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sabato 30 gennaio 2010

Interventi del Fondo nazionale innovazione (tranched cover e private equity) per lo sfruttamento di brevetti



Nicola, un gentile frequentatore del blog, ha giustamente richiamato la mia attenzione su un bando del Ministero dello sviluppo economico pubblicato il 30/12/2009. Lo presento citando dal comunicato del Ministro Scajola:
Nuova boccata d’ossigeno dal Governo per l’innovazione nelle piccole e medie imprese. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha infatti firmato gli avvisi pubblici per dare attuazione al Fondo Nazionale Innovazione, che dispone di una dotazione di circa 60 milioni di euro.
“Si tratta di una misura che rende disponibili risorse finanziarie per l’innovazione attraverso un meccanismo di condivisione del rischio di credito e di investimento a favore delle banche e di altri intermediari finanziari che sovvenzionano progetti innovativi collegati ai brevetti”, ha spiegato il ministro Scajola ricordando che “con questo intervento intendiamo rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’incontro tra domanda ed offerta di finanziamento per progetti basati su idee innovative e sullo sfruttamento industriale di brevetti e altri titoli della proprietà industriale aumentando la loro capacità di attrarre finanziamenti”.
“I brevetti”, ha precisato Scajola, “sono strumenti fondamentali per creare valore economico e pertanto vanno incentivati. Gli avvisi pubblici appena diffusi sono quindi uno strumento importante per stimolare la ricerca ed aumentare la competitività delle aziende italiane”. In particolare, gli avvisi pubblici si riferiscono alle due macroaree di intervento individuate dal Decreto Ministeriale del 10 marzo 2009: il finanziamento di debito, a cui vengono destinati 37,5 milioni di euro, e il capitale di rischio, a cui sono assegnati 20 milioni di euro. I due interventi entrano in vigore il 30 dicembre 2009 con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Una particolarità di questi strumenti di intervento è di essere collegati al contratto di rete, previsto dalla Legge Sviluppo. In tal modo avranno la possibilità di usufruire di questi finanziamenti anche le imprese che partecipano ad un contratto di rete relativo alla valorizzazione di un brevetto, comprese quelle che non ne sono direttamente titolari.
Gli avvisi pubblici attuano il Decreto 10 marzo 2009, Partecipazione delle piccole e medie imprese al «Fondo nazionale per l'innovazione». Il primo avviso (con Allegato) riguarda la selezione di banche o intermediari vigilati per la realizzazione di portafogli di finanziamenti da erogare a piccole e medie imprese a fronte di progetti innovativi basati sull'utilizzo economico di brevetti. L'importo unitario massimo dei finanziamenti è di 3 milioni di euro. L'aiuto pubblico si tradurrà nella sottoscrizione dell'80% della tranche di prima perdita di tali portafogli. L'articolo 6 dell'avviso è molto preciso al riguardo:
1. Il portafoglio di esposizione creditizie di cui all'articolo 3 viene suddiviso in due distinte classi: una tranche junior, esposta al rischio di prima perdita (first loss) del portafoglio e una tranche senior, con grado di subordinazione minore.
2. L'intervento del Ministero è attuato attraverso la costituzione in pegno, mediante impiego delle risorse del F.N.I., di un cash collateral infruttifero in favore del soggetto proponente, per un importo pari alla tranche junior.
3. Per effetto dell'intervento del Ministero di cui al presente avviso, la classe di merito creditizio della tranche senior deve essere corrispondente alla quinta classe della Tabella n. 1 riportata nel Titolo 2, Capitolo 2, Allegato A, della Circolare n. 26312006. La predetta classe di merito creditizio della tranche senior e i conseguenti punto di stacco e spessore della tranche junior sono determinati applicando l'approccio della formula di vigilanza (Supervisory Formula Approach) di cui alla Circolare n. 263/2006, ovvero tramite certificazione del rating da parte di una agenzia esterna di valutazione del merito di credito riconosciuta dalla Banca d'Italia.
Anche per il calcolo dell'intensità di aiuto, si adotta una metodologia evoluta, riferita ai premi esenti in funzione della classe di rating del beneficiario. La selezione delle offerte avviene in base ad un set di criteri di qualità organizzativo-funzionale, e convenienza del costo del credito alle imprese. Idee simili erano state sperimentate nel bando Made in Lombardy, della Regione Lombardia. Che dire di questo nuovo progetto? E' positivo il fatto di mobilitare le importanti risorse del Fondo Nazionale Innovazione a favore di filiere di imprese innovative (vedi contratto di rete). Auguro tutto il successo possibile, ma non posso fare a meno di segnalare alcuni ostacoli che potrebbero porsi lungo il cammino:
  • parliamo di un segmento di domanda molto specifico, e di iniziative che si devono organizzare secondo modelli (contratto di rete) da collaudare; immagino che il Ministero abbia preliminarmente sondato i potenziali aderenti (imprese e banche) chiedendo: "Sareste pronti?";
  • la tecnica della tranched cover richiede alto frazionamento del portafoglio e incertezza contenuta dei tassi di default; con esposizioni unitarie fino a 3 milioni di euro, che finanziano attivi ad alta incidenza di intangibles, si possono avere incidenze pure molto alte e variabili delle perdite unitarie sulla tranche equity (37,5 milioni / 0,8 = 47 milioni circa da dividere tra uno o più aggiudicatari); di qui la difficoltà per questi ultimi di pesare la robustezza del credit enhancement;
  • ai fini di Basilea 2 il meccanismo risulta efficace solo per banche con IRB avanzato;
  • non è facile costruire una scala di valutazione comparativa delle offerte per due motivi, (a) perché gli input sono molteplici (spread creditizi per classi di rating) e (b) perché sono espressi come impegni della banca offerente, e non è facile imporne il rispetto nell'esecuzione del programma che dipende dall'effettiva domanda da parte delle imprese.
In ogni caso si tratta di un esperimento interessante, dal quale si potranno imparare cose utili anche per programmi creditizi meno sofisticati.

Luca
PS: Non c'è spazio per trattare del secondo avviso (con allegato) che riguarda l'individuazione di uno o più soggetti gestori di Fondi mobiliari riservati di tipo chiuso di capitale di rischio diretti alla partecipazione nel capitale di PMI. Del private equity parleremo in un altro post.

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75 commenti:

Sapio ha detto...

Come è andato a finire il Made in Lombardy ?
Su questo cosa dire? Tutte le perplessità possibili e immaginabili! Come faranno ad ottenere un alto frazionamento del portafoglio?
Poi è la banca che deve costituire il portafoglio a rete e presentarlo al Ministero?
Chi ha pensato questa cosa di una banca conosce solo il bancomat. Impareremo cose utili e cose da non fare. Sorrideremo molto.

Sapio ha detto...

Ho letto un po' di documentazione. Francamente è un bando ingestibile. Secondo me al Ministero hanno voluto provare se quella vecchia idea, della copertura del prima perdita, andava perseguita o abbandonata.
Avevano bella e pronta la soluzione (un fondo specifico affidato al FCGaranzia) e non hanno voluto praticarla.
Così si perde tempo a sfavore delle imprese!

Giulio Grimaldi ha detto...

