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lunedì 6 luglio 2009

Due notizie macro dagli USA



Sfogliando Bloomberg ho collegato tra loro due news sintomatiche di una situazione complessa.
La prima riguarda il Public Private Investment Program (PPIP), il piano (esposto a critiche autorevoli) consistente nella cessione di ABS declassate dalle banche a fondi pubblico-privati, con garanzia pubblica sui rischi senior. In marzo si prevedeva una raccolta di $100 milioni, ma pare che gli 8-10 fondi in fase di avvio metteranno insieme circa un quinto di quella cifra. Rispetto al lancio del PPIP questi asset tossici, ma non troppo, sembrano ridiventati un investimento bancabile. Merito del calo dei credit spread rispetto ai livelli da panico dell'inverno 2009-2009? Tra le banche USA è tornata la fiducia nella propria forza patrimoniale? Parrebbe di sì, vista anche la fretta con la quale a metà giugno, hanno rimborsato al Tesoro, laddove possibile, gli strumenti di capitale emessi nel piano TARP. Speriamo che sappiano quello che fanno. Non vorrei che i piani di emergenza da centate di miliardi fossero diventati, nell'immaginario delle grandi banche, una carta di credito revolving.
La seconda analizza le prospettive del mercato dei titoli di Stato americani di qui a dicembre. I gestori di fixed-income funds non si aspettano il consueto rialzo dei prezzi in agosto (dovuta al travaso stagionale da investimenti rischiosi). Questo perché sul mercato premono i programmi di emissione di nuovo debito. Nell'esercizio che termina il 30 settembre 2009, il deficit pubblico toccherà negli USA $1.850 miliardi, il 13% del PIL. Il Tesoro dovrà emettere $2.070 miliardi, con un incremento netto dello stock di $1.530 miliardi.
Per contenere i tassi a lunga, la Fed si è impegnata ad acquistare alcune emissioni del Tesoro, sottoscrivendo dal 25 marzo ad oggi $190,7 miliardi, a fronte di un plafond di intervento annunciato di $300 milioni. Gli operatori si aspettano un impegno calante, comunque non sufficiente a contrastare l'incremento dei rendimenti. Di qui la previsione di una curva dei tassi più alta e inclinata verso l'alto per fine anno. La gigantesca riserva di valore che è il debito pubblico USA, che ha retto bene nell'anno della crisi, come reagirà a questa deriva di volumi? Come reagiranno gli investitori? E' il tema pressoché fisso del bellissimo blog di Brad Setser.
In Italia, secondo autorevoli osservatori, in Italia si prospettano scenari imprevedibili. Anche negli USA?

Luca

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