aleablog

giovedì 19 marzo 2009

Helicopter drops of money ... sorry, condoms



Fa meraviglia leggere in prima pagina dei maggiori quotidiani le durissime prese di posizione contro il giudizio del Papa sulla lotta all'AIDS. Guardate ad esempio il sito del Sole 24 ore. Non ci ingannino la falsa indignazione e gli argomenti pseudo-scientifici dei portavoce dell'ortodossia socio-sanitaria che stanno nei governi di Francia, Spagna, Germania, e pure a Bruxelles. La lotta contro il virus HIV, non da ieri, ha fatto progressi là dove si è puntato sull'educazione al valore infinito della persona, ivi compresa la sessualità, e sulla qualità della vita dei malati. La Chiesa non porta una dottrina, ma esperienze come quelle della Comunità di Sant'Egidio a Yaoundé, da dove ha parlato Benedetto XVI, o del "nostro" meeting point in Uganda. Non vi faccio dei discorsi, guardate, ve ne prego, il cortometraggio Greater, che descrive le esperienze di Vicky, di Rose, e delle loro donne a Kampala.
Che cosa c'entra questo con aleablog? C'entra. I lanci a tappeto di preservativi stanno alla lotta contro l'AIDS come gli helicopter drops of money (stampare moneta) di Milton Friedman e Ben Bernanke stanno alla lotta contro la deflazione e la crisi. Gli unici rimedi universali e immediati, il massimo che la scienza, sociologica o economica, possono suggerire. Nessuno dei due va alla radice del problema e, per favore, andiamo a vedere se funzionano, e che guasti producono a lungo andare.
Soltanto una pulsione violenta e ultimamente autodistruttiva può chiudere la bocca alla testimonianza del Papa. La Chiesa non ha il potere di decidere politiche contro l'AIDS, che hanno dietro ben altri sponsor e interessi. Che nel dramma della malattia (o della crisi) possa fiorire una pienezza di vita che risponde ai bisogni delle persone è una notizia buona per tutti. Piccola, iniziale, ma vera.

Luca

PS 19/3: Per un commento degli ultimi interventi del Papa, e in particolare della storica lettera sui lefebvriani, vi consiglio questa intervista al vaticanista dell'Espresso Sandro Magister e l'articolo di Juliàn Carron.
PS 24/3: Altre letture meritevoli sulle politiche anti-HIV, ovvero l'intervista a Edward Green, Direttore dell'AIDS Prevention Research Project della Harvard School of Public Health and Center for Population and Development Studies e quella a Rose Busingye, infermiera presso il Meeting Point di Kampala.

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5 commenti:

cristina ha detto...

Grande! Sono totalmente d'accordo e anch'io consiglio a tutti la visione di "Greater" per vedere e ascoltare l'esperienza di chi con i malati di'Aids si compromette veramente e non fa solo proclami teorici o ideologici!

Claudio D'Auria ha detto...

Grazie Luca per questo bellissimo post

un lettore ha detto...

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=L4QAT

Luca ha detto...

Caro lettore anonimo, grazie della segnalazione dell'articolo della Stampa "La Chiesa del silenzio distribuisce i condom", che racconta casi molto variegati (da prendere con beneficio d'inventario) di teologi, missionari, prelati, fino ad intere conferenze episcopali favorevoli (o tolleranti) verso l'uso del preservativo in genere o come prevenzione dal rischio di contagio. Cita l'appoggio alla politica Ugandese ABC: Abstinence, Be faithful, Condom. Ne parla anche l'intervista al dottor Ciantia che ho linkato nel post. C, il male minore, sta all'ultimo posto. La Chiesa, in Africa e dovunque, ha la missione di educare l'uomo ad un affetto vero per sé e per gli altri, che dà senso e rende liberamente accettabili A e B. Quasi tutti gli altri ripetono meccanicamente "C, C, C (A e B? Pff, sono pie illusioni, soffocano la libertà)". Perché il Papa dovrebbe unirsi al coro? Perché deve essere attaccato con la violenza che abbiamo visto semplicemente perché indica la preferibilità di una vita più bella, più umana? Già, ma lei come la pensa?

laura ha detto...

Grazie, Luca, per l'occasione che offri di poter andare a fondo e giudicare i fatti che succedono facendoci incontrare testimoni diretti, come Rose, che vivono nel loro quotidiano i problemi sui quali tanti "grandi" pontificano senza reale conoscenza. Anche se non sono in Africa, e non ci sono mai andata, quello che racconta Rose lo sento vero anche su di me perchè parte dal cuore, e il cuore, cambia la latitudine, cambia il colore della pelle, è lo stesso in ciascun uomo di ogni parte del mondo ... grazie ancora e buon lavoro! laura