Le osservazioni del prof sono puntuali e corrette. Attenzione però ad alcuni aspetti:
a) la specificità dell'area di intervento, giustamente colta, ha portato ad includere anche imprese "collegate" nella forma del contratto di rete, cercando di favorire nuove forme aggragative di imprese
b) la valutazione del credit enhancement (pari al 100% della junior note determinata in modo da ridurre al 20% il requisito di assorbimento patrimoniale) è sicuramente resa complessa dalla potenziale minore frammentazione del portafoglio, ma è lasciata alle banche la sua determinazione
c) i vantaggi per le banche IRB non derivano dal bando del Ministero, ma dalla maggiore capacità che il "sistema" riconosce loro di valutare e determinare il credit risk (con metafora di potrebbe dire che gli ingegneri sono più avvantaggiati dei geometri in appalti di progettazione di opere pubbliche)
d) il bando made in lombardy lasciava ben maggiori incertezze, soprattutto riguardo la effettiva chiusura dell'operazione di cartolarizzazione
e) è importante l'attenzione posta all'effettivo vantaggio trasferito alle imprese dall'intervento pubblico, con correlato tentativo di quantificarlo rispetto alla rinuncia del pubblico
Ultimo invito alla discussione per l'amico Sapio (il cui nickname, se si escludono riferimenti oleari o "sodio-clorurici", è decisamente impegnativo, ...immagino che l'anagrafe lo sia altrettanto, altrimenti non comprendo l'anonimato): sei a conoscenza di analisi che hanno dimostrato l'efficacia per le imprese, in termini di tassi di interesse, del FCG? io mi sono imbattuto solo in dimostrazioni empiriche ed immediate di impatti assistenziali nei confronti del sistema dei confidi, che hanno gravemente pregiudicato il sano evolversi di un'istituzione sulla carta virtuosa ma nei fatti autoreferenziale

Sapio ha detto...

Premesso che, per quanto ovvio, condivido punto per punto le osservazioni di Luca.
Domando a Grimaldi: il Ministero si è assicurato che le banche siano pronte a gestire, e gradiscano, le Tranched Cover? Se la risposta è si, vedremo. Siamo qui per imparare.
Quanto all'invito alla discussione non lo capisco. Sono mesi che mi batto per l'obbligo di indicazione del TAEG di filiera a tutela delle imprese. E proprio a me si parla di "Confidi virtuosi sulla carta ma in verità autoreferenziali" ? Ultimo, le banche posssono rivolgersi direttamente al FCG disintermediando i Confidi salvo che nel Lazio e Toscana, e salvo la riserva del 30% (che per loro è un po' la tessera del pane, voluta dai padrini politici). Allora , salvo quanto detto, che c'entra il FCG con i Confidi?

Luca ha detto...

Dott. Grimaldi: grazie per la sua "interpretazione autentica" dei punti da me sollevati nel post. Occorre quindi attendere lo svolgimento della procedura di selezione per apprezzarne la praticabilità. Se più banche (o intermediari) presenteranno offerte, allora il MiSE potrà imporre alle aggiudicatarie obblighi più stringenti rispetto all'effettiva realizzazione del programma di erogazione e cartolarizzazione. Se, appunto. Ma confido che l'Amministrazione abbia (come dicevo) sondato l'interesse della banche.

peppex ha detto...

Salve a tutti.
Premetto che sono d'accordo con quanto detto nei post precedenti, vorrei solo aggiungere qualche considerazione.
L'interesse delle banche c'è sicuramente, almeno di quelle più evolute in termini Risk Management.
La complessità dell'operazione è elevata, non solo con riferimento alla strutturazione tramite SFA ( e relativa segnalazione) ma soprattutto per la parte legata al calcolo del limite del rendimento, legato alla curva dei rendimenti di corporate bond di rating A-.
Soprattutto perchè tale limite di rendimento dovrò essere il frutto dei singoli spread praticati per ciascuna classe di rating, la cui omogeneità dovrà essere valutata attraverso il calcolo della deviazione standard.
Altro punto ostico è la mancanza di una garanzia durante la fase di ramp up del ptf, che potrebbe essere abbastanza lunga (18 mesi) e esporre la banca a default privi di qualsiasi forma di copertura.
La mia impressione è che il ministero abbia lanciato il bando in seguito ad alcune chiaccherate con le banche senza però aver capito fino in fondo il meccanismo di funzionamento della tranche covered e della SFA.
Però al di là delle difficoltà, che nelle banche più evolute saranno sicuramente risolte, questo bando a mio modesto parere potrebbe essere un banco di prova per far capire al MISE che 'eventuale utilizzo del FCG come garante di porzioni di operazioni di cartolarizzazioni sintetiche (tranched)è più efficiente e meno onerosa in termini di risorse pubbliche dell'attuale uso.
Saluti

Tom ha detto...

Il ramp up a 18 mesi è troppo, troppo lungo.

Sapio ha detto...

Certo che è troppo lungo. Ma uno più corto è impossibile perché si tratta di mettere insieme finanziamenti particolarissimi. Ecco perché un sistema di aiuto "a sportello" (come FCG) andava meglio.

Tom ha detto...

x Sapio, con esposizioni unitarie fino a 3 milioni(e parliamo di PMI) quanto pensi possa essere la tranche equity ed eventualmente la size del ptf perchè stia in piedi...ipotizzando che il portafoglio rispecchi le PMI italiane.
P.S. non penso comunque sia conveniente inserire PMI con rating peggiore della BB-.

Nicola ha detto...

Mi inserisco nella discussione che, in parte, ho contribuito a sollevare.
Una premessa, più di forma che di merito: non condivido l'approccio e i toni utilizzati nel dibattito da Sapio. La critica è sempra positiva quando è costruttiva e non preconcetta. Mi sembra invece che Sapio abbia espresso dei pareri assai negativi senza neanche aver letto la documentazione dell'intervento e, peggio ancora, abbia usato toni deridenti se non addirittura offensivi verso le persone che -immagino - hanno lavorato all'intervento, dedicando tempo e impegno. Preferirei, personalmente, una discussione più rispettosa e pacata.
Venendo al merito, Sapio sostiene che si poteva benissimo ricorrere al Fondo di garanzia per le PMI per perseguire questa particolare finalità. Una strada certamente percorribile e, anzi, già battuta nel recente passato con riferimento ad investimenti di PMI in "tecnologie digitali". L'esperienza (fallimentare) di questa "sezione tecnologie digitali" del Fondo - nonostante il riconoscimento di particolari agevolazioni rispetto ai tradizionali e più generalisti interventi di garanzia del Fondo - sono noti a tutti. Probabilmente per questo al MSE avranno deciso di provare altre strade. Altre possibili motivazioni sottostanti la scelta, che sembrano emergere dalla lettura della documentazione, sembrano: 1) la volontà di sperimentare forme virtuose di partnership tra pubblico e privato; 2) quella di provare a spingere le banche a porre maggiore attenzione alla valutazione degli aspetti tecnologici nella valutazione dei progetti da finanziare, dotandosi di strutture interne ad hoc o implementando forme strutturali di collaborazioni con Università e centri di ricerca; 3) la volontà (forse) di sperimentare forme e tecniche di mitigazione del rischio di credito che non debbano necessariamente ricorrere, per trovare una loro efficacia, ad una garanzia (che non può considerarsi a 0 costi) di ultima istanza dello Stato.
Concordo con quanto detto dal Giulio Grimaldi: il Fondo di garanzia per le PMI è uno strumento straordinario, soprattutto in una fase economica come quella attuale. Risulta però tutto da dimostrare il beneficio che la garanzia del Fondo genera in capo alle PMI (con questo ovviamente non voglio verto sostenre che non ci sia un beneficio). Al riguardo, ho letto i risultati di un recente monitoraggio che evidenzierebbero un beneficio derivante dalla garanzia del Fondo quantificato in un risparmio (medio) di 200 b.p. sul costo del finanziamento per le PMI, rispetto alla media dei tassi praticati sul mercato (rilevati sul Boll. Stat. Bankitalia)...

