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lunedì 19 gennaio 2009

Rischio break-up per Eurolandia?



Un commento su Bloomberg vede sfaldarsi la visione di Trichet di un Europa monetaria sempre più unita. Sono discorsi brutti, e li sentiamo spesso in questi giorni, dopo il declassamento del debito sovrano di Grecia, e il negative watch per Irlanda, Spagna e Portogallo (l'Italia ha difeso il suo A+, con i complimenti, relativi, delle agenzie per il basso debito privato e il sostanziale equilibrio dei conti con l'estero). Non amo l'allarmismo, ma giusto per assaggiare il clima, segnalo questo pezzo di Bottarelli sul sussidiario.net che rinvia a un articolo del Sunday Telegraph, "Monetary union has left half of Europe trapped in depression".
Vedremo crisi valutarie vecchio stile nei paesi dell'est Europa e fughe di capitali dagli anelli più deboli dell'Eurocatena? I macro-speculatori potrebbero ripetere guadagni astronomici, come quelli che George Soros accumulò con l'uscita della sterlina e della lira dal Sistema monetario nel settembre 1992, questa volta speculando al ribasso sui titoli di Stato del Club Med (contro posizioni lunghe massicciamente rifinanziate dalla BCE) e non sui cambi. Non voglio puntare il dito contro i cattivi speculatori, ma temo che abbiano idee e strategie più chiare di quelle dei governi e delle banche centrali, e che siano molto più determinati nell'agire. Certo, il loro gioco a dare spallate è quello più facile, ma ora, se lo vincessero, l'esito sarebbe un disastro peggiore del 1992.

Luca

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