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mercoledì 9 settembre 2009

L'errore degli economisti? Scambiare la bellezza per verità, dice Krugman



Segnalo nel magazine del New York Times il saggio del Nobel Paul Krugman How Did Economists Get It So Wrong?. Secondo Krugman, la miopia, o la distrazione dei suoi colleghi rispetto alla crisi montante nasce da una fascinazione estetica. Cito:
The theoretical model that finance economists developed by assuming that every investor rationally balances risk against reward — the so-called Capital Asset Pricing Model, or CAPM (pronounced cap-em) — is wonderfully elegant. And if you accept its premises it’s also extremely useful. CAPM not only tells you how to choose your portfolio — even more important from the financial industry’s point of view, it tells you how to put a price on financial derivatives, claims on claims. The elegance and apparent usefulness of the new theory led to a string of Nobel prizes for its creators, and many of the theory’s adepts also received more mundane rewards: Armed with their new models and formidable math skills — the more arcane uses of CAPM require physicist-level computations — mild-mannered business-school professors could and did become Wall Street rocket scientists, earning Wall Street paychecks.
L'economia finanziaria ha affascinato anche me, da giovane. Non l'ho frequentata più di tanto trattandosi di una partner molto impegnativa, corteggiata da numerosi e talentuosi colleghi, più giovani ed esercitati in econometria. Sarà elegantissima (nella sua versione didascalica) ma col tempo diventa cerebrale, barbosa. Alla fin fine, è povera non solo di verità, ma anche di bellezza, guardabile e toccabile. La verità è anche bella.

Luca

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9 commenti:

Sapio ha detto...

Oh se invece avessero saputo che .... la madre degli stolti è sempre incinta!
Come sarebbe stato diverso oggi il mondo !

andrea bianchi ha detto...

"La verità ti renderà libero. Ma solo quando avrà finito con te"

Luca ha detto...

Andrea, che fonte citi?

Luca ha detto...

Trovato!
"Sono queste le inquietanti parole sulla quarta di copertina di Infinite Jest (più o meno "Lo scherzo infinito"), il capolavoro di David Foster Wallace. DFW, 38 anni, è considerato il più promettente tra gli scrittori americani dell'ultima generazione. Paragonato a Pynchon e Delillo, anche se lui si è un po' offeso a questo accostamento, è uno scrittore avanguardista e molto 'chimico' (dice di aver provato ogni droga da lui conosciuta...), il suo stile è molto particolare (pagine e pagine di incidentali, anche 6 o 7 aggettivi con un solo sostantivo, in questo un po' assomiglia a Pynchon) e secondo me coinvolgente. Come i più grandi, riuscirebbe a prenderti anche se elencasse la composizione e gli effetti collaterali di un medicinale... (e a volte è letteralmente quello che fa...). Infinite Jest è un romanzo che definire ponderoso è riduttivo... 1454 pagine, di cui le ultime 150 di note"
Troviamo nei rapporti ICAAP una cifra stilistica non dissimile da quella di DFW!
amico Andrea: mi spiace, ma con questa citazione nichilista finisci sulla lavagna nella colonna dei cattivi ...

andrea bianchi ha detto...

peraltro il compianto Foster Wallace ci ha lasciati per scelta poco dopo il crollo Lehman, quindi circa un anno fa.
in effetti la lettura (meritata) è complessa ed aiuta se capita di dover affrontare un rapporto icaap.
:)

Tom ha detto...

A proposito di ICAAP, come si stanno muovendo i futuri 107. L'ICAAP non si improvvisa all'ultimo momento.

Luca ha detto...

Al momento penso che i più promettano di fare tutto per benino, secondo il copione stilato dai bravi consulenti.
Ho però notizia di pressioni delle associazioni ambientaliste per una sua abolizione: per ogni rendiconto ICAAP si abbatte un albero ad alto fusto ...
Fuori di scherzo, sono cose nuove da imparare. Io raccomando di concentrarsi sul rischio di credito.

Claudio D'Auria ha detto...

Premessa: sono rimasto impressionato dalla cultura "enciclopedica" di Andrea e Luca in materia di letteratura americana! Complimenti! Una domanda: come mai, secondo voi, gli americani non riescono a prendere mai un Nobel per la letteratura? C'è un ostracismo preventivo?
Più prosaicamente, in tema di ICAAP, va tenuto conto che per i confidi che diventano 107, l'obbligo scatta a partire dall'anno in cui hanno ottenuto l'iscrizione. Ad es. Finsardegna iscritta al 107 a gennaio 2009 dovrà redigere l'ICAAP con riferimento alla situazione al 31.12.09, quindi entro marzo 2010.
L'ICAAP è un bell'impegno, ma non è detto che per farlo bene occorra "abbattere un albero", anzi! Banca d'Italia è molto delusa dagli ICAAP troppo ponderosi che sono praticamente illegibili. Diciamo che l'ICAAP è un'ottima occasione per fare un check-up completo dell'azienda e per condividere il check-up con un luminare (la Banca d'Italia) e valutare insieme la eventuale "cura".
Condivido l'invito di Luca a occuparsi soprattutto di rischio di credito, ma occorre che i confidi in procinto di diventare 107 si attrezzino anche per gli altri rischi (quelli di secondo pilastro da valutare in sede ICAAP), magari affidandosi a consulenti esperti. Attenzione, però. I consulenti non devono fare il lavoro che il 107 compra a scatola chiusa, altrimenti il check-up non funziona (sarebbe come ritirare le analisi di un altro...). Il consulente bravo è quello che aiuta a fare l'ICAAP, ma anche aiuta a capire quello che c'è alla base dell'ICAAP stesso.

Luca ha detto...

Claudio: grazie dell'approfondimento sul mio spunto-boutade. Nel rischio credito includo tutti i rischi di secondo pilastro (concentrazione, residuo, strategico, di reputazione) che nel caso dei confidi sono con esso strettamente legati. Ad esempio, il rischio di concentrazione è un di cui del rischio del portafoglio esposizioni creditizie.