Nicola ha detto...

... Il risultato sarebbe anche confortante ma la metodologia di rilevazione lascia a desirare. Un simile risultato potrebbe essere infatti compatibile con un'altra e del tutto diversa interpretazione data da chi sostiene che - visti i criteri troppo selettivi per l'accesso alla garanzia - solo le imprese migliori accedono effettivamente al Fondo. In questa prospettiva, le imprese ammesse al Fondo pagherebbero di meno i finanziamenti solo perchè sono migliori della media delle imprese italiane e non perchè agevolate dalla garanzia del Fondo.
In altre parole, come si fa nella rilevazione a prescindere da considerazioni legate al merito creditizio delle imprese, alla tipologia di operazioni finanziarie considerate, ecc.)?
Nel valutare le cose bisogna dunque essere sempre estremamente attenti e misurati.
Ho letto anche l'interessante parere di Peppex del quale non condivido, però, un passaggio. Leggendo la documentazione non ho trovato nessun riferimento alla inefficacia della garanzia durante la fase di costruzione del portafoglio (cosa che invece ho trovato, con qualche brivido, nel bando Made in Lombardy). Nei documenti si legge, infatti, che il portafoglio verrà chiuso entro 18 mesi, qualunche sia l'ammontare del portafoglio raggiunto e che il cash collateral verrà perfezionato in funzione dell'effettivo ammontare del portafoglio costituito (oltre che, mi pare evidente, della sua rischiosità, granularità, ecc.). Ne deduco che le perdite registrare in questo periodo siano coperte dal cash collateral (peraltro, si legge che le risorse aggiudicate sono subito trasferite dal MSE su c/c della banca).
Sul periodo di 18 mesi della costruzione del portafoglio, concordo infine con quanto accennato da Sapio: 18 mesi non è un periodo troppo lungo; semmai, vista la particolarità dei progetti da finanziare, troppo breve.
Grazie dello spazio che mi è stato concesso (soprattutto in considerazione della lunghezza del mio post).

Tom ha detto...

Per mia memoria è la prima volta che leggo che un ramp up di 18 mesi è troppo breve. Peraltro Sapio ha scritto che più breve è impossibile, per la tipologia....

Sapio ha detto...

Vorrei ricordare che il termine, per le Banche, di presentazione delle domande scade il 1/3/2010.
Il rump-up è lunghissimo, il termine per la presentazione brevissimo (2 mesi, di cui uno già trascorso). Per una operazione così complicata.
Si voleva testare la praticabilità delle Tranched Cover? Non si poteva iniziare con qualcosa di più semplice?

Sapio ha detto...

Tom, non me la sento di quantificare il Cap necessario. Però ragionaniamo insieme. C'è un metodo ex-post, purtroppo, per capire se il Cap era sufficiente o no: se alla fine dell'ammortamento il Cap non si è totalmente esaurito, anzi avanza qualcosa da restituire al garante, allora era giusto. In questa materia melium abundare quam ..... Allora si potrebbe prendere qualche caso, tutti con pari durata e se possibile ben granulari, conclusosi felicemente e osservare quale fu a suo tempo la % di CAP sul totale. Sarebbe una prima indicazione.
Osserviamo poi che il Cap deve coprire la PI e LE (plurale) PA (ce nè una per ogni anno di durata). Continuiamo: FCG blocca nel suo Fondo il 12% dell'erogato. Per fortuna una parte di questo importo bloccato viene liberato (è la rotatività) alla fine dell'ammortamento pluriennale. Anche questa è un'indicazione. Non bisogna dimenticare che le esposizioni di questo bando sono più rischiose del normale.
Ultimo, secondo me (da provare comunque) una proxy nasometrica, ma molto proxy, dovrebbe escaturire da questa formula Cap=(PI+PA*n)*x dove n è la durata in anni e x un coefficiente riduttivo tipo 0,5 o 0,66. PI e PA dovrebbero essere calcolate con la PD, LGD, EAD medie di portafoglio.
Ci ho provato. Aiutami anche tu.

Sapio ha detto...

Nicola, sulla copertura durante il rump-up sarà meglio ottenere una interpretazione autentica perché senza copertura le banche non apriranno nemmeno il dossier, ma vedo qualche complicazione contrattuale.
Sui risultati, per le imprese, del Fondo pende la solita incertezza : le garanzie debbono sanare i malati o irrobustire i sani? La comunicazione sugli aiuti in forma di garanzia ad esempio non privilegia la prima ipotesi. Se non si capisce questo non si può giudicare un risultato.
Sulle tecnologie digitali osservo: una agevolazione si compone di due parti 1) condizioni di ammissibilità; 2) forma dell'agevolazione. Siamo sicuri che colpa dell'insuccesso è stata la seconda delle due ?
Personalmente ritengo che l'attuale normativa che regola il FCG (non la normativa ante 30 aprile 2009) sia la più efficiente e comoda ci possa essere per le imprese. Io sostengo addirittura che debba essere riproposta, mutatis mutandis, su scala regionale. Tutto è migliorabile per carità, in particolare auspico un sistema di valutazione basato sul rating, previo accesso alla Ceri, e non sulla griglia. Preventivamente però va chiarito l'obiettivo : agevolazioni per i sani o gli ammalati? Ultimo, nulla vieterebbe allo stato di trasferire la ponderazione 20 anziché 0. Costerebbe di meno. Il vero problema però rimane la trasparenza del Taeg finale ominicomprensivo per l'impresa.

Nicola ha detto...

Personalmente, Sapio, preferisco la via di mezzo, ossia una garanzia del Fondo 662/96 data ad imprese né sane (a cui non servirebbe, con uso inefficiente di risorse pubbliche), né malate terminali (cosa forse poco utile e comunque non consentita dalla Comunicazione della CE) ma ad imprese in temporanea difficoltà, comunque contraddistinte da prospettive di ripresa. Mi rendo conto che un simile obiettivo comporta difficoltà operative ma ritengo - e qui concordo pienamente con Sapio - che l'adozione di un sistema di ammissione alla garanzia basato su rating e CR (oramai imprescindile per il FdG) possa aiutare molto anche in questa direzione.
Credo poi che nell'ambito del FdG debba essere introdotto un sistema di preferenza (incentivata, con maggiore copertura e/o minori commissioni di garanzia) per le garanzie rilasciate a fronte di operazioni che vadano nella direzione di un miglioramento strutturale della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese. Mi rendo conto che l'offerta, dal lato bancario, di strumenti finanziari che guardino a simili esigenze è pressoché nulla ma ciò non toglie che i policy maker non debbano provare a stimolare simili prodotti. Altrimenti - credo - la garanzia del Fondo rappresenterà sempre un "tampone" alle croniche difficoltà di molte PMI italiane nell'accesso al credito (penalizzate, in media, da un basso livello di patrimonializzazione e da strutture finanziarie spesso sbilanciate sul breve termine), senza incidere nell'ottica di un miglioramento strutturale delle stesse.
Per quanto riguarda la sezione tecnologie digitali del FdG, non so dire quali siano stati i motivi che abbiano pesato di più sull'insuccesso dell'iniziativa. Quello che volevo dire nel mio iniziale post è che - scegliendo la stessa strada per i brevetti - ci sarebbero state alte probabilità che anche questo nuovo Fondo Innovazione conoscesse una analoga fine.

