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lunedì 6 luglio 2009

Smontare i giganti bancari



Sapio mi segnala un bell'articolo di Massimo Mucchetti sul Corriere di ieri, da cui cito:
In chiusura di mandato, Neelie Kroes rilancia la politica europea della concorrenza. Il commissario Ue esorta Lloyd Banking Group e Royal Bank of Scotland a rivendere buona parte delle banche e delle reti di sportelli che avevano comprato: troppo comodo dominare il settore dopo essere stati salvati dal Tesoro al prezzo di 47 miliardi di euro.[...]
La banca è un' impresa per lo più privata che offre un servizio di interesse pubblico. Per questo non viene lasciata fallire ma non necessariamente va nazionalizzata in tempi normali. Basta che la regolazione non tremi se i vincoli di sicurezza deprimeranno i profitti delle banche. Il corso delle azioni si adeguerà, gli hedge funds lasceranno le banche e rimarranno i cassettisti. In tal quadro le stock options si dimostrano un incentivo sbagliato, perché legano l' interesse della dirigenza a quello degli azionisti che forniscono una quota minima del capitale con cui lavora una banca e lasciano il rischio principale ai depositanti o allo Stato garante. Del resto, i banchieri lungimiranti degli anni ' 50, citati a modello dal governatore Mario Draghi, lavoravano senza certi premi.[...]
Il gigantismo bancario è stato un errore. Pur difendendo (ovviamente) Intesa Sanpaolo, lo stesso Corrado Passera avverte: oltre certe soglie, la dimensione genera complessità troppo costose. Ma chi stabilisce le soglie? Tocca alle banche centrali e agli Antitrust che, nel mondo, hanno spesso subito l' egemonia culturale dei banchieri. Questi, anziché rischiare investimenti «industriali» per migliorare lentamente i profitti, hanno preferito la scorciatoia delle aggregazioni per dominare l' offerta e poter tagliare i costi incidendo sulle sovrapposizioni artificialmente create. Conclusione: smontare i giganti appare complicato[...]. Ma la signora Kroes ci dice che smontare è possibile di fronte all' indecenza di banche nazionalizzate e tuttora dominanti. Forse si potrebbe agire, costringendo i gruppi maggiori a requisiti patrimoniali più pesanti degli altri, prima che le indecenze si consumino.
Difficilmente la crisi indurrà a sgonfiare la stazza e l'influenza delle maggiori banche, non fosse altro per evitare ulteriore incertezza. La signora Kroes la pensa diversamente, come Nassim Taleb, per il quale in un ecosistema vitale non c'è posto per organismi troppo invadenti e intrinsecamente fragili.
Non è un nodo che si scioglie con una brillante pensata.

Luca

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