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venerdì 4 luglio 2008

Seminario Federfidi a Roma su aiuti di Stato e garanzie: la cronaca



Sono appena tornato da Roma, dove sono intervenuto ad un seminario, organizzato da Federfidi (associazione dei confidi Confesercenti) su "Gli aiuti di Stato sotto forma di garanzia: il contesto regolamentare ed i profili evolutivi". Una scelta di tempo azzeccata, poco dopo la pubblicazione della Comunicazione UE in materia di cui al blog precedente. Non ho dato notizia del seminario perché era ad inviti.
Dopo l'introduzione dell'amico Gianni Triolo (Amministratore Delegato Commerfin), ho parlato delle metodologie basate sul rischio per il calcolo dell’intensità di aiuto nei programmi pubblici, mostrando degli esempi (teorici) di effetto agevolativo di una controgaranzia statale con un costo del rischio differenziato su base regionale (dati Banca d'Italia Centrale dei rischi). Non vi allego le slide perché il modello è complicato e scriveremo presto un paper con Eleonora Broccardo. Pierpaolo Brunozzi (Direttore operativo del Fondo centrale di garanzia per le PMI gestito da MCC) ha illustrato le forme di intervento del suddetto Fondo e le statistiche sui suoi volumi operativi e i (contenuti) tassi di default. Marcel Roy (Segretario generale AECM, associazione dei confidi europei) ha illustrato l'impatto sui confidi della riforma della legislazione europea in materia di Aiuti di Stato, e in particolare l'azione dell’AECM intesa a limitare la complessità operativa delle nuove procedure. Salvatore Vescina (Dipartimento Politiche di Sviluppo, Ministero dello Sviluppo Economico) ha parlato dei recenti sviluppi degli interventi statali in materia di garanzia, e delle riflessioni che stanno maturando nel gruppo di lavoro Interventi di ingeneria finanziaria rispetto a programmi in collaborazione tra Stato e Regioni.
Il tema dominante del dibattito seguente è stato "Se non è rotto, non aggiustarlo" riferito al Fondo centrale MCC, che ha molti fans tra i confidi e le banche. Un aggiustamento gradito sarebbe la controgaranzia statale, che è vista dalla maggior parte degli intervenuti come una meta raggiungibile. Della nuova normativa europea non si è discusso nel merito, pur paventandone la complessità. Sulla proposta di iniziative coordinate tra Stato e Regioni si è raccolto un prevalente scetticismo.
Molto attese le parole di Gioacchino Catanzaro, responsabile presso il Ministero dello Sviluppo Economico del Fondo per la Finanza d'Impresa, l'entità istituita dalla Finanziaria per il 2007 che ha in carico il Fondo centrale: ha affermato che il Fondo rimarrà un canale di intervento "a sportello", cioè non basato su bandi competitivi; l'operatività del Fondo centrale continua ad interim con l'attuale regime, ma arriverà prima o poi il restyling normativo, che potrebbe implicare l'affidamento ad un gestore pubblico (in house) o la messa a gara della gestione tra intermediari privati (tra i quali potrebbe concorrere anche l'attuale gestore MCC).
La qualificata platea ha seguito con attenziona i lavori fino alle 13.30 in una sala leggermente climatizzata (come l'acqua leggermente frizzante), o che tale pareva per la temperatura tropicale all'esterno. Ora sto godendo il fresco della collina di Trento, contento di questa giornata romana.

Luca

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1 commento:

Sapio ha detto...

Se il Fondo Centrale di Garanzia sarà a sportello e non a bando potrà operare solo con garanzie personali e non con garanzie reali (fondi vincolati a copertura della prima perdita con lo schema della tranched cover). Per operare con garanzie personali sarà necessaria la controgaranzia statale onde consentire al fondo di garantire i prestiti con una mitigazione sensibile. Immagino però che lo stato pretenda uno stretto monitoraggio del rischio garantito onde evitare l'effetto "pozzo di S. Patrizio".
Tutto questo però richiederebbe una profonda modifica dell'assetto organizzativo del Fondo con una accresciuta capacità di MISURARE il rischio assunto ed assumendo. Ora che cosa è questo se non una trasformazione in qualcosa di simile ad un 107 ?