Sapio ha detto...

Le garanzie date alle imprese sane non sono inutili ed inefficienti bensì aumentano lo sviluppo.

Luca ha detto...

Sono d'accordo con Nicola: le azioni per il miglioramento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese sono una priorità. Forse è arrivato il momento di spostare il focus degli interventi pubblici: non è più tempo di azioni basate sul credito e le garanzie che suppliscono alla mancanza di una gestione finanziaria. Anche per la micro-impresa.

Tom ha detto...

Sapio, condivido l'approccio utilizzato, peraltro sempre difficilissimo sui tranched... Una sola domanda sulla proxy, quale è la motivazione dietro al coefficiente riduttivo?
P.S. Perchè invece di un tranched non hanno proposto di cartolarizzare, coprendo l'equity e magari un impegno ad acquistare il mezzanino?

Dodona ha detto...

Tom: concordo con te sulla maggiore efficienza e minore complessità di una TC a fronte di ptf già costruiti.
Mi sa che proprio in ragione della novità degli argomenti occorra ripensare anche l'approccio che il soggetto pubblico deve adottare.
Non tanto per la difficoltà a gestire il complesso, quanto per l'utilità a creare cmq strutture contrattuali complesse.
Ragioniamoci.

Sapio ha detto...

Tom, se avessimo dovuto fare i calcoli puntualmente avremmo dovuto di anno in anno cambiare le PD (occorrevano le PD forward, che hanno la caratteristica di crescere al 2' e 3' anno e poi decrescere), le LGD, che nell'ipotecario hanno un andamento analogo alle PD e nel chirografario no, le EAD che scendono con legge esponenziale (se l'ammortamento è francese) mentre con legge lineare (se è italiano). Attenzione la PD doveva essere la PD aggregata di portafoglio. Tutto ciò premesso le PA e la PI scendono gradatamente nel tempo. Poiché noi nella formula dobbiamo mediare questo fenomeno, ecco la ragione del coefficiente riduttivo. La PI si potrebbe anche mettere fuori della parentesi perché se non si manifesta alla fine si restituisce al garante (la famosa rotatività).

Sapio ha detto...

Tom, sulle cartolarizzazioni: esse sono nate per rendere liquido un portafoflio già formato, e quindi valutabile. In questi bandi invece il portafoglio è ancora da formare e questo nella mia esperienza è molto difficile da fare rispettando qualità e quantità richieste. Ho visto riempire le tranches con operazioni che con il bando non c'entravano niente. Io sono convinto che BdI, allorché approvò l'applicazione delle Tranched ai Confidi, voleva solo dar loro una bicicletta tutta da pedalare. In salita.
Ciò detto, perché non hanno proposto una cartolarizzazione? Ma perché il garante pubblico vuole liberarsi della somma stanziata, far bella figura rapidamente(ci sono le elezioni) e non pensarci più. Se avessero aspettato la formazione del portafoglio rischiavano di essere chiamati a coprire un'equity maggiore del previsto oppure di fare una figuraccia lasciando le banche col cerino in mano.

Tom ha detto...

Chiaro, grazie.

Tom ha detto...

Sapio, probabilmente hai ragione. Tuttavia all'estero tale esperienza è già stata portata avanti con successo.
In termini di credito bancario, una cartolarizzazione permetterebbe a parità di capitale, una maggiore concessione di credito, visto che l'impatto del Kirb (ammesso che qualcuni un giorno lo usi)è tutto da dimostrare nella realtà dei fatti.

Sapio ha detto...

Tom, tu mi chiedi cosa che già sai. Poiché sei un maestro, perché non contribuisci di più al blog a beneficio di tutti?

Tom ha detto...

Sapio, seriamente, concordo quasi sempre con il tuo punto di vista e se dovessi intervenire di più potrei farlo solo confermando ciò che tu hai già espresso.

peppex ha detto...

Buon giorno a tutti
per Nicola:
"Leggendo la documentazione non ho trovato nessun riferimento alla inefficacia della garanzia durante la fase di costruzione del portafoglio (cosa che invece ho trovato, con qualche brivido, nel bando Made in Lombardy)"
Purtroppo devo contraddirti, il bando parla esplicitamente del versamento del fondo solo al closing della fase di strutturazione, una volta determinato lo spessore della junior.
Invece dice chiaramente art.3 comma f) non essere assistiti da garanzie, personali, reali o assicurative.
Poichè quindi il fondo non viene costituito mentre il portafoglio is ramping up ma solo al closing della fase di strutturazione ne deriva che durante il ramp up (anche lungo) il finanziamento è non garantito.
Per ovviare a questa problematica si può:
1)chiedere al MISE di cambiare il decreto introducendo una garanzia personale nella fase di ramp up oppure
2) praticare un pricing differente nelle due fasi di vita del deal, uno di preammortamento, molto più alto per effetto di una più elevata EL (per effetto della LGD) e uno post closing che tenga conto del risparmio in EL e UL.
Conoscendo la view creditizia delle banche (molto old economy, meglio una fideiussione oggi che un buco domani)direi che senza l'introduzione del punto 1 gli strutturatori delle banche difficilmente riuscirebbero a far passare l'operazione lato crediti.
Ciao a tutti

Sapio ha detto...

La riunione MiSE-Banche c'è stata qualche giorno fa in ABI. Quindi le banche non erano state consultate prima della pubblicazione del bando.
Il risultato è stato "vivace"!

Nicola ha detto...

Per Peppex: ciao Peppex. Leggendo la documentazione dellintervento ho la sensazione che si prenda in considerazione il momento di chiusura del portafoglio (18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione MSE-intermediario) per il calcolo dell'effettivo spessore della tranche junior, data la effettiva rischiosità, granularità, ecc, del portafoglio costituito. Per quanto ho capito, eventuali perdite che si verificassero nel periodo di composizione del ptf andrebbero a scaricarsi cmq sul cash collateral, anche se la costituzione formale del pegno in favore della banca potrà avvenire in un momento (relativamente) successivo al verificarsi della perdita stessa. Evidentemente, in quest'ultimo caso, al momento della costituzione effettiva del cash collateral andrebbero subito detratte eventuali perdite già subite dal portafoglio. Non vedo ostacoli interpretativi su questo aspetto. O, almeno, questa è l'interpretazione che personalmente ne traggo.
Per Tom e Sapio: "Perchè invece di un tranched non hanno proposto di cartolarizzare, coprendo l'equity e magari un impegno ad acquistare il mezzanino?"
L'ipotesi che proponete è interessante e sicuramente meritevole di attenzione, anche da parte del policy maker. Forse hanno optato per la T.C. perchè in questo modo avevano maggiori possibilità di influenzare, ex ante, il pricing dei finanziamenti (trasferendo benefici alle PMI), anche stimolando un minimo di concorrenza tra le banche. Voi che ne pensate?

