione in Banca d'Italia fino al 31/12/2009; se non l'hanno fatto, hanno 18 mesi per ridurre le dimensioni sotto i 75 milioni, oppure fondersi con altri confidi 107 oppure cambiare oggetto sociale o avviare la liquidazione.