Nicola ha detto...

Per Sapio: con riferimento alla riunione MSE-banche, cosa intendi precisamente quando dici che: "il risultato è stato vivace"?

Sapio ha detto...

Io penso (opinione personale) che questa cosa non si farà. E' stato un errore elettorale. Ci sono moltissimi problemi emersi in quella riunione. Addirittura qualcuno ipotizza che il periodo di rum-up sia troppo breve per mettere insieme un portafoglio così complesso! Poi questa cosa doveva essere gestita da una struttura con esperienza nelle agevolazioni alla ricerca (MCC ed Intesa-S.Paolo-IMI). Inoltre bisognava provare le Tranched su operazioni piccole e semplici. Intanto sembra che la scadenza del 1/3 sarà prorogata, poi passate le elezioni si vedrà. Io rimango convinto chebisogna creare una apposita sezione del FCG trasferendo magari una ponderazione 20 anziché 0. Era tutto più semplice.
A parte questo, la Made in Lombardy è ancora aperta. Mi piacerebbe sapere se ha avuto successo. Però erano agevolabili solo imprese relativamente sane (PD max 3,50% con spread del 2,90). Inoltre BNL non è IRB Advanced. Come avrà segnalato l'operazione?

Sapio ha detto...

Nicola: le cartolarizzazioni servono alle banche per liquidare il portafoglio. Non servono ad agevolare le imprese. Nelle cartolarizzazioni dei mutui casa qualcuno ha chiamato i mutuatari per dar loro la bella notizia che, essendo stati cartolarizzati i mutui, i loro tassi erano diminuiti?
Per quanto riguarda il rischio durante il rump-up e la relativa copertura penso che, semplicemente, al MiSe se lo siano dimenticato ed il portafoglio non sia protetto. Salvo interpretazione ufficiale contraria firmata col sangue.

Nicola ha detto...

Per Sapio: sono d'accordo con te, Sapio. E' per questo che preferisco una operazione, magari più complessa, ma che possa trasferire benefici diretti e tangibili alle imprese, piuttosto che un'operazione che consenta alle banche di liquidare portafogli e i cui benefici per le imprese sarebbero solo "eventuali". E' un approccio diverso.
Riguardo alle strutture con esperienza nella ricerca (MedioCredito e Intesa) che giustamente citi tu, potrebbero benissimo figurare tra i proponenti il portafoglio. Sarebbero anche avvantaggiate per quanto riguarda la valutazione e selezione dei progetti da finanziare. Non credi? In fondo, credo che la scommessa che hanno fatto al MSE sia anche questa qui.

Sapio ha detto...

Nicola: Intesa non è Advanced. Sulla scommessa vedremo. Ho già detto che non credo che vada in porto.
Sulla genesi della dimenticanza della garanzia durante il rump-up propongo questa spiegazione: generalmente le esposizioni durante il rump-up non sono garantite perché quest'ultimo è breve (3-6 mesi). Qui invece è lungo 18 mesi, e qualcuno dice che è poco, e non può non esser garantito!

Nicola ha detto...

Per Sapio: scusa, non ho capito a cosa rilevi, ai fini del ns discorso, la tua precisazione in merito al fatto che Intesa non sia advanced. Non credo che ciò pregiudichi la sua ipotetica convenienza a partecipare al bando. O forse mi sono perso qualche passaggio
?
In merito al discorso del rump-up, rileggendo ancora l'avviso non sono riuscito a trovare nessun passaggio che possa far pensare ad una esclusione della copertura in tale periodo. Più che ad una dimenticanza, la lettura dell'avviso (ma qui, come dicevi giustamente tu, una interpretazione autentica sarebbe utile per fugare ogni tipo di duvvio) mi porta a pensare che i finanziamenti per cui si siano verificate perdite durante il rump-up entrino comunque nel portafoglio alla scadenza del periodo di 18 mesi. Se questa mia interpretazione è giusta, le eventuali perdite già subite dal portafoglio farebbero aumentare lo spessore della tranche junior, per effetto della più alta rischiosità (o del basso rating) dell'impresa e assorbirebbero, nel momento stesso della formale costituzione del pegno, il cash collateral.
Che ne pensate, può filare come ragionamento?

Sapio ha detto...

Solo le banche IRB Advanced possono utilizzare la SFA per dimostrare che la senior è protetta con ponderazione 20%.
Le Banche Standard e IRB Foundation devono ricorrere da una soc.tà di rating esterna con costi e rallentamenti.
Sul rump-up aspettiamo precisazioni. Generalmente i garanti non coprono (e non gradiscono coprire) i default non solo in quella fase ma persino in quella immediatamente successiva di ammortamento. I default nei primi due anni di ammortamento sono molto sgraditi e danno origine a penose querelles, per sospetto di scarica-barili dei rischi.

Nicola ha detto...

Per Sapio: sono d'accordo sul discorso dello scarica-barile ma credo che Basilea 2 (anche se con riferimento alle garanzie personali) abbia aperto cmq una strada: quello della "incondizionalità" della garanzia, che vuol dire garanzie non sottoposte a condizioni che non siano sotto il diretto controllo del garantito (banca, in questo caso). E qui si apre, come giustamente notavi tu, il discorso dello scarica-barile. Diciamo che l'attività di un garante (in questo caso pubblico) dovrebbe essere tesa a impedire (o quantomeno limitare) comportamenti opportunistici (al limite del fraudolento) del soggetto garantito. Tra l'altro, se non mi sbaglio, questo aspetto della incondizionalità della garanzia mi sembra di averlo letto anche nell'avviso del Fondo innovazione.
Sull'altro punto, non mi trovo. Sei sicuro che solo le banche advanced possano applicare il Supervisory Formula Approch. A me risulta che tutte le banche IRB possono ricorrere al SFA. Puoi cortesemente indicarmi il passaggio della circolare BdI dal quale si evince che tale possibilità sia riservata alle sole advanced?
Grazie mille.

Sapio ha detto...

Nicola: sicurissimo. Le banche per applicare la SFA debbono essere in grado di determinare LGD ed EAD del portafoglio (attività fattibile solo dalle banche Advanced) e la PD di portafoglio (e secondo me, questo non lo sanno fare neppure le Advanced, che sanno fare solo le PD individuali come le Foundation).

Giulio Grimaldi ha detto...

L'ho scoperto da poco questo blog ed è affascinante come strumento. Purtroppo rischia di diventare da democratico a demagogico, ma non ci sono dubbi che in una fase di carenza di dialogo ragionevole e consapevole sia un rischio che vale la pena di correre.
Mi preme fare qualche considerazione su alcuni qunti di questa discussione:
a) ritorni elettorali da un'operazione di questo tipo mi sembra difficile averne, se non in termini di comunicazione (ma in questo caso non era necessario farla, ma bastava come al solito prometterla), data la complessità e novità riconosciuta anche dai detrattori. Molto più propagandistica la soluzione di estendere la garanzia in ultima istanza sul FCG, che implica rischi che le generazioni future potrebbero storicamente imputarci (ma di questo la politica non è abitutato a tenerne considerazione, come dimostra l'esperienza in questo ambito dei derivati sottoscritti da molte amministrazioni).
b) la garanzia sulla fase di costruzione (scusate, ma preferisco essere linguisticamente autarchico) è evidente dal fatto che non sono previste esclusioni di posizioni per default in sede di chiusura del portafoglio. E' vero che sul mercato sarebbero escluse, ma mi pare che si stia parlando di un intervento interamente pubblico sulla quota che assorbe le prime perdite. Certo bisognerà analizzare casi di potenziale frode, ma a questo dovrebbe soccorrere l'esclusione di finanziamenti ad imprese in crisi (sicuramente "ci sta" un deterioramento del giudizio creditizio o un passaggio a sofferenza, ma è difficile che un'impresa non in crisi in 18 mesi realizzi perdite).
c) non credo sia rilevante l'etichetta Advanced di Intesa, che magari può rivolgersi anche ad un rating esterno (costi più alti? vuol dire che stanno risparmiando sui costi interni se non sono advanced), ma per mia cultura personale un foundation non può applicare la SFA considerando i valore "regolamentari" per il calcolo della Perdita attesa?
d) una recriminazione sul bando (punto su cui sollecito anche un giudizio del prof. Erzegovesi): visto che si è data massima apertura a qualunque proposta delle banche, che in ogni aspetto possono attribuire il giusto prezzo all'operazione, si sarebbe potuto dare maggiore rilievo ai finanziamenti destinati ad uno specifico affare (inseriti, ma non considerati in fase di valutazione delle proposte). Sarebbe stato un modo per sollecitare l'utilizzo di uno strumento che - seppur con i limiti sorti in fase di attuazione (es. limite sul capitale) o scaturiti in fase interpretativa (es. individuazione del valore della "muraglia cinese", in caso di fallimento, alzata nei confronti dei creditori dell'impresa principale) - potrebbe rappresentare un grimaldello (nessun riferimento al mio cognome) per scardinare le resistenze al dialogo tra finanziatori e imprese e quindi le relative asimmetrie informative (...e in questo modo contribuisco anch'io all'incremento del tasso di inflazione di queste espressioni)

Sapio ha detto...

a Grimaldi
a) estendere la garanzia di ultima istanza del FCG non sarebbe stato demagogico. Anche in quel caso la perdita è sufficientemente "certa" per il garante ,come da voi desiderato.
La PI è assorbita dal fondo come la PA. Tutto sta nell'obbligare il gestore ad assorbire virtualmente una quantità di Fondo equa (PA+PI).
b) garanzia in fase di costruzione: basta precisare ufficialmente che è inclusa.
c) solo le AIRB possono applicare la SFA. Non si tratta di calcolare Kirb di una singola impresa ma di un insieme (portafoglio) di imprese. La PD e, soprattutto la LGD, devono essere quelle dell'intero portafoglio.
d) non ho capito.
Ma non potevate cominciare con una semplice operazione di garanzia di esposizioni annuali (autoliquidante)? Era più semplice per fare esperienza.

Nicola ha detto...

Devi dire che mi trovo in linea con le considerazioni fatte da Giulio Grimaldi. Anche per quanto riguarda la possibilità per le IRB foundation di applicare il SFA.
Ho cercato di approfondire la questione nel w.e. ma non è che ci siano molte fonti al riguardo. Una, però, l'ho trovata e la riporto testualmente(visto che l'autore è la persona che gentilmente ci ospita nel suo blog e che spero possa intervenire sulla questione con un suo parere): "Può accadere che un'operazione di cartolarizzazione sia attivata senza la valutazione delle tranche da parte di un'agenzia, e che queste rimangano quindi senza rating. In questo caso le banche IRB (e soltanto esse) possono ricorrere all'utilizzo del Supervisory Formula Approach (SFA). ... Le variabili presenti nella formula sono le seguenti: PD è la probabilità di default media delle esposizioni su orizzonte annuale in condizioni economiche normali, attribuita in base ai sistemi di rating della banca erogante; LGD è la loss given default che con l'IRB di base per crediti senior è pari al 45%, mentre con l'IRB avanzato è una stima interna che deve riflettere le condizioni recessive del ciclo economico .... La provision per perdite attese che si deve aggiungere a K per determinare il KIRB è il semplice prodotto PD ' LGD."
Per Sapio: ho capito quale è la tua posizione al riguardo ma volevo tornare sulla questione perchè mi interessa capire fino in fondo tale aspetto.
Grazie.

Sapio ha detto...

a Grimaldi
sul punto b) precisate anche come le banche devono segnalare la garanzia in fase di rump-up, perché non si può applicare la Tranched Cover prima di averla costruita.

Luca ha detto...

Sul punto d (finanziamenti destinati ad uno specifico affare): è un caso che non ho mai considerato, ci vorrebbe un giurista. Io d'istinto sono per la semplicità, quindi non mi sento attratto da un formula non sperimentata e non pensata per questo tipo di operazioni.
Grazie, dott. Grimaldi, per la sua partecipazione al dibattito di questo blog, vivace ma non privo di spunti positivi.

Luca ha detto...

Nicola. sulla citazione del mio materiale (scritto diversi mesi fa, in base alla sola normativa): le regole di Basilea sulla supervisory formula non escludono esplicitamente le banche IRB foundation. Di fatto, però, essendo richiesta per l'applicazione una stima della LGD media ponderata del portafoglio, solo le banche IRB avanzate hanno gli strumenti richiesti per applicarla. E' un caso analogo a quello dei portafogli IRB retail, nei quali non ci si basa sulle sole PD, ma occorre ragionare sulle perdite attese.
C'è spazio per estenderla alle IRB foundation? Un bel quesito da rivolgere alla Banca d'Italia. O un bel parere da chiedere all'amico Claudio (D'Auria).

Sapio ha detto...

a Nicola:
Circ BdI 263/2006 Tit 2, Cap 2 Parte 2' Operazioni di cartolarizzazione Sez III pag 79 e seg.ti [pag. 328 e seg. del PDF]. A pag. 80
Le banche investitrici, diverse dal cedente o dal promotore, possono
adottare l''approccio della formula di vigilanza', qualora siano in grado di
determinare i parametri necessari per l'applicazione della formula medesima.
La Banca d'Italia verifica la capacità della banca di procedere a tale calcolo
nell'ambito della procedura di autorizzazione all'utilizzo dei sistemi di rating
interni per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito.
Fra i parametri c'è anche la LGD (e EAD) di portafoglio.
Non si parla di LGD regolamentare. Qui poi c'è da calcolare la PI e non solo la PA

Sapio ha detto...

a Nicola: Tom ed io ci siamo già occupati in passato di questa faccenda. Ho fatto un appello a chi (banca) aveva già determinato il Kirb e segnalato le operazioni come Tranched. Ci sono un'enormità di complicazioni. Ad oggi neanche le banche AIRB hanno questa autorizzazione di cui parla la 263. Figuriamoci le FIRB.

Tom ha detto...

Credo che ci sia una domanda molto acuta di Sapio a Giulio Grimaldi che richiede una risposta del soggetto: "Domando a Grimaldi: il Ministero si è assicurato che le banche siano pronte a gestire, e gradiscano, le Tranched Cover?"

Nicola ha detto...

Grazie, finalmente ho un quadro un pò più chiaro della faccenda. Solo un dubbio mi resta. Ci deve essere una autorizzazione esplicita per l'applicazione del SFA o questa è compresa (come sembrerebbe dalla lettura della norma) nel più ampio ambito della procedura di autorizzazione all'utilizzo dei sistemi di rating
interni? Leggendo invece il posp di Sapio, ne deduco, invece, che allo stato non ci sono banche (AIRB) autorizzate al SFA.
Peraltro, da colloqui informali con persone di BdI di qualche mese fa era emerso che alcune banche avessero fatto già ricorso al SFA. E' possibile questa cosa? A voi risulta?
Grazie mille (anche al Professor Erzegovesi per la puntuale e chiara precisazione).

peppex ha detto...

Determinare il kirb per la banche advanced non è un problema.
Difficile risulta la segnalazione di portafoglio e l'investimento richiesto in termini di IT.
L'autorizzazione di Banca d'Italia all'utilizzo della SFA non è necessaria poichè già implicita nell'autorizzazione ai modelli di rating advanced.
Le banche Standard e foundation non possono utilizzare la SFA, potrebbero al limite farsi rilasciare un rating da un'agenzia esterna, ma costi e tempi in relazione alle possibili size di queste operazioni sono assolutamente fuori da ogni logica economica.
La complessità di strutturare operazioni tranched con l'utilizzo SFA (che ricordo ai non addetti ai lavori è usata solo per la segnalazione di vigilanza come prescritto nella 263) è elevatissima perchè coinvolge varie strutture della banca non tutte advanced su certe tematiche (provate a spiegare a un uomo dei crediti che una garanzia del 3% a livello di portafoglio è più efficace di una garanzia personale che copre il 50% loan by loan), per cui concordo con Sapio che sarebbe stato meglio costruire operazioni di questo tipo su ptf. più semplici (poichè la SFA serve a valle per fare la seganalazione, la banca deve essere bravissima a prevedere in sede di istruttoria dell'operazione che le caratteristiche individuali di ogni singolo finanziamento siano alla fine coerenti con il fondo massimo richiesto al MSE!!!).
Comunque è un inizio e non escludo che questa operazione ( a mio modesto parere, genere rappresentante il futuro della finanza strutturata con intervento statale) faccia da apripista ad altre simili, magari con sottostanti più semplici da costruire.
Un caro saluto

Tom ha detto...

A me risulta che nessuna banca abbia ricevuto l'autorizzazione per la SFA, aggiungo che per quanto a mia conoscenza nessuna l'abbia chiesta........

Sapio ha detto...

Ad oggi le banche AIRB sono solo tre: Unicredit, Montepaschi e Pop.Emilia.
I processi di autorizzazione all'AIRB sono bloccati in attesa di Basilea3.
Le banche Airb potrebbero calcolare il Kirb ma non sono pronte a segnalarlo anche per problemi informatici.
Basta così o andiamo avanti?
Le Tranched sono, per le banche, operazioni "al buio" perché è incerta la possibilità di formare il portafoglio secondo il rischio ipotizzato in fase di progettazione. Però il tasso dell'erogato rimane fisso anche se poi si rivela non remunerativo causa mancata composizione del portafoglio.
Direi che ora basta.
Appello a Claudio D'Auria : è vero che l'autorizzazione Airb comporta quella a calcolare il Kirb?
P.S. l'autorizzazione all'AIRB generalmente non si estende a tutte le operatività della banca. Alcune operatività possono rimanere escluse e rimanere Standard.

peppex ha detto...

Per Sapio: parto dal presupposto che se una persona scrive su questo post, sappia ciò di cui parla, probabilmente per esperienza diretta, e non per sentito dire.
Io confermo quello che ho scritto sulla SFA per esperienza diretta (lato banca), l'autorizzazione all'utilizzo della SFA è contestuale all'utilizzo dei modelli.
Ovviamente la banca deve essere in grado di dimostrare di saper calcolare il kirb e ancor di più di saper fare la segnalazione di portafoglio (altrimenti BdI si limita ad annuallare il beneficio in termini di riduzione di RWA e a farti segnalare il portafoglio come non cartolarizzato).
Le operazioni tranched sono la migliore e più efficiente soluzione per fare finanza strutturata sia con confidi che con garanzia pubblica, perchè permetterebbero un efficiente condivisione del rischio, ciascuno per il proprio ruolo.
L'incertezza sulla costruzione delle operazioni deriva essenzialmente dall'incertezza che ruota intorno alle stime delle PD, e della loro migrazione nel tempo.
La definizione di una tranche efficiente dovrebbe considerare la migrazione ( o la probabilità di migrazione ) delle PD lungo la vita dell'operazione.
Più che denigrare una forma di intervento come quella del MSE, dovremmo semmai cercare di indirizzare l'intervento affinchè sia fatto nella maniera più efficiente per tutti.
Io sono dell'idea che queste strutture potrebbero essere molto interessanti per aiutare le imprese non solo nel reperimento di fondi (l'offerta bancaria nonostante quello che si sente in giro è stata costante) ma nell'abbassamento del costo connesso al finanziamento (infatti oggi semmai c'è un problema di domanda da parte delle imprese).
Ciao

Nicola ha detto...

Sapio, nessuno ti costringe a rispondere. Puoi dire basta quando vuoi, semplicemente non postando più. D'altro canto, i molti post si spiegano, a mio avviso, col fatto che la materia, su determinati aspetti, risulta ancora un pò incerta e fumosa. Ne è riprova il fatto che, sull'autorizzazione al SFA, tu e Peppex abbiate pareri del tutto contrastanti, che si uniscono alla informazione data a me qualche tempo fa (che prendo e riporto a voi come tale)relative a banche che hanno già applicato il SFA.
Saluti a tutti.

Tom ha detto...

peppex, quindi le banche sono pronte?

peppex ha detto...

Per TOM: direi che banche pronte ad oggi (in Italia) non ce ne siano ma non per problemi di autorizazione all'utilizzo della SFA (se advanced) ma per non conoscenza delle potenzialità dell'operazione (tieni presente che molte grandi banche italiane non hanno fatto mai operazioni di cartolarizzazioni sintetiche ma solo tradizionali e per fini di funding) e per inadeguatezza dei moduli di segnalazione (perchè non hanno mai trattato "portafogli").
Le banche che hanno fatto operazioni simili (con utilizzo SFA) lo hanno fatto all'estero, se avete bloomberg e scrivete SFA vi usciranno diversi report.
Per Nicola: leggendo il blog direi che Sapio ogni tanto è un pò polemico, ma più per indole che non per mancanza di partecipazione.
Tra l'altro è uno dei più preparati di questo blog.
Ogni tanto penso che un pò di pepe faccia bene, o almeno è quello che mi dice mia moglie quando rompe..
ciao

Luca ha detto...

Ringrazio come sempre tutti per i contributi. Mi permetto di suggerire maggiore leggerezza nell'interloquire: meglio un post in più che chiede un'informazione o un chiarimento piuttosto che uno in meno, anche se capita di ripetere delle cose. Nel caso specifico delle tranched valutate con la SFA parliamo di operazioni non soggette a pubblicità. Siamo grati a chi, come Peppex, ne parla per esperienza di prima mano, ma penso che possa dire la sua anche chi non ha pari esperienza.
Sul rapporto costi/benefici delle coperture tranched voglio tornare con un post apposito, per approfondire quegli aspetti (rischi di migrazione e in genere di tenuta della garanzia nel tempo) di cui parlava lo stesso Peppex.

Nicola ha detto...

Peppex, mi trovo con te su tutta la linea. Anche per me (e l'ho anche evidenziato in uno dei miei commenti precedenti) una operazione T.C., se ben strutturata, è tra le più efficaci sul lato del costo dei finanziamenti. Nella fattispecie rimane certo il problema della specificità del ptf e della scarsa conoscenza delle banche del SFA.
Su tutte e due gli aspetti, però, apprezzo il fatto che - forse per la prima volta - il "Pubblico" si sia posto in qualche modo come "stimolatore" del sistema bancario. E se le banche manifesteranno interesse per questo tipo di approccio, credo che sia facile poi estendere l'operazione a portafogli un pò più "generalisti".
Grazie a tutti

peppex ha detto...

Ciao a tutti
faccio ammenda, Luca ha pienamente ragione, essendo operazioni private non esistono informazioni pubbliche (quali report ecc), però qualcosa si può trovare nei bilanci delle banche, nella parte di nota integrativa, dove vi è l'obbligo per coerenza con il pillar 3 di dare comunicazioni di questa tipologia di operazione.
Ciao

Sapio ha detto...

Peppex:
".... la banca deve essere in grado di dimostrare di saper calcolare il kirb ..."
A chi lo deve dimostrare e quale approvazione deve ricevere?
" Le banche che hanno fatto operazioni simili (con utilizzo SFA) lo hanno fatto all'estero, se avete bloomberg e scrivete SFA vi usciranno diversi report"
Erano operazioni di portafogli già formati (quindi valutabili)o di portafogli in formazione in cui è più difficile concretizzare le operazioni che ipotizzarle? Erano operazioni
Nicola :
"una operazione T.C., se ben strutturata, è tra le più efficaci sul lato del costo dei finanziamenti"
Qualche numeretto ?

Luca ha detto...

Grazie di nuovo, Peppex. In effetti dovrei dedicare più tempo ai bilanci e ai report semestrali delle banche IRB.

Nicola ha detto...

Sapio, nello sforzo di sintesi ho omesso il termine "potenzialmente" davanti alle parole "più efficaci". Quello che voglio dire (limitatamente alla fattispecie in esame, cioè all'intervento pubblico) è che la T.C. permette all'Amministrazione di poter incidere nella fase di strutturazione dell'operazione, prendendosi(come ha fatto il MSE) il rischio di first loss del ptf senza chiedere una remunerazione alla banca a condizione che quest'ultima trasferisca il beneficio in termini di migliori condizioni applicate ai finanziamenti. Nell'altra ipotesi, senz'altro valida, che dicevi tu (cartolarizzazione del ptf costituito e sottoscrizione del "Pubblico" della tranche equity con impegno, magari, della banca a prendersi la mezzanine) avresti probabilmente perso questa possibilità. Se metti al centro di tutto l'impresa da finanziare, questo non è un aspetto di poco conto.

Sapio ha detto...

Caro Nicola, tot capita, tot sententiae. C'è un garante istituzionale che "vende" la sua equity dicendo che vuole agevolare le imprese diminuendo l'assorbimento di capitale per le banche. Naturalmente impone alle banche di praticare dei tassi specifici. Chi ci sta ci sta. Come vedi ci sono tanti modi per fare il bene delle imprese. L'importante è che siano trasparenti e questo si ottiene solo col TAEG di filiera.

Giulio Grimaldi ha detto...

Per Sapio: "Ma non potevate cominciare con una semplice operazione di garanzia di esposizioni annuali (autoliquidante)? Era più semplice per fare esperienza".
E poi? una volta che ci si fosse resi conto, dall'alto dell'esperienza necessaria per poterla strutturare, che un'operazione così funzionava?
Avremmo raggiunto i quasi 70 commenti su questo blog?
E' difficile mettere a frutto un'esperienza di finanza conciliandola con la posizione "pubblica", ma non potrà appagare nessuno coprire dei castelletti sbf o anticipi su fatture con garanzie personali. A questo punto meglio staccare assegni e disribuirli agli iscritti all'annuario ABI: si sarebbe più equi!
Magari andrà a vuoto il bando, non lo so! ma almeno si è cercato di stimolare la discussione e provato ad indicare strade alternative. E in più di mezzo secolo di esperienza fallimentare di aiuti di stato, credo che non sia di poco conto.
Ultimo punto: '' nella storia è grandissima quella che potrebbe dirsi l'efficacia dell'esperimento non riuscito, specie quando vi si aggiunga la consacrazione di un'eroica caduta.' Benedetto Croce

Gigi ha detto...

Per Sapio: una nota di ottimismo su questa affermazione:
"Le Tranched sono, per le banche, operazioni "al buio" perché è incerta la possibilità di formare il portafoglio secondo il rischio ipotizzato in fase di progettazione. Però il tasso dell'erogato rimane fisso anche se poi si rivela non remunerativo causa mancata composizione del portafoglio."
E' possibile guidare il collocamento. Se hai un monitoraggio costante delle operazioni che vengono su giorno per giorno puoi aggiustare il portafoglio, chiudendo alcuni rubinetti (quelli del rischio troppo elevato) e tenendone aperti altri. Non è semplicissimo ma si può fare. Le variabili in gioco sono tante. L'importante è tener conto delle relazioni, ma a noi piacciono le cose complesse (altrimenti non staremo qui con quasi 70 post sulle TC!!!).

Sapio ha detto...

Gigi, l'ho fatto e visto fare. E ho visto pure buttar dentro operazioni pregresse, che non c'entravano niente, per chiudere un portafoglio che altrimenti non si riusciva a chiudere.

Gigi ha detto...

Ok. Ma io parlo di una pianificazione ex ante, non ex post (all'italiana, nel senso peggiore del termine)

Sapio ha detto...

Gigi: la pianificazione era ex ante. La realtà (negativa) ex post.

Tito ha detto...

La tua esperienza, sapio, si riferisce a cartolarizzazioni tradizionali?

Sapio ha detto...

No, a Tranched Cover con rump-up.

Tito ha detto...

ma tc ex nuova normativa di vigilanza? E in quale periodo????

Sapio ha detto...

TC sintetica, ex nuova normativa, 2 anni fa. Di più non posso dire. Lo stesso problema si presentò con operazioni ante 263/2006.

Tito ha detto...

Sapio, dicci almeno se avete utilizzato la SFA o se, come invece mi pare di capire, siete ricorsi ad un cds.

Tito ha detto...

Nessuna delle due. Comunque un cds, anziché un cash, avrebbe modificato la dimensione dell'equity in funzione del rating del garante.

Sapio ha detto...

per Tito: scusa il post mi è scappato con il tuo nome.
Volevo dire che SFA o CDS non sono alternativi. La SFA ci vorrebbe sempre, poi si può eventualmente coprire l'equity con cash o cds (o più semplicemente fdj del garante).

Tito ha detto...

ok grazie, sono d'